POLIGONO
. Fortificazione. - Si chiama così il tracciato di un'opera ridotta alla sua espressione schematica, e nel quale i lati della figura poligonale rappresentano l'andamento delle successive fronti della costruzione, e più precisamente si chiama poligono esterno quello che circoscrive i particolari delle successive fronti, e interno quello che segue l'andamento delle fronti dalla parte del difensore, in modo che esso poligono risulta iscritto nel perimetro della costruzione. Con la parola poligono s'intende altresì, nel linguaggio militare, un tratto di terreno, predisposto in maniera da servire per esercitazioni di tiro con proiettile, o di armi portatili o di artiglierie; variando, naturalmente, le dimensioni e l'organizzazione dei particolari secondo l'uso. I poligoni per tiro con armi portatili sono spesso cintati in maniera da evitare l'uscita dei proiettili dal campo di tiro, quando siano prossimi ad abitazioni o a luoghi di transito o di lavoro, ecc. La tendenza odierna è quella di cercare località dove, nel raggio della gittata massima dei proiettili, non debbano sostare o transitare abitualmente persone; e si collocano vedette, quando è il caso, per evitare che alcuno si introduca nella zona pericolosa. I poligoni per artiglierie - dato l'ampio raggio d'azione dei proiettili - non sono mai cintati. Però, quando furono in uso poligoni fissi, il sistema di sicurezza poté essere prestabilito in modo stabile. La tendenza odierna essendo quella di esercitare nel tiro gli artiglieri in terreni sempre variati, le misure atte a salvaguardare le persone debbono essere improvvisate e ispirate alle caratteristiche, varie da luogo a luogo, del terreno dell'esercitazione. In ogni poligono speciali misure di sicurezza debbono essere prese per il personale addetto ai bersagli, fissi e mobili.