POLONIA
Musei archeologici e Raccolte d'arte antica. - Per musei archeologici (A) si intendono in Polonia quelli che contengono le raccolte preistoriche e protostoriche. Invece le Raccolte d'arte antica (B) sono parte delle collezioni dei Musei Nazionali di Varsavia, Cracovia e Poznan.
A) Musei Archeologici. - La Polonia è divisa in sette province ed in ognuna di esse si trova un Museo Archeologico:
1. Varsavia (Warszawa). - Il Museo Archeologico fondato nel 1928, possiede le più grandi collezioni archeologiche riguardanti tutto il territorio polacco. Dopo il 1945 vi furono aggiunte le ricche collezioni e la preziosa biblioteca del vecchio Museo Archeologico di Erasmo Majewski.
Le raccolte di questo museo abbracciano l'ambito territoriale della Polonia, dalle età paleolitica e neolitica, attraverso l'Età del Bronzo, di Hallstatt e di La Tène, fino all'epoca dell'influenza romana e al primo Medioevo. Sono affidate alle cure del museo le miniere neolitiche di pietra focaia (700 pozzi) dove si facevano le scuri che furono oggetto di commercio e di scambio per un vasto raggio. Le antichità preziose sono costituite da vasi d'argento rinvenuti nella così detta Tomba del Principe a Lęg Piekarski; da una statuetta romana in rame rinvenuta a Brunary Wielkie (comune di Grybów); un tesoro d'argento della metà del VI sec., proveniente da Konarzew, provincia di Leczyca, e parzialmente asportato dagli occupanti tedeschi durante la seconda guerra mondiale; un tesoro d'argento di Borucin rinvenuto in un recipiente del sec. XI.
Bibl.: Wiadomości Archeologiczne (Notizie archeologiche), I-XXVIII, 1873-1961 precedentemente pubblicate dalla Società Statale dei Conservatori; Sprawozdania Państwowego Muzeum Archeologicznego (Rendiconti del Museo Archeologico Statale), I-V, 1948-1953; Materialy Starozytne (Materiali antichi), I-VII, 1956-1961.
2. Biskupin. - A circa 90 km a N-E di Poznan e a circa 52 km a S di Bydgoszcz, tra una catena di laghi, si trova il villaggio di Biskupin, divenuto famoso grazie alle scoperte archeologiche iniziate nel 1934 che hanno portato alla luce i resti di un centro abitato dalla fine dell'età paleolitica fino al Medioevo. Del più antico insediamento si hanno utensili di corno e di osso, appartenenti a gruppi nomadi; poi una costruzione lunga 36 m a carattere di abitazione e di azienda agricola e di allevamento delle comunità matriarcali qui immigrate nell'età neolitica dai paesi danubiani; e infine un grande recinto (circa 5000 mq) per il bestiame e le greggi, con capanne per i pastori, prima scoperta del genere in Europa riferibile all'Età del Bronzo.
Le scoperte più interessanti appartengono ai resti di centri abitati pre-slavi della prima Età del Ferro, e anzitutto quelli costruiti su un'isola di due ettari da due successivi insediamenti. Grazie alla umidità delle fondamenta, se ne è conservata la parte inferiore fino ad una certa altezza. L'isola era circondata da un "paraonda" di molti ordini di pali (circa 35.000), rafforzato nella parte N-O mediante un sistema per spezzare i ghiacci. Questi pali circondavano un vallo-riparo di legno e terra largo 3 m. Nella parte S-E di questo vallo vi era un'apertura con cancelli (3 m di larghezza) a cui arrivava un ponte costruito sulle diramazioni del lago (circa 120 m di lunghezza). Parallelamente al vallo correva una strada circolare dalla quale partivano le strade trasversali, pressappoco in direzione E-O. Lungo queste strade si trovavano le case, in numero di circa 102-106, disposte in 13 file.
