BRACALI, Polidoro
Nacque a Pistoia intorno al 1428 da Antonio e da Giovanna Gariboldi. I documenti pubblici serbano copiose notizie di lui, e si conservano anche alcune filze dell'amministrazione familiare ed un nutrito libretto di ricordi.
Compì probabilmente nella città natale l'istruzione primaria; si addottorò in "arti" il 15 apr. 1448 nello Studio di Ferrara, dove erano stati suoi maestri il padovano Michele Savonarola, Teodorico da Spilimbergo e il ferrarese Orazio Girondi, e in medicina il 20 febbr. 1449 nello Studio di Siena, avendo come esaminatori Bartolo di Tura e il siciliano Giovanni Burgi.
Dopo la perdita della madre, avvenuta nel 1450, la cura di interessi testamentari affidatigli dal defunto zio Cipriano Bracali, addetto alla cancelleria pontificia, lo condusse a Roma dove strinse molte importanti amicizie, tra cui quella con Poggio Bracciolini allora segretario di papa Niccolò V. A Roma restò fino al 1457 esercitando la professione medica. Tornato a Pistoia, se ne allontanò precipitosamente ritirandosi a Serravalle per sfuggire alla peste; cessato il pericolo vi tornò di nuovo il 30 genn. 1458 assumendo servizio come medico addetto alla spezieria di Lorenzo di ser Cortese, secondo un impegno contratto formalmente fin dal 31 agosto dell'anno precedente, ma non ancora rispettato per il poco professionale abbandono della città dominata dalla pestilenza. La fuga a Serravalle ed altre assenze dal servizio fanno intendere che il B. lasciasse a desiderare quanto ad assiduità e a diligenza; cosa che gli procurò una diminuzione degli onorari, forse motivo del suo trasferimento nella bottega di Tommeo di Cino, avvenuto nel 1467. Tuttavia, essendo morto nel 1474 Lorenzo ed essendo succedutogli il figlio Cortese, il B. tornò nella vecchia spezieria e vi rimase finché visse.
Intanto, fin dall'epoca del ritorno da Roma, aveva ottenuto ripetuti incarichi professionali presso l'Ospedale del Ceppo, ed era stato il curante di fiducia del monastero delle Vergini, di quello delle monache di S. Michele in Gora, dei vallombrosani della badia di S. Michele in Forcole, dei monaci di S. Bartolomeo, di quelli di Monteoliveto e degli agostiniani di S. Lorenzo. Nel libro di ricordi del B. si ha minuto ragguaglio dei suoi clienti, delle loro malattie, delle cure, dei compensi, e anche di alcune liti da lui dovute intentare per ottenerli. Nell'elenco dei pazienti spicca su tutti il nome del cardinale Niccolò Forteguerri, tornato da Roma a Pistoia apposta per farsi curare, e che a guarigione avvenuta lo compensò con un bicchiere e con dodici cucchiai d'argento.
Dal matrimonio del B. con Diamante di Simone Cellesi, pure di famiglia pistoiese, avvenuto il 18 giugno 1458, nacquero undici figli, sei maschi e cinque femmine. I beni di famiglia, in un primo tempo goduti in comune col fratello Francesco, furono divisi nel 1465 dopo una serie di dissidi. Col ricavato della spartizione il B. acquistò una casa in via della Spina in cappella di S. Maria Forisporta.
Fu il B. persona di buona cultura anche al di fuori dell'arte medica. Dai suoi ricordi desumiamo anche notizie dei libri che teneva presso di sé, testi classici oltre che opere di medicina, e della cura con cui li faceva ornare di miniature.
Ebbe infine, dal 1459 al 1475, importanti uffici nella vita pubblica pistoiese. Fu consigliere del Popolo dal 1460 al 1475, gonfaloniere nel 1461, sindaco del Comune nel 1465, operaio di S. Iacopo nel 1468, priore nel 1471, conservatore del Monte di Pietà nel 1473. Nel 1470 aveva ricevuto, insieme con altri cittadini, l'incarico di studiare la riforma dei pubblici uffici, e nel 1463 era stato ambasciatore comunale a Firenze per le onoranze funebri a Giovanni di Cosimo de' Medici. Il libro dei ricordi arriva fino ai primi mesi del 1478, quando il B. si era ormai da tempo ritirato a vita privata. Di poco posteriore è la data della morte, il 5 nov. 1478.
Fonti eBibl.: Arch. di Stato di Pistoia, Orfanotrofio Puccini, Libro di ricordanze di mº P. B. dal 1448 al 1478; A. Chiappelli, Medici e chirurghi pistoiesi nel Medio Evo, Pistoia 1909, pp. 144-154; A. Garosi, Siena nella storia della medicina (1240-1555), Firenze 1958, p. 281.