PNEUMATOLISI
. Con questo nome viene indicata da petrografi e geologi un'importante serie di fenomeni geochimici che avvengono nella consolidazione dei magmi per azione di sostanze allo stato aeriforme (agenti mineralizzatori), quali acqua, cloro, acido cloridrico, fluoro, acido fluoridrico, idrogeno solforato, composti del boro, ecc., circolanti nella zona interna della crosta terrestre e tendenti a liberarsi allo stato di vapore durante la solidificazione dei magmi stessi. La loro azione può essere di natura diversa, ma la più importante azione è chimica: essi possono modificare la composizione delle specie minerali esistenti, e determinare la formazione di nuove. Per esempio, il vapor d'acqua agisce mantenendo in soluzione la silice, la quale malgrado l'alta temperatura di fusione è l'ultima a cristallizzare. E in conseguenza della localizzazione di residui magmatici ricchi di silice e di componenti pneumatolitici in un magma si ha la formazione di pegmatiti, tipiche in rocce granitiche (granito dell'Elba) per la cristallizzazione in grandi individui del quarzo, dei feldspati, delle miche e la formazione di molti minerali caratteristicamente pneumatolitici e frequenti nelle pegmatiti: tormalina, topazio, fluorite, apatite, ecc.
Per pneumatolisi sono formati i cristalli di origine primaria che rivestono cavità di rocce eruttive; cristalli di quarzo, ortoclasio roseo, fluorite, datolite nelle geodi del granito di Baveno, come anche quelli di analcime e altre zeoliti, datolite e calcite in cavità di rocce basaltiche o diabasiche. Medesima origine viene attribuita ai numerosi silicati complessi che si trovano nelle cavità dei proietti del Somma e di altre località (v. metamorfismo). All'azione del fluoro, come già si è visto, è dovuta la formazione dei filoni di cassiterite (SnO2) per azione del vapore d'acqua sul fluoruro di stagno con conseguente formazione di tipici minerali fluoriferi quali fluorite, fluoro-apatite, topazio, tormalina, zinnwaldite (mica fluorifera) e in vicinanza dei filoni trasformazione del granito in greisen (v.) prevalentemente formato da quarzo e da mica fluorifera.
Il cloro è invece principale agente mineralizzatore in rocce basiche i cui feldspati sono trasformati in wernerite e minerali del suo gruppo. Come esempio, si può ricordare la formazione dei filoni apatitici della Norvegia meridionale in rocce basiche della famiglia dei gabbri con cloro-apatite circondata da silicati contenenti Cl quale scapolite (wernerite) e inoltre modificazione della roccia circostante, analogamente a quanto avviene nei graniti, in scapolite e orneblenda. Il boro agisce sulla formazione degli allumosilicati, boro e fluoro su quella della tormalina.
L'azione pneumatolica di gas e vapori che si liberano e circolano nelle grandi spaccature delle rocce, si può manifestare sulle più svariate rocce preesistenti, determinando la formazione di nuovi minerali di origine epigenetica. Ciò può avvenire per la diminuzione della temperatura e della pressione dei vapori ascendenti negli strati della crosta terrestre, per la perdita di fasi gassose, per reazioni chimiche con altre soluzioni circolanti di provenienza superficiale, per scambî di materia tra soluzione e rocce preesistenti. Così i feldspati di varie rocce dopo la consolidazione si trasformano per azione di vapori solforosi e solforici in solfato di alluminio e caolino (produzione di allumite alla Tolfa, Civitavecchia).
Si devono ancora ascrivere ai fenomeni pneumatolitici tutte le svariate azioni che avvengono nelle manifestazioni posteruttive, solfatare, fumarole, acque termali, ecc., determinando la formazione di specie minerali varie. Hanno tale origine i depositi di zolfo per ossidazione dei vapori solfurei, nelle solfatare di Pozzuoli, Vulcano, ecc.; e la formazione di lamelle di ematite, dovute, anche per conferma dell'esperienza di Gav-Lussac, all'azione di vapor d'acqua sul cloruro di ferro presente nelle emanazioni vulcaniche secondo l'equazione
nelle lave del Vesuvio, dell'Etna, dello Stromboli.
I gas possono inoltre produrre azione notevole sulle rocce vulcaniche già costituite (v. metamorfismo). Infine l'azione pneumatolitica si può manifestare a distanza se si tratta di sostanze solubili in acqua, dove specialmente la solubilità è favorita, per la profondità, da forte pressione ed elevata temperatura. Questi fenomeni sono detti idatogeni se principalmente dovuti all'azione chimico-fisica delle acque profonde e delle soluzioni minerali; pneumoidatogeni se vi concorrono le due azioni.