POIESIS (Ποίησις)
Il nome ποίησις che significa propriamente il fare dal nulla (Plat., Symp., 205, b), appare la prima volta in Erodoto col senso di "creazione poetica" (ii, 82).
Per antonomasia, il termine indica la poesia di Omero (Plat., Ion, 531, d; Thaeet., 152, e) e pertanto non sorprende di trovare una personificazione della P. nel rilievo di Archelaos (v.) di Priene con la celebrazione di Omero. D'altra parte qualche difficoltà nell'esatta interpretazione della figura allegorica, si incontra per il fatto che nella tradizione antica non è altrimenti nota la personificazione della poesia come genere letterario (tranne forse in Aristofane, Rane, 868), mentre sono frequenti le personificazioni della tragedia e della commedia. Con il nome di P. è indicata nel rilievo di Archelaos una figura di giovane donna che muove verso l'altare dove si celebra il sacrificio in onore di Omero, tenendo alte due fiaccole; è vestita di chitone e mantello, i capelli sono raccolti dietro il capo e poi lasciati fluire sulle spalle. È incerto se la figura rappresenti la poesia in generale e le due faci sarebbero l'epica e la lirica, o non piuttosto la stessa poesia epica, in particolare omerica, con faci guerresche, o infine la lirica che nel rilievo precederebbe la tragedia e la commedia per la sua maggiore antichità rispetto alle arti drammatiche (Bieber).
Bibl.: C. Watzinger, Relief des Archelaos von Priene, Berlino 1903, p. 17; C. Robert, Archaeologische Hermeneutik, Berlino 1919, p. 66; G. Herzog-Hauser, in Pauly-Wissowa, XXI, 1951, c. 1189 ss., s. v.; M. Bieber, The Sculpture of the Hellenistic Age, New York 1955, p. 128.