Sono tutte costruite con la stessa tecnica e divise in due parti: l'atrio e la stanza principale. L'entrata di ogni casa si apriva nel lato meridionale, la superficie era sempre la stessa: 90 mq. L'uguaglianza della superficie dimostra che la popolazione di allora non era ancora differenziata dal punto di vista patrimoniale e da quello sociale. Nell'abitato vivevano 102-106 famiglie della stessa gens, la cui base di vita, stando ai resti ritrovati, doveva essere la coltivazione della terra, l'allevamento del bestiame, la pastorizia e, in grado minore, la pesca e la raccolta. Si è constatata la presenza di fonderie per il bronzo e molti oggetti legati alla pratica religiosa e magica. Il primo abitato dimostra di essersi estinto in seguito alle lotte fra le varie gentes; il secondo, ricostruito sulla stessa pianta, dovette soccombere all'attacco degli Sciti. Ciò accadde circa 400 anni prima della nostra èra.
Fra le scoperte dei tempi posteriori, le più importanti sono costituite dai resti dell'abitato di un centro del primo feudalismo, che si sviluppò durante varî secoli, come dimostrano tre fortilizi costruiti successivamente dal VI-VII sec. fino all'XI, nella regione più vicina. Essi erano al centro di una grande proprietà terriera.
Sono state scoperte delle grotte adibite ad affumicatoio, risalenti al VII-X sec. ed altre per la fabbricazione del catrame di betulla.
Il museo di Biskupin si trova sul posto dei ritrovamenti archeologici: una parte dell'antico abitato è stata ricostruita, una parte è stata scoperta e conservata insieme a una esposizione parziale degli oggetti ritrovati; gli altri materiali si trovano nei musei di Varsavia e di Poznan.
Bibl.: J. Kostrzewski, Grod praslowiański w Biskupinie w pow. żnińskim (Il villaggio protoslavo di Biskupin nel distretto di Żnin), Poznan 1938; Wl. Szafrański, Wyniki prac wykopaliskowych na stanowisku nr 6 w Biskupinie (Risultati degli scavi nel settore n. 6 di Biskupin), in Sprawozdania Państwowego Muz. Arch. (Rendiconti del Mus. Arch. Statale), III, 1950, pp. 123-44; Z. Rajewski, Biskupin. Station de fouilles archéologiques en Pologne, Varsavia 1959; id., Settlements of a Primitive and Early Feudal Epoch in Biskupin and its Surroundings, in Archaeologia Polona, II, 1959, pp. 85-122; F. Malinovski, Funeral Customs of the Bronze a Iron Ages in Poland, in Archaeology, 16.3 (autumn 1963) p. 183 ss.
3. Cracovia (Kraków). - Museo Archeologico, fondato nel 1873. Le raccolte archeologiche di questo museo sono formate da oggetti provenienti dalle regioni meridionali della Polonia. Sono in primo luogo caratteristiche del museo le raccolte paleolitiche delle grotte presso Cracovia: Ciemna, Okiennik, Maszycka. Fra i materiali neolitici meritano particolare attenzione le raccolte del periodo della ceramica dipinta (Horodnica, Bilcze Złote). Le antichità celtiche di questo territorio si trovano in parte a Cracovia e in parte a Varsavia. Tra gli oggetti d'importazione romana si può citare la coppa di vetro di Koszyce (comune di Pinczów). Interessanti sono anche gli oggetti e arnesi in ferro, come vomeri e falci.
Il pezzo più noto di questo museo è la statua in pietra di un'antica divinità pagana, Światowit, rinvenuta nel fiume Zbrucz.
Bibl.: Sprawozdania Archeologiczne (Rendiconti archeologici), I-XI, 1955-1960, pubblicati dal museo.
4. Danzica (Gdańsk). - Caratteristici di questo Museo Archeologico sono materiali neolitici, antichità della civiltà della Pomerania (urne con facce umane) e della comunità insediata a Danzica nell'alto Medioevo (X sec.).
5. Lodz (Łódź). - Il Museo Archeologico è stato fondato dopo la seconda guerra mondiale. Raccoglie le antichità della Polonia centrale, a partire dalla fine dell'età paleolitica fino al primo Medioevo. Un soggetto unico fra le antichità polacche è la tomba mesolitica scoperta a Janis-Iawice. Essa conteneva, oltre lo scheletro, alcune decine di oggetti in silice, fra cui punte di lance di tipo "tardenoise", oggetti di osso e di corno, e collane composte da 20 denti di cervo. Da una ricca tomba di Witaszewice (comune di Lęczyca) proviene, ben conservata, una coppa in terra sigillata.
