POLYKLEITOS (πολύκλειτος)
3°. - Architetto greco del IV sec. a. C. Pausania (ii, 27, 5) afferma ch'egli fu l'ideatore dell'edificio circolare e del teatro d'Epidauro, più d'ogni altro pregevole per la sua armonica bellezza; e non v'è ragione di dubitare di questa testimonianza, anche se l'iscrizione della thòlos, che la definisce thymèle, cioè altare, e ch'è databile intorno alla metà del secolo, non ci serba il nome dell'architetto.
A giustificare la sua fama presso gli antichi ed a rivelarci i caratteri della sua arte bastano gli avanzi, molto ben conservati, del teatro e della thòlos: i sottili accorgimenti nella costruzione delle singole parti e la riuscita fusione in un organico insieme di strutture e di ordini diversi, la delicata grazia degli ornati, la predilezione per la pianta circolare e la variata modulazione delle curve rivelano un temperamento raffinato, più sensibile alla ricercata eleganza di forme complesse che alla sobrietà di linee Vigorose. In un tale stile si può forse trovare conferma dell'identità dell'architetto col secondo scultore dello stesso nome (v. polykleitos, 4°), identità, che la cronologia suggerisce, ma nessun documento comprova.
Bibl.: C. Weickert, in Thieme-Becker, XXVII, 1933, p. 230; J. Jongkees, in Jahrbuch, LIV, 1939, p. 219 ss.; Ch. Picard, Manuel d'Archéologie Grecque, III, i, Parigi 1948, p. 314 ss. Per i due edifici: (ivi bibl.). Per il teatro da ultimo: O. A. W. Dilke, in Annual Brit. School at Athens, XLV, 1950, p. 42 ss.; W. B. Dinsmoor, The Architecture of Ancient Greece, Londra 1950, p. 235 ss. e p. 244 ss.; E. Fabricius, in Pauly-Wissowa, XXI, 1952, cc. 1720-1722, s. v., n. 15.