PLOUTOS (Πλοῦτος)
Personalità divina che simboleggia la ricchezza della terra e dei raccolti e che in un secondo tempo viene a rappresentare l'idea della ricchezza in ogni suo aspetto. È detto figlio di Demetra e di Iasion e la sua personalità si evolve principalmente in ambiente eleusino, donde inevitabili sovrapposizioni con la personalità di Hades-Plouton.
Apparentemente P., che non apparisce nei poemi omerici e viene per primo ricordato da Esiodo, appartiene a strati popolari della religione antica. In Eleusi egli è il magico fanciullo generato nel solco, la cui nascita annuale veniva figurata nei Dròmena. E in alcune tarde figurazioni che ricorrono nella ceramica attica della fine del V e del IV sec. a. C. P. appare in mezzo alla famiglia eleusina sotto l'aspetto di un bambino che stringe un corno di abbondanza. In seguito aspetti più decisamente allegorici sono venuti a predominare. Aristofane nella commedia di questo nome lo raffigura come un essere cieco, fragile e indifeso, chiara allusione alle consuete condizioni di precarietà e di rischio che accompagnano la ricchezza. E dello stesso ordine sembra la menzione di un P. alato ricordato nelle Imagines di Filostrato (ii, 27, 4).
Una statua di P. è ricordata da Pausania nel tempio di Atena Ergàne a Tespie (ix, 26, 8). P. bambino è tenuto in braccio da Eirene nella famosa statua di Kephisodotos o da Tyche come in una statua di Tebe ricordata da Pausania (ix, 12, 6). Peraltro quasi tutte le figurazioni di questa divinità s'incontrano nella tarda ceramica attica in scene di argomento eleusino. Incerta è l'identificazione di P. nel personaggio barbato e autorevole con in braccio un grande corno d'abbondanza che spesso incontriamo in questo contesto: in molti casi anzi la vicinanza di Persefone fa ritenere piuttosto che si tratti di Plouton-Hades. D'altra parte il vecchio con corno d'abbondanza o senza che viene trasportato sulle spalle da Eracle in alcune figurazioni vascolari e in un gruppo scultoreo di Rodi potrebbe esser P. appunto per quelle caratteristiche di debolezza fisica e incapacità di azione di cui ci discorre Aristofane. Un rilievo degli Uffizî (G. A. Mansuelli, n. 168) pone a fronte una Demetra velata e un fanciullo che offre una cesta, generalmente ritenuto Ploutos. Per questa divinità è d'altra parte inevitabile una certa sovrapposizione con l'altro misterioso adolescente eleusino Iacchos noto anche come Ploutodotes.
Bibl.: Eisele, in Roscher, III, 2, 1897-902, c. 2572 ss., s. v. Plutos; J. Zwicker, in Pauly-Wissowa, XXI, 1952, c. 1027-52, s. v. Plutos; M. P. Nilon, Geschichte der griechischen Religion, Monaco 1941, p. 2, 1.2; K. Schauenburg, in Jahrbuch, LXVIII, 1953, p. 38 ss.; E. Paribeni, in Boll. d'Arte, XLIV, 1960, p. 3 ss.