Bibl.: Prace i Materialy Muzeum Archeologicznego i Etnograficznego w Łodzi (Opere e materiali del Museo Archeologico e Etnografico di Lodz); K. Jwski, Przewodnik Muzeum Archeologicznego w Lodzi (Guida del Museo Archeologico di Lodz), Lodz 1951.
6. Poznaṅ (ted. Posen). - Il Museo Archeologico fu fondato nel 1857 dall'Associazione degli Amici della Scienza di Poznaṅ come Museo delle Antichità Polacche e Slave. Le raccolte di questo museo comprendono antichità dalla fine dell'età paleolitica fino al primo Medioevo. Tra le più interessanti ricordiamo: un paio di piccoli buoi in rame rinvenuti a Bytyn insieme a scuri di rame. Molti tesori di oggetti in bronzo e anche in oro appartenenti alla civiltà di Lausitz; un ricco materiale dell'epoca della influenza romana, necropoli e oggetti di importazione romana, come quelli provenienti da Kościelna Wieś (provincia di Kalisz), e da Siemienic (comune di Kępno).
Bibl.: Fontes archeologici Posnanenses, I-XI, 1951-1960; B. Kostrzewski,Prehistoria Polski Zachodniej: Katalog wystawy (Pre- e protostoria della Polonia occidentale: catalogo della mostra), Poznan 1956.
7. Szczecin (Stettino). - La Sezione Archeologica del Museo della Pomerania occidentale è stata riordinata e riaperta nel 1948. La raccolta del vecchio museo di Stettino è stata molto danneggiata: tutte le antichità in oro e argento sono state asportate durante la guerra.
Nel Museo della Pomerania occidentale si trova anche una interessante raccolta di barche: una del periodo neolitico, una dell'epoca del Bronzo, e due dell'alto Medioevo di tipica costruzione slava.
Bibl.: Materialy Zachodnio-Pomorskie (Materiali della Pomerania occidentale), I-V, 1955-1959.
8. Wrocław (Wrocław, Breslavia). - Il Museo Archeologico si compone di circa 40.000 oggetti e abbraccia il periodo dal Paleolitico fino all'alto Medioevo. Un particolare rilievo è stato dato a due periodi finora trascurati: la cultura lusaziana o di Lausitz (dal III periodo del Bronzo fino alla civiltà di Hallstatt) e all'alto Medioevo.
Meritano di essere notati gli oggetti dal Neolitico, che riguardano i più antichi insediamenti sulle terre polacche (plastica figurale: un montone da Jordanòw, una statuetta femminile da Raciborz-Ocice), ricchi tesori della cosiddetta cultura di Unietyce in cui i prodotti d'oro, ceramica dipinta e gli oggetti importati di bronzo (per esempio tre tesori di oggetti in bronzo da Woskowice Małe, comune di Namysłów; carretti cultuali in bronzo da Kalowice, comune di Trzebnica e da Pierstnica, comune Milicz; fibule ornate con uccelli da Kolsko, provincia di Zielona Gòra). Le situle in bronzo venivano importate in Slesia dall'Italia. Gli oggetti conservati nel museo dimostrano i contatti della Slesia con l'Ungheria e con i paesi delle Alpi orientali. Materiale celtico proviene da Nowa Cerekiew, comune di Głubczycei: Sobociska, provincia di Wrocław e da Žerniki Wielkie, della stessa provincia. Gli scambi commerciali con le province romane vengono confermati dalla grande quantità di monete, dagli oggetti importati, di bronzo, d'argento e di vetro (Gosławice, provincia di Opole; Ługi, comune di Gòra Sląska; Zakrzow, comune di Olesnica). Wrocław giaceva sulla via dell'ambra (3000 kg di ambra grezza sono stati scoperti nel quartiere di Wrocław-Partenice). All'alto Medioevo si riferiscono gli oggetti trovati durante gli scavi fatti a Wrocław (Ostròw Tumski) e nell'Opole (Ostrówek). I ritrovamenti che riguardano gli inizî delle città dei sec. X-XII, hanno carattere decisamente polacco.
Bibl.: Slesia Antiqua, I-IV, 1959-62; W. Sarnowska, Slask starożytny Wczesnoredniowicezny (Slesia antica e medievale), Wrocław 1954.
