PLUTEO
. Per pluteo va inteso un elemento parallelepipedo di legno, di ferro, ma più sovente di pietra, innestato ai recinti interni dei sacri edifici quali la schola cantorum, la pergula, e l'iconostasi.
Una siffatta definizione potrebbe far generare confusione tra il pluteo e la transenna; ma la transenna, come dice la stessa etimologia della parola, è traforata, mentre il pluteo è di massello e lavorato a bassorilievo.
Per quanto lo stesso Vitruvio, nel suo trattato di architettura, faccia cenno al pluteo come a un riparo apposto tra colonna e colonna nei peristilî dei templi, e quindi con identità di funzione con il pluteo del periodo cristiano, il termine ha subito una restrizione nel tempo, in quanto gli archeologi, fatta una sola eccezione per i cosiddetti "Plutei di Traiano" (anaglypha Traiani), due parapetti riccamente scolpiti che si suppone ornassero la loggia dei rostri nel Foro Romano, non lo adoperano nella loro terminologia.
I primi plutei a noi noti seguono generalmente gli schemi decorativi delle transenne classiche a quadri intrecciati e ad archetti; quindi, con il progressivo spegnersi della tradizione classica, gli artisti subiscono influssi orientali, stilizzazione di motivi ellenistici ispirati alla natura o derivati dalla decorazione delle stoffe, quali giunchi intrecciati, rami di spini o d'acanto. Il Cecchelli avanza invece l'idea che siffatta decorazione dei plutei possa essere stata ispirata dai manoscritti irlandesi e propone un raffronto tra una pagina del libro di Durrow e i plutei della schola cantoram nella chiesa di Santa Sabina in Roma.
Con il sec. VI si afferma la decorazione zoomorfa caratteristica di tutto il periodo bizantino. Grifi, pesci, cervi, pavoni, pecore ricorrono frequentemente in quel periodo; appare anche, nello stesso periodo, la croce, spesso affiancata dalle palme stilizzate.
Più tardi i Cosmati, avanguardia del Rinascimento, ritornano alla spartitura geometrica ravvivata dalla smagliante policromia delle tessule musive.
L'evolversi della liturgia cristiana che, con il tempo, ammette più facili rapporti tra il clero e i fedeli, conduce progressivamente all'abolizione dei recinti interni alle chiese e quindi dei plutei, elementi essenziali di quelli. II pluteo si trasforma quindi nella specchiatura delle balaustre anteposte agli altari, la sola tra siffatte barriere che, attraverso i secoli, sia giunta fino a noi.
V. tavv. CXXXIII e CXXXIV.
Bibl.: J. Braun, Der christliche Altar, voll. 2, Monaco 1924.