politica online
loc. s.le f. Comunicazione politica mediante la rete telematica, che prevede anche la possibilità di raggiungere direttamente i singoli elettori.
• «Gli elettori che nel 2008 hanno utilizzato internet per informarsi sono stati il 16%, contro il 45% degli Usa nello stesso anno. Fra i sette paesi che ho considerato, gli italiani sono al penultimo posto, seguiti solo dagli spagnoli (10% nel 2008). Questo dato non dipende da uno scarso interesse per la politica online, ma dal fatto che ancora oggi solo tre italiani su cinque hanno accesso alla rete. Il problema non deriva da carenze infrastrutturali, ma culturali: gran parte della popolazione anziana, soprattutto al Sud, non sa come si usa un computer e quindi non può nemmeno immaginare di collegarsi a internet» (Cristian Vaccari intervistato da Roberto Bertinetti, Piccolo, 7 luglio 2012, p. 45) • La politica online tende ‒ come dice [Giovanni] Favia ‒ a una «democrazia liquida dove i cittadini possano decidere continuamente». (Luigi Manconi, Unità, 19 settembre 2012, p. 1, Prima pagina) • E poi ancora: «Adesso [Massimo] Bugani e [Marco] Piazza sono anche stati nominati responsabili delle scuole di politica online di [Beppe] Grillo, curioso eh? Quando le facevo io non andava bene». Quasi quasi perde la sua calma appenninica, [Andrea] Defranceschi. «Sto meglio dove sto. Mal che vada litigo con il fornitore del caffè». (Caterina Giusberti, Repubblica, 23 agosto 2015, Bologna, p. VII).
- Composto dal s. f. politica e dall’agg. ingl. online ‘in linea’.
- Già attestato nella Repubblica del 20 agosto 2000, Milano, p. II.
> politica digitale.