POGGIBONSI (A. T., 24-25-26 bis)
Piccola città della Toscana, nella provincia di Siena, da cui dista 23 km. verso nordovest. Posta su di un'altura alla destra dell'Elsa a 105 m. s. m., nel cuore di una regione agricola e specialmente vinicola assai rinomata, Poggibonsi ha avuto nel secolo XIX un notevole sviluppo, onde il suo aspetto è oggi quello di un centro moderno. La sua popolazione, mantenutasi sui 1000 ab. sino al sec. XVIII, salì a 2500 nel 1833 ed apparve raddoppiata nel 1861. Il suo incremento demografico continuò dopo l'unificazione del regno, onde al censimento del 1931 la popolazione del centro urbano era salita a 10.000 abitanti, mentre il comune, che si estende per 70 kmq., ne contava 13.241, risultando, per popolazione, il terzo comune della provincia, subito dopo quello del capoluogo e di Montepulciano. Fra le sue frazioni sono da ricordare Staggia, antico castello di confine con 850 ab., e Cinciano, nota e frequentata stazione idrominerale. Poggibonsi è stazione della ferrovia Empoli-Siena, dalla quale si dirama un tronco di 8 km. che la congiunge a Colle di Val d'Elsa.
Monumenti. - Gotici sono gli avanzi del palazzo Pretorio, alcuni resti di edifici antichi, la chiesa degli Agostiniani, oggi S. Lorenzo, a tre navate sostenute da alti pilastri. Il duomo fu costruito nel secolo XIX, parte imitando il Seicento, parte in forme neo-classiche. L'edificio artisticamente più importante è la chiesa di S. Lucchese, sopra un colle vicino (poggio Bonizi), già eremo camaldolese, nel 1213 data dal comune a San Francesco, e poi dal suo discepolo Lucesio o Lucchese, ricostruita, ingrandita, accresciuta d'un vasto e bel convento. La chiesa francescana, che mostra ancora alcuni resti della costruzione romanica, è a una sola navata, con una breve crociera. Dell'antica decorazione rimangono affreschi della vita di S. Stefano, di un anonimo maestro che sembra fiorentino; altre pitture murali, nella navata centrale, sono di Bartolo di Fredi. Le opere più notevoli sono una serie di bancali nella sagrestia (sec. XIV), sui quali un anonimo scolaro di Duccio dipinse entro formelle quadrilobe busti di santi e sante; e una Madonna col Bambino, gruppo in legno del tardo Trecento senese, di estrema grazia. Nel sec. XVI, Raffaellino dei Carli dipinse un Noli me tangere; nel 1513, Gerino da Pistoia un affresco, con la Moltiplicazione dei pani e dei pesci, nel refettorio; nel 1910, A. Viligiardi luminosi affreschi nella chiesa. Presso S. Lucchese restano grandi avanzi delle fortificazioni disegnate da Giuliano da S. Gallo per incarico di Lorenzo il Magnifico.
Storia. - Per resistere meglio all'espansione fiorentina, tra il 1155 e il 1156 gli abitanti di 9 castelli contigui (tra cui è più celebre il Borgo Marturi, dove nel 998 il marchese Ugo di Toscana aveva fondato e riccamente dotato la badia di S. Michele) costruirono una piccola città fortificata sul Podium Bonitii, la quale ben presto si organizzò a comune. Al suo sorgere la città apparteneva feudalmente al conte Guido Guerra il Vecchio, che nel 1177 cedette i suoi diritti a Corrado del Monferrato: questi, a sua volta, l'anno appresso, li vendette a Firenze e a Siena. Da quando Federico II la dichiarò città imperiale (1220), essa sostenne la fazione ghibellina e rimase fida alleata di Siena, riuscendo ad accrescere la sua potenza politica e a resistere a Firenze; ma quando il potere imperiale decadde, decadde anche Poggibonsi: senza l'intromissione di Pisa e del re Manfredi, già nel 1257, Firenze, dopo averla occupata con inganno, l'avrebbe distrutta del tutto, cosa che fece nel 1270, al momento del trionfo del guelfismo. Le famiglie superstiti si recarono ad abitare in Borgo Marturi, dandogli il nome della città scomparsa. Nel 1313 accolse, in odio a Firenze, Arrigo VII, e per tutta la seconda metà del secolo XIV dovette sostenere continui assalti della nemica Pisa.
Bibl.: E. Repetti, Diz. della Toscana, IV, Firenze 1839, p. 480 segg.; F. Brogi, Inventario degli oggetti d'arte della provincia di Siena, Siena 1897; G. Piranesi, Poggibonsi (collez. Le cento città d'Italia illustrate, 141), Milano s. a.; F. Pratelli, Storia di Poggibonsi, Poggibonsi 1930.