POIANA COŢOFENEŞTI
TI Località della Romania a circa 90 km a N-NE di Bucarest, dove nel 1928 fu trovato per caso un elmo d'oro, entrato nelle collezioni del Museo Nazionale di Antichità di Bucarest nel 1929.
È alto cm 24,2 e pesa gr 770; è d'oro giallo a 20 carati. Tutta la superficie dell'elmo è decorata a sbalzo: sulla calotta ci sono alcune decine di protuberanze emisferiche, tra le quali due situate sopra la paragnatide destra sezionate da una croce a rilievo, mentre tutte le altre hanno un piccolo bottone centrale, e sono ricoperte di raggi multipli; la base di ciascuna è circondata da un cerchio di punti. La zona decorata in questo modo è separata dal resto della superficie dell'elmo da una fila di spirali ricorrenti ornate anch'esse di punti. Sul frontale, molto alto, sono stati ricavati due occhi apotropaici, mentre ognuna delle paragnatidi è decorata da una scena di sacrificio: un personaggio vestito di una cotta di maglia (?) con un elmo appuntito in testa e sulle spalle un mantello svolazzante, tiene nella mano destra un pugnale in atto di uccidere un ariete inginocchiato, di cui afferra il muso pressando a terra l'animale col piede poggiato sul dorso.
Il paranuca è diviso in due registri orizzontali per mezzo di una fila di spirali ricorrenti, eseguite come quelle sulla base della calotta. Il registro superiore è decorato da quattro animali fantastici alati, in mezzo ai quali è una rosetta, mentre nel registro inferiore sono quattro quadrupedi alati, di cui due affrontati, con la gamba di un altro quadrupede uscente dalla bocca.
Quest'elmo appartenne senza dubbio ad un capo politico e religioso; ma non possiamo dire se sia stato deposto in una tomba, perché gli scavi di controllo eseguiti sul luogo della scoperta sono rimasti infruttuosi.
Se la fila di spirali ricorrenti può mettersi in relazione con i motivi decorativi più antichi, comuni all'arte autoctona carpatico-danubiana a partire dal Neolitico, gli altri motivi e soprattutto gli animali fantastici devono esser messi in relazione con l'arte iranica del Vicino Oriente. Tenendo conto delle altre scoperte più o meno simili e in primo luogo dell'elmo di argento ageminato d'oro scoperto nella tomba a tumulo di Agighiol, l'elmo di P. si può datare al IV sec. a. C. Sebbene alcuni studiosi pensino che quest'elmo sia un'opera d'arte traco-getica, non crediamo che sia stato creato da artigiani geti a N del Danubio; d'altro canto non può neppure essere attribuito ai Sarmati (opinione espressa da T. Sulimirski). Se lo studio dettagliato di questo elmo non permetterà di indicare sicure affinità con l'arte scitica della regione a N del Mar Nero, bisognerà ammettere che sia un'opera d'arte tracia della regione a S del Danubio, arte che ha subìto evidenti influenze greche orientalizzanti, oppure che sia forse un prodotto di officine greche del Ponto.
Bibl.: V. Dumitrescu, L'art préhistorique en Roumanie, Bucarest 1937, tav. XVIII; Istoria României I, Bucarest 1960, pp. 155-158; T. Sulimirski, Reiter der Steppe, in Versunkene Kulturen, a cura di E. Bacon, Monaco-Zurigo 1963, p. 284; D. Berciu, Zorile istoriei în Carpatţi Şi la Dunăre, Bucarest 1966, tav. XXIV/i, pp. 283-284.