(W. Sarnowska)
B) Raccolte d'arte antica. - 1. Varsavia (Warszawa). - La Galleria d'Arte Antica nel Museo Nazionale di Varsavia contiene raccolte di arte dell'Egitto, della Grecia, dell'Etruria e di Roma. Di queste raccolte fanno parte tanto oggetti provenienti da scavi archeologici delle spedizioni scientifiche polacche dal XVIII sec. in poi, quanto altri provenienti da collezioni private. Le collezioni private sono entrate a far parte delle raccolte dei musei come donazioni, acquisti e in seguito a nazionalizzazione (1945). Nella Galleria d'Arte Antica sono entrate le collezioni di antichità dei musei di Wrocław e di Stettino. Sono entrate a far parte del museo anche la collezione di Wilanòw (la villa in stile italiano fatta costruire da Giovanni III Sobieski tra il 1681 e 1684; i vasi greci e italioti sono stati trasportati nel museo, mentre la maggior parte dei bassorilievi sono rimasti sul posto), la collezione di Nieboròw (per la maggior parte rimasta sul posto) e la collezione di Lancut trasferita a Varsavia.
La fondazione delle raccolte antiche al Museo Nazionale di Varsavia (benché lo stesso museo abbia celebrato nel 1962 il suo centenario) ha inizio solamente dal 1920, quando, dopo l'indipendenza ricuperata, arrivano i primi preziosi doni di Semerau-Siemianowski, Chojnowski, Tyszkiewicz.
P. Chojnowski raccoglieva gli oggetti anzitutto in Crimea; ci sono vasi greci, terrecotte, vetri, oggetti di bronzo. Simile carattere hanno le collezioni di Semerau-Siemianowski, messe insieme nel Vicino Oriente; ma la parte principale è la raccolta di monete antiche che sono la base del Gabinetto Numismatico.
La raccolta di M. Tyszkiewicz, uno dei più noti collezionisti della seconda metà del XIX sec., venduta nel 1883 a Parigi, fu divisa fra numerosi musei (Louvre, Metropolitan Museum, British Museum). A Varsavia pervennero soprattutto oggetti egiziani. Fanno adesso parte del museo i resti delle collezioni antiche, già riunite a Gołuchòw nel 1880 da Isabella di Czartoryski Dzialyiṅska, formate sul mercato antiquario di Napoli, Capua, Roma e in Grecia, esposte a Parigi alla mostra nel 1867 e alla mostra mondiale al Trocadero nel 1878, recuperate nel 1956, dopo la dispersione avvenuta durante la guerra.
Le antichità egiziane di Edfu, raccolte durante una campagna di tre anni (1937-39) condotta dall'Università di Varsavia, assieme all'Istituto d'Archeologia dell'Oriente al Cairo, sotto la guida di K. Michałowski, costituiscono la parte più cospicua dell'esposizione stabile dell'Arte Antica al Museo Nazionale di Varsavia aperta il 1° giugno 1938. La seconda guerra mondiale ha distrutto in gran parte le collezioni, che furono quasi completamente asportate dall'invasore mentre i bombardamenti distrussero largamente gli edifici.
Attualmente le collezioni del museo vengono soprattutto accresciute mediante gli oggetti portati alla luce dagli scavi, compiuti in Crimea negli anni 1956-58, nell'Egitto ad Athribis dal 1957, nel Sudan a Faras nel 1961, e a Palmira 1959-61 (tutti diretti da K. Michałowski).
Un importante contributo portato al settore dell'arte antica fu la consegna, nel 1960, di un deposito da parte del Museo del Louvre, costituito da 150 notevoli pezzi antichi di arte egiziana, greca, etrusca e romana.
La sezione egiziana contiene opere d'arte predinastica, e fino al periodo copto. I complessi più importanti appartengono al periodo del Regno Antico, la mastaba di Isi, con il suo corredo, costituisce un complesso notevole fra tutti quelli analoghi esistenti, di questo periodo, in Europa. Il museo possiede anche una collezione, offerta dall'Institut Français d'Archéologie Orientale del Cairo, proveniente dagli scavi del Bruyère a Deir el-Medīneh e costituita da sarcofagi antropoidi e da corredi delle tombe di modesti operai costituenti la popolazione di quella città.
La sezione dell'arte greca presenta una importante collezione di ceramica, che riunisce adesso tutti i materiali delle raccolte di Gołuchow, Lancut, Wilanòw, del Museo Erazm Majewski, e quelle di collezioni private prima sconosciute; i vasi scavati da S. Kostka Potocki a Nola in Italia, le inedite collezioni di vasi del museo di Stettino e di Wrocław.
I complessi ellenistici più interessanti provengono dagli scavi di Mirmeki in Crimea con ceramiche a rilievo, importate o di fabbriche locali, statuette e statue di terracotta, per lo più di produzione dei centri del Bosforo, mentre altri complessi ricordano le produzioni di Amyssos e anche di Alessandria. Mirmeki ha dato anche i molti timbri di anfore, che permettono di stabilire le relazioni commerciali con città come: Sinope, Heraklea, Rodi, ecc. Oltre a numerose copie di età romana, completa il quadro della scultura greca la sala che contiene 20 statue fuse modernamente in bronzo, copie delle più famose sculture antiche. Esse si trovavano prima nel museo di Stettino.
L'arte etrusca è rappresentata appena da una decina di oggetti, alcuni vasi con figure nere, e altri con figure rosse, una decina di oggetti di bronzo, qualche urna.
L'arte romana è rappresentata da qualche ritratto, tra cui si distingue un ritratto infantile del I sec. e un ritratto di Domizia Lucilla, la madre dell'imperatore Marco Aùrelio; alcuni sarcofagi, di cui il più interessante è quello infantile del III sec. con una scena di circo raffigurante una gara di amorini.
L'arte delle province è rappresentata da due bassorilievi: Caracalla sullo sfondo di un trofeo, e un ritratto femminile da Palmira. Il periodo più tardo è chiuso da un sarcofago di Ravenna con Cristo seduto con i quattro Apostoli.
Bibl.: La Galleria dell'Arte Antica pubblica monografie e cataloghi illustrativi e brevi prospetti di divulgazione scientifica, oltre ai cataloghi di mostre temporanee di materiali scelti del museo. Gli studî minori riguardanti le antichità del museo sono pubblicati nell'Annuario del Museo Nazionale di Varsavia (Rocznik Muzeum Narodowego w Warszawie).
J. D.Beazley, Greek Vases in Poland, Oxford 1928; K. Bulas, C. V. A., Pologne I, Gołuchów: Musée Czartoryski, Varsavia-Cracovia 1931; id., C. V. A., Pologne III, Collections diverses (Varsovie, Wilanów, Poznań, Wilna, etc.), Varsavia-Cracovia 1936; M. L. Bernhard, C. V. A., Pologne IV, Musée National i, Varsavia 1960; J. de Witte, description des Collections d'antiquités conservées à Hôtel Lambert, Parigi 1886; W. Froehner, Orfèvrerie antique, du Moyen Age et de la Renaissance, Parigi 1897; id., Antiquités. Collections du Château de Gołuchôw, Parigi 1899; N. Pajzderski, Przewodnik po Muzeum w Goluchowie (Guida del Museo di Goluchów), I-II, Poznan 1913-1929; K. Michalowski, Ein Niobekopf aus Sammlungen des Fürsten Radziwill in Nieborów, in Arch. Anz., 1927, pp. 58-70; J. Bromski, Les tablettes cunéiformes de la collection du Musée National à Varsovie (Tabliczki sumeryjskie Muzeum Narodowego w Warszawie), in Rocznik Orientalisticyzny (Annuario orientalistico), Lwów 1928, pp. 1-20; B. Schweitzer, Antiken in Ostpreussischen Privatbesitz, in schriften der Königsberger Gelehrten Gesellschaft, Halle-saale 1929, pp. 155-98; J. Starczuk, sculptures antiques de Wilanów, II, in Eos, XXXIII, 1930-31, pp. 555-70; E. Schmidt, Die Antiken der Kunstsammlungen der Stadt Breslau, in Die Hohe Strasse, I, 1938, pp. 259-93; A. Szemiothowa, Numizmatyka starolytna. Katal Wystawy Stazej (Numismatica antica. Catalogo della mostra stabile), Varsavia 1951; A. Sadurska, Les inscriptions latines et monuments funéraires romains au Musée National de Varsovie, Varsavia 1953.
2. Cracovia (Kraków). - Le collezioni d'arte antica a Cracovia sono attualmente (1962) in fase di riordinamento e se ne prevede la sistemazione per il 1964. Le raccolte provengono da collezionisti privati, fra i quali il principale fu L. Czartoryski, il cui museo dal 1950 forma una sezione del Museo Nazionale. Vi appartengono anche le collezioni di Czapski. Dal 1946 vi sono state trasferite anche le antichità già radunate a Krzeszowice, acquistate in gran parte a Roma dal Potocki nella prima metà del XIX secolo. Le collezioni di Cracovia abbracciano circa 2000 oggetti e rappresentano le civiltà della Mesopotamia, dell'Egitto, della Grecia, di Etruria e di Roma.
La collezione egiziana contiene sarcofagi e stele, ceramiche, frammenti di tessuto (notevole anzitutto un tessuto a colori con ritratto di donna del II-III sec. d. C.) e due ritratti del Fayyūm. La maggior parte degli oggetti sono inediti.
Le collezioni di arte greca comprendono una ottima serie di vasi corinzî, attici, a figure nere e a figure rosse e di vasi dell'Italia meridionale, una buona collezione di oggetti di bronzo, qualche scultura in copie romane, una grande collezione di terrecotte. Fra gli oggetti più preziosi sono i coperchi in rilievo di specchi in argento.
Fra le poche antichità etrusche, 3 sarcofagi, qualche urna, alcune decine di vasi di varia epoca, e buccheri; oggetti di bronzo e alcuni esemplari di gioielleria.
Per l'arte romana, numerosi frammenti di sarcofagi, dei quali molti provengono dalle vecchie collezioni di Krzeszowice, e tra questi qualche sarcofago paleocristiano. Interessante la collezione di vetri, dove sono rappresentati quasi tutti i centri di produzione, da quella egiziana del V sec. a. C. fino a quella dei vetri siriani della tarda antichità.
Vi sono sezioni di glittica e numismatica. Anche l'Università Jagellonica, a Cracovia, possiede una non grande collezione antica, proveniente in gran parte dalle donazioni di L. Czartoryski, con alcuni vasi greci, piccoli bronzi, vetri, terrecotte, in gran parte provenienti probabilmente da Cipro.
Il museo di Cracovia contiene anche oggetti provenienti dagli scavi effettuati alla fine del sec. XIX a Carnuntum.
Bibl.: M. Sokolowski, Muzeum X. X. Czartoryskich (Il Museo Czartoryski), in Kwart. Hist., VI, 1892, pp. 229-76, p. 48; id., Zbiór gemmoglyptyczny Muzeum Narodowego w Krakowie (La raccolta di gemme incise del Museo Nazionale a Cracovia), in studya i szkice z dziejów sztuki i cywilizacij, Cracovia 1899, pp. 179-201; G. Werner, De imaginibus Graeco-Aegyptiis in colonia, cui El Fayum nomen est, repertis et Cracoviae asservatis observationes, in Eos, XV, 1909, pp. 130-37; M. Ruxerówna, Naczynia cypryjskie i mykeńskie w zbiorach gabinetu archeologii klasycznej Uniwesytetu Jagiellońskiego w Krakowie (La ceramica cipriota e micenea nella raccolta del Gabinetto archeologico dell'Univesità Jagellonica a Cracovia), in Przgel. Arch. (Rivista archeologica), II, 1922, pp. 60-85, tav. 2; J. D. Beazley, Greek Vases in Poland, Oxfod 1928, pp. XVI, 87, tav. 32; K. Bulas, C. V. A., Pologne II, Collections de Cracovie, Varsavia-Cracovia 1935.
3. Poznań (Poznan'). - Il Museo Nazionale di Poznań possiede una modesta collezione (già privata) che è venuta a far parte del museo dopo la prima guerra mondiale: alcuni oggetti egizî, una stele funeraria del Nuovo Regno; alcune decine di vasi greci e di terrecotte; lucerne romane e vetri; alcune decine di ritratti romani.
Bibl.: P. Bieńkowski, O popiersiach cesarzów rzymskich na zamku w Poznaniu (I busti degli imperatori romani nel castello di Poznan), in Poznańskie Tow. Przyj. Nauk. Prace Komisji Histoii Sztuki (Associazione degli Amici delle Scienze, Studi della Commissione di Storia dell'Arte), I, 2, Poznan 1923; K. Bulas, C. V. A., Pologne III, Varsavia.
(M. L. Bernhard)