polipo
Escrescenza o neoformazione di piccola dimensione, sessile o peduncolata, sporgente su una superficie mucosa (del naso, dello stomaco, dell’intestino, dell’utero, ecc.) e costituita da connettivo ricoperto da tessuto epiteliale che ha gli stessi caratteri e che si continua con quelli delle regioni limitrofe. I p. sono lisci, più o meno rotondeggianti. La loro origine è connessa a una proliferazione mucosa di varia natura (iperplastica, malformativa, neoplastica benigna o maligna); nei casi in cui l’estroflessione mucosa è determinata da una tumefazione in sede più profonda (angioma, neurinoma, ecc.) si parla, più propriam., di neoplasia polipoide. La presenza di numerosi p. in uno o più distretti dà luogo a varie patologie note come poliposi.
La maggior parte dei p. è asintomatica, e la diagnosi è conseguenza solitamente di un sanguinamento occasionale. I fattori che influenzano il rischio di una degenerazione maligna di un p. sono: numero di p. nello stesso distretto o apparato maggiore di 4; lesioni istologiche metaplastiche; flogosi cronica della mucosa sulla quale è presente il p.; familiarità; lesioni piatte mucose, non polipoidi, coesistenti al polipo. L’intervento di elezione è la polipectomia; alcuni studi mostrano che quella colonscopica ha ridotto l’incidenza del cancro del colon-retto negli Stati Uniti del 76÷90%.