politica monetaria
Insieme di scelte relative all’offerta di moneta e al tasso di interesse. La p. m. viene generalmente condotta dalla banca centrale che, oltre a stampare base monetaria (➔), si occupa di fissare il tasso di interesse di riferimento.
La banca centrale può controllare l’offerta di moneta in vari modi. Uno dei più comuni consiste nelle operazioni di mercato aperto (➔ mercato aperto, operazioni di), ossia nell’acquistare (o vendere) titoli dal mercato e cedere (o assorbile) in cambio moneta. Anche la fissazione del tasso di interesse può avvenire tramite diverse procedure operative. Alcune banche centrali (come la Federal Reserve di New York) effettuano interventi diretti sul mercato monetario. Altre (come la Banca Centrale Europea) determinano il tasso di interesse tramite l’impegno a intervenire nel mercato tutte le volte che tale valore rischi di andare al di fuori di una banda prefissata. Sia la quantità di moneta sia il tasso di interesse vengono fissati per raggiungere vari obiettivi, in primo luogo per mantenere stabile il tasso di inflazione (e questo di solito si raggiunge lasciando invariata la quantità di moneta). La banca centrale può altresì aumentare l’offerta di moneta per stimolare l’economia e favorire la crescita del prodotto aggregato nel breve periodo. Altre finalità della p. m. possono riguardare il controllo dei tassi di cambio, il contenimento del tasso di disoccupazione eccetera.
Per lungo tempo la p. m. è stata legata strettamente a quella fiscale, in alcuni casi anche tramite la stampa di base monetaria per finanziare la spesa pubblica. Questo ha fatto sì che la quantità di moneta fosse spesso vincolata alle esigenze della politica fiscale e subisse incrementi incontrollati che generavano spirali inflazionistiche. A seguito delle crisi inflazionistiche degli anni 1970 si è invece affermato un modello di indipendenza e accountability (➔) delle scelte monetarie, che si è ulteriormente rafforzato nel corso degli anni 1990 e durante gli anni 2000, quando si è imposto in molti Paesi il cosiddetto modello di inflation targeting (➔ inflazione p), che ha portato le banche centrali a definire un target (un obiettivo) in termini di livello di inflazione da non superare. La crisi finanziaria del 2007-08 ha aperto la strada a p. m. non convenzionali, al fine di offrire prestiti di ultima istanza, dato che il sistema bancario si è trovato a corto di liquidità, nonostante le singole banche fossero solventi. Il ruolo della banca centrale di prestatore di ultima istanza, tuttavia, deve essere svolto per un periodo limitato di tempo, altrimenti potrebbe generare fenomeni di azzardo morale (➔) da parte degli intermediari creditizi. La sequenza di crisi finanziarie che ha colpito vari Paesi industrializzati a partire dal 2007 ha suggerito una riflessione ulteriore sul ruolo della p. m., in particolare circa l’opportunità di affidare all’autorità monetaria anche la vigilanza sulla stabilità finanziaria del sistema economico.