POEFAGO (dal gr. ποηϕάγος "mangiatore d'erba"; lat. scientifico Poëphagus Gray, 1843; fr. e ingl. Yack; sp. Yak; ted. Jak, Yak, Grunzochse)
Genere della sottofamiglia dei Bovi, di statura massima, raggiungendo i vecchi tori l'altezza di metri 1,90 alla spalla e il peso di sette quintali.
La forma generale è piuttosta tozza, la testa larga, la fronte corta, l'occhio piccolo, l'orecchio breve e fittamente rivestito di pelo. Le corna sono a sezione pressoché tondeggiante, lunghe fino a 90 cm. e dirette prima lateralmente, poi in alto e medialmente e infine un poco indietro.
Il collo è lungo e robusto; la groppa è alquanto scoscesa. Gli arti sono robusti, gli zoccoli larghi e gli zoccoletti accessorî molto sviluppati. Il pelame, di colore bruno nerastro, è densissimo e particolarmente lungo sulla giogaia, sull'avambraccio, sui lati del tronco, sulla gamba e sulla coda.
Abita gli altipiani del Tibet e le catene montuose circonvicine tra il Ladak orientale, il K'uen-lun e Kan-su, a un'altezza tra 4000 e 6000 m. s. m. I vecchi tori vanno solitarî o in gruppi di 5 o 6, i maschi più giovani in frotte un poco meno scarse, le vacche e i vitelli in mandre numerose. L'epoca degli amori è in settembre. Questo bue è ottuso, ma talvolta aggressivo; è un corridore veloce, ma di scarsa resistenza, e un arrampicatore abilissimo; è di una sobrietà a tutta prova.
Questa specie, P. grunniens Lydekker, ha dato luogo alla formazione di una razza domestica di statura minore e di colore assai svariato e generalmente pezzato, che dalla Buchara alla Mongolia rende all'uomo ottimi servigi come animale da sella, da soma, da carne, da latte, da cuoio e come fornitore dei bei pennacchi dati dalla sua coda. Come il Poefago selvatico anche quello domestico sopporta male il caldo.