plurali e singolari [prontuario]
Con l’eccezione di alcune parole che hanno sempre la stessa forma (➔ avverbi e locuzioni avverbiali: certamente, a malapena; ➔ preposizioni, se non articolate: da, su; ➔ congiunzioni: ma, e; interiezioni: uffa!, evviva!, ➔ interiezione; ► variabili e invariabili, parole), in italiano le parole sono soggette a ➔ flessione: presentano, cioè, diverse terminazioni a seconda che siano impiegate al maschile o al femminile oppure al singolare o al plurale: questo / questi, amica / amiche (➔ numero; ➔ plurale).
Esistono, però, anche parole che presentano il solo plurale o il solo singolare.
L’elenco delle parole che hanno solo forma plurale è nutrito: tra le più comuni dimissioni, dintorni, esequie, ferie, forbici, nozze, occhiali, paraggi, redini, spezie, vettovaglie, viveri, ecc.
La lista include anche parole che possono, pur se di preferenza usate al plurale, trovarsi anche al singolare, ma ciò accade solo (a) in ➔ modi di dire: mi fa un baffo; (b) in versioni locali non standard: calzone «pizza ripiegata e ripiena», forbice, mutanda, occhiale (tutte forme tipiche del Centro-Sud); (c) in sensi tecnici: la forbice inflattiva, manovra a tenaglia; (d) in traslati: Cuore di tenebra (traduz. it. dal titolo di un romanzo di J. Conrad).
Sono plurali anche i nomi dei tipi di pasta, perlomeno quando sono usati per indicare il tipo: fettuccine, penne, rigatoni (ma a Roma, colloquialmente, è possibile ce lo facciamo uno spaghetto [o spago] allo scoglio?, e va diffondendosi lasagna: la lasagna di mamma non si batte).
Hanno il solo singolare i nomi:
(a) di mesi o festività: aprile, Natale (ma si ha anche natali come in abbiamo passato insieme molti natali);
(b) di elementi chimici o metalli: idrogeno, rame (ma esiste, traslato, i ferri: ferri chirurgici, del mestiere, cottura ai ferri, ecc.; sono anche in uso locuzioni come gli ori di famiglia, lucidare gli argenti, ecc.) (➔ neutro);
(c) la maggior parte dei nomi astratti (➔ astratti, nomi): pazienza, coraggio, fede (ma le fedi, quelle nuziali); esistono anche cattiverie, villanie, ecc. (➔ nomi);
(d) di sensazioni fisiche: fame, sete (ma è in uso sonni: ho fatto bei sonni);
(e) di elementi unici: ovest, equatore.
Categorie a parte sono i nomi di massa (➔ massa, nomi di) come quelli di alimenti: riso, latte, pane (ma è possibile i pani, letterale con riferimento a «piccole pagnotte» o traslato per forme simili ma d’altro materiale: pani d’hashish; anche possibili i caffè / i the, con riferimento alle «tazze / tazzine di»); e quelli di stato o condizione: pulizia (ma fare le pulizie), sudiciume.
Alcune parole, come capo, hanno plurale per i soli sensi traslati: i capi mafia, i capi d’abbigliamento, per sommi capi, non per il senso letterale («testa»).
Per alcuni nomi, soprattutto astratti, il significato del singolare è di tipo diverso da quello del plurale: cattiveria «condizione di chi è cattivo» ~ cattiverie «atti o gesti cattivi»; carognaggine «stato di chi è una carogna» ~ carognaggini «gesti o atti da carogna»; gentilezza «condizione di chi è gentile» ~ gentilezze «atti o gesti gentili»; sporcizia «stato di ciò che è sporco» ~ sporcizie «atti o cose sporche»; villania «condizione di chi è villano» ~ villanie «atti da villano». Naturalmente, in tutti i casi precedenti, il singolare significa anche «atto di …».
Per altri nomi astratti, il plurale nel senso indicato si ottiene con un nome di appoggio: eroismo ~ atti di eroismo (*eroismi); educazione ~ segno di educazione (*educazioni).
Alcune parole dotate di diverse forme di plurale hanno significati diversi (ancorché riconducibili intuitivamente al senso del singolare) a seconda del plurale impiegato: bracci «di mare» ~ braccia «umane»; cigli «di strada» ~ ciglia «umane»; fondamenti «filosofici» ~ fondamenta «d’edificio»; membri «di un organo collegiale» ~ membra «umane»; muri «di abitazione» ~ mura «di città»; ossi «d’animali» ~ ossa «umane».
Esistono anche casi di variazioni più esigue: calze «collant» solo da donna ~ calza «calzino», più da uomo che da donna (o della Befana).
Da ultimo, esistono varianti locali: alcune sono plurali, ora meno usate di un tempo, diverse dall’➔italiano standard: ginocchi ~ ginocchia dal singolare ginocchio; orecchi ~ orecchie dai singolari orecchio e orecchia (quest’ultimo oramai specializzato per «pieguzza in angolo di pagina»). Lo standard presenta però le forme camminare ginocchioni, non *ginocchione, e tirata d’orecchi, non *d’orecchie.