PNEUMOCOCCO
. Prima classificato come Diplococcus pneumoniae, più recentemente come Streptococcus pneumoniae. Cocco di forma lanceolata, il più spesso appaiato, talvolta disposto in forma di corte catene (tipo III).
Una delle estremità è appuntita, l'altra arrotondata: nella disposizione a paia le estremità appuntite sono rivolte in direzione opposta. Nell'organismo infetto ed in terreni di cultura adatti (ricchi in proteine) ogni coppia è circondata da una capsula. La capsula, la forma lanceolata e la disposizione a coppia valsero a dare il nome di diplococco lanceolato capsulato al germe. La capsula ha grande importanza nella biologia di questo germe. Alla sua presenza è legata la virulenza, cioè quando il germe si presenta senza capsula (fase R) la virulenza è nulla o assai scarsa, ma ricompare se il germe riacquista la capacità alla sua formazione. Sotto l'azione di un siero immune specifico la capsula si rigonfia notevolmente (fenomeno di Neufeld). Il rigonfiamento capsulare viene adoperato a scopo diagnostico e serve anche per la identificazione di tipo. Cresce male sui comuni terreni di cultura, ma rigogliosamente su quelli arricchiti (siero di sangue, ecc.). Un carattere importante, che vale a distinguere lo pneumococco da altri streptococchi è la sua facile solubilità in bile. Il fatto che un siero immune si dimostrava attivo soltanto verso il ceppo che era servito per la immunizzazione e non verso altri fece sorgere il concetto della esistenza di più che un tipo di pneumococco e tra il 1913 ed il 1915, specialmente per opera di Dochez e di Avery, furono riconosciuti 4 tipi di pneumococco. Tra il 1932 ed il 1935 ad opera di Cooper e collaboratori il tipo 4 fu riconosciuto non omogeneo e fu distinto in 29 tipi ai quali aggiungendo i primi 3 di Dochez ed Avery si arrivò alla distinzione in 32 tipi.
Nel 1944, ad opera di Eddy, il quale si è servito del metodo delle reazioni serologiche incrociate, si è riconosciuta la esistenza di 74 tipi di pneumococchi, classificazione forse ancora incompleta. La differenza tra un tipo e l'altro si determina per via immunitaria, cioè per ogni tipo si ottiene un siero specifico, agente solo su quel determinato tipo e non su altri. La differenza fra un tipo e l'altro è dovuta alla diversa composizione chimica del polisaccaride che entra nella formazione della capsula, per cui può dirsi che esistono 74 tipi di pneumococchi perché esistono 74 tipi di polisaccaridi capsulari. Qualche polisaccaride capsulare è stato preparato anche per sintesi e la inoculazione di esso - in funzione di aptene (antigene incompleto) negli animali - dà luogo ad un siero immune il quale è così attivo come quello che si prepara con il polisaccaride corrispondente del relativo tipo di pneumococco.
Oltre il polisaccaride capsulare - responsabile della tipo-specificità - lo pneumococco contiene un altro polisaccaride che contiene anche azoto e fosforo, che ha sempre la stessa costituzione in tutti i tipi di pneumococco, ma non si riscontra in altri germi per cui lo si ritiene responsabile della specificità di specie. Inoltre è stata isolata una nucleoproteina che non è specifica dello pneumococco perché si riscontra, oltre che in tutti gli altri streptococchi, anche in altri batterî. Si hanno, pertanto, buone ragioni per ammettere che la struttura chimica - dal punto di vista immunitario - dello pneumococco risulti di una nucleoproteina centrale non specifica, di un polisaccaride periferico contenente azoto e fosforo, che è specifico della specie pneumococco e di un polisaccaride capsulare più esterno specifico del tipo di pneumococco.
Lo pneumococco può presentarsi sotto due fasi principali, e cioè capsulato (fase S) e non capsulato (fase R). È possibile ottenere la trasformazione di un tipo nell'altro inoculando negli animali o seminando su terreni di cultura pneumococchi in fase R vivi provenienti da un tipo (II) insieme con cellule uccise al calore di un altro tipo (p. es., tipo III) ma capsulato. Si isolano allora pneumococchi capsulati ma del tipo delle cellule capsulate uccise al calore cioè
R II (vive) + S III (morte) = S III
Questo fenomeno, di enorme significato biologico, è dovuto, secondo la recente scoperta di Avery, all'attività di un acido nucleinico, che è stato isolato in forma pura dalle cellule capsulate, e che induce su quelle non capsulate, in via di sviluppo, la formazione di un nuovo carattere ereditariamente trasmissibile.
Lo pneumococco è patogeno per l'uomo, in cui determina la polmonite lobare, ma può localizzarsi anche in altri organi come meningi, orecchio, cornea, articolazioni, ecc. Tra gli animali da esperimento il più sensibile è il topolino bianco in cui si ha con ceppi virulenti una setticemia anche con la inoculazione di un solo pneumococco. Meno sensibile è il coniglio; molto meno sensibile è la cavia. Lo pneumococco produce una emolisina, una leucocidina ed una fibrinolisina, che agendo sulla fibrina ne determina la solubilizzazione.