POLOCK (pron. Polozk; grafia occident. usuale, Polotsk; A. T., 69-70)
Città della Russia Bianca, situata sulle due rive della Dvina, importante punto strategico e nodo stradale, sulla ferrovia Vitebsk-Daugavpils. Nel 1933 contava 25.300 ab., per più di ⅓ Ebrei. Dell'importanza della città in tempi passati testimoniano il castello, la cattedrale di Santa Sofia del sec. XI, rifatta in parte nel 1750, le chiese di S. Nicola (1745) e della Trasfigurazione del secolo XI.
Storia. - Dal sec. IX Polock si afferma come una delle più antiche piazzeforti rutene e capitale di un principato indipendente. Questo principato sino dal sec. XIII fu preso di mira dall'espansione lituana e all'inizio del sec. XIV entrò definitivamente a far parte del principato lituano; insieme con esso nel sec. XIV entrò nell'Unione con la Polonia e vi rimase sino alla fine del sec. XVIII. Nel 1563 Polock fu conquistata dalla Moscovia, ma già nel 1579 venne ripresa, dopo assalti accaniti, dal re polacco Stefano Báthóry. Nel 1580 sorse a Polock un collegio gesuitico. Quale sede dell'arcivescovo ortodosso, Polock fu un centro importante del movimento d'unione con la Chiesa cattolica. Nella seconda metà del sec. XVI gli arcivescovi di Polock passarono all'Unione. Nel 1839, quando il governo russo abolì l'Unione, l'arcivescovato di Polock divenne ortodosso.
Nella prima spartizione della Polonia (1772), Polock fu assegnata alla Russia. Dopo l'abolizione dell'ordine dei gesuiti, il quale però rimase nella Russia che non ne aveva riconosciuta l'abolizione, Polock fu il centro principale dell'attività dei gesuiti; negli anni 1812-1820 questi vi fondarono un'accademia.