POLIGNAC, Auguste-Jules-Armand-Marie, principe di
Uomo politico francese, fratello del precedente, nato a Versailles il 14 maggio 1780, morto a Parigi il 2 marzo 1847. Seguì le vicissitudini del fratello durante la rivoluzione e l'impero, e, sopraggiunta la restaurazione, fu da Luigi XVIII nominato successivamente maresciallo di campo, commissario straordinario a Tolosa, ministro plenipotenziario alla corte di Baviera, poi a quella pontificia. Seguì i Borboni a Gand e nella seconda restaurazione ebbe da Luigi XVIII l'incarico di pacificare il Delfinato e la Provenza. Nel 1815 fu membro di un comitato d'ispettori, che sotto la presidenza del conte d'Artois esercitarono una direzione speciale sulla guardia nazionale all'infuori d'ogni ingerenza ministeriale. Nel 1820 il pontefice lo creò principe romano. Ambasciatore a Londra dal 1823 al 1829, firmò il trattato del 6 luglio 1827 che affrancava il popolo ellenico dalla soggezione ottomana. Carlo X lo nominò ministro degli Affari esteri l'8 agosto 1829; e quando cadde il gabinetto Martignac, il P. assunse (19 novembre) la presidenza del consiglio. Fu autore delle famose ordinanze che determinarono la caduta della monarchia legittimista (luglio 1830). Il P., di fronte al furore popolare, tentò di fuggire in Inghilterra, ma fu arrestato a Granville (15 agosto 1830) e trasferito a Saint-Lô, quindi a Vincennes. Deferito alla Camera dei pari, vi ebbe a difensore il Martignac, e il 21 dicembre 1830 fu condannato alla prigione perpetua, dichiarato decaduto dai suoi titoli e morto civilmente. Rinchiuso nel forte di Ham, il 29 novembre 1836 ottenne di essere amnistiato. Visse il resto dei suoi giorni quasi sempre in Inghilterra, dedicandosi a studî storici, dei quali diede saggio con alcune Ètudes historiques, politiques et morales (Parigi 1845). Pubblicò pure nello stesso anno a Parigi una Réponse à ses détracteurs.