POMERANIA (ted. Pommern; polacco Pomorze "lungo il mare"; A. T., 51-52)
Provincia della Prussia che si affaccia al Baltico per 450 chilometri dal confine col Meclemburgo al confine polacco, vasta 30.267 kmq. (poco più del Piemonte), divisa dall'Oder nelle due parti, occidentale (Vorpommern) e orientale (Hinterpommern).
La Pomerania occidentale presenta lungo la costa un tipico aspetto (costa a Bodden), che rispecchia la genesi del territorio: si tratta di una successione irregolare di golfi separati da bassi lidi, dovuti a sommersione; il mare ha infatti invaso delle bassure moreniche, nelle quali si può entrare solo attraverso strette aperture; le rive sono del resto basse e la costa sabbiosa e in più tratti rettilinea. Le zone più caratteristiche si trovano presso la penisola di Darss-Zingst e lungo la costa occidentale di Rügen, la maggiore isola della Germania (kmq. 967), la quale consta di molte isole riunite da bassi sedimenti e da cordoni sabbiosi; a occidente la costa è assai frastagliