Composti chimici (indicati anche con la sigla PCB) costituiti da due anelli benzenici legati fra loro, con alcuni atomi d’idrogeno sostituiti con atomi di cloro. Hanno trovato in passato un diffuso impiego come liquidi dielettrici nei trasformatori, come agenti plastificanti negli adesivi, come fluidi trasportatori di calore.
In molti paesi è proibita la loro produzione, a causa dell’accertata cancerogenicità. Pertanto un’attenzione sempre maggiore viene data al problema ambientale connesso con il corretto smaltimento di questi composti. La pratica corrente basata sullo stoccaggio o sull’incenerimento, sebbene ampiamente usata, non è accettabile da un punto di vista ambientale. Infatti, lo stoccaggio non può essere protratto per un tempo illimitato senza perdite e contaminazioni, mentre l’incenerimento non garantisce, al livello tecnologico attuale, la completa trasformazione dei p. in sostanze non pericolose. Una tecnica molto promettente consiste in un trattamento chimico con una miscela costituita da sodio borano (NaBH4), titanocene dicloruro e un’ammina: il sodio reagisce selettivamente con il cloro contenuto nei p. dando luogo a cloruro di sodio e a bifenili non alogenati, caratterizzati da un impatto ambientale notevolmente inferiore.