POLEMONE (Πολέμων, gen. Πολέμωνος, quindi pron. Polemóne; Polĕmo)
Filosofo greco, vissuto fra la seconda metà del sec. IV e la prima del III a. C. Tenne lo scolarcato dell'Accademia platonica dal 315-14, quando successe a Senocrate, al 270-69, quando gli successe Cratete d'Atene. Fu uno dei più notevoli rappresentanti della scuola platonica nella fase più antica della sua evoluzione.
Manca ancora una raccolta adeguata delle testimonianze. L'interesse di P. sembra si sia rivolto principalmente alle questioni etiche, nelle quali accoglie per lo più le soluzioni di Senocrate, ma accentuando la sua tendenza alla conciliazione dell'etica platonica con quelle esigenze della tradizione cinica, che lo stoicismo contemporaneamente soddisfaceva accogliendole nel suo sistema. Così P. considera come suprema virtù la vita "conforme a natura", e vede in essa la condizione necessaria e sufficiente dell'eudemonia: attribuisce però ai beni esterni la capacità di rendere "compiuta" questa eudemonia, e orienta così il problema dell'essenza del bene verso quello della classificazione gerarchica dei beni, che tanta importanza doveva assumere nelle sistemazioni e attenuazioni stoiche dell'etica cinica.
Bibl.: Per indicazioni circa le scarse testimonianze antiche, v. E. Zeller, Philosophie der Griechen, II, i, 5ª ed., Lipsia 1922, pp. 1045-46. Inoltre: R. Foerster, De P. physiognomonicis, Kiel 1886; Th. Gomperz, Die herkulanische Biographie des P., in Philosoph. Aufsätze E. Zelelr gewidmet, Lipsia 1887.