polso
Sostantivo raro, esclusivo della Vita Nuova e dell'Inferno; è usato solo al plurale, e nell'Inferno sempre in rima.
In If I 90 ella [la lupa] mi fa tremar le vene e i polsi, il termine, come spiegava già il Magalotti e come intendono, in genere, gl'interpreti moderni, significa le " arterie ", cioè " ogni luogo ove pulsa il sangue "; e questa interpretazione trova conferma nella glossa del Landino (" le vene... quelle dove è il sangue, e i polsi, idest le vene pulsatili ") e in quella, più precisa, del Vellutello (" che tutte sono però vene, dove sta 'l sangue, ma non tutte pulsatili "). Del resto, possediamo una definizione di Ugo da San Vittore (De Anima II 12), citata dal Torraca: " le vene dei polsi si chiamano arterie ". Il Mazzoni segnala la presenza dei due termini accoppiati, nel Flamenca, ediz. Meyer, v. 2146 " no' il troba ni pols ni vena ".
Ancora associato all'idea di ‛ tremare ', p. compare in Vn II 4 lo spirito de la vita, lo quale dimora ne la secretissima camera de lo cuore, cominciò a tremare sì fortemente, che apparia ne li menimi polsi orribilmente, cioè " nelle più piccole arterie, facendole pulsare vivamente " (Pazzaglia), e XVI 10 14 nel cor mi si comincia uno tre-moto, / che fa de' polsi l'anima partire, " il tremito del cuore caccia via l'anima attraverso l'accelerare delle pulsazioni " (Sapegno).
In If XIII 63 fede portai al glorïoso offizio, / tanto ch'i' ne perde' li sonni e ' polsi, il sostantivo è inteso generalmente nel senso di " vigoria ", " salute ": " cioè la vita che sta nel sangue che è nelle vene, e nelli spiriti vitali che sono nell'arterie che si manifestano per li polsi " (Buti); " dovetti rinunziare al riposo durante la notte, e la salute e vigoria del mio corpo ne fu indebolita; di che è indizio l'infiacchirsi de' polsi " (Scartazzini-Vandelli); ma il Tommaseo, che legge lo sonno e i polsi, preferisce intendere " prima la pace, poi la vita " (come già in Benvenuto: " quietem et sanitatem "), e questa seconda interpretazione è difesa dal Sapegno (" perdere i polsi significava, come appare da diversi esempi, ‛ perdere la vita ', meglio che non ‛ logorarla ' "). Circa la variante le vene e ' polsi, molto diffusa, che è un'eco di If I 90, v. Petrocchi, ad l., e Introduzione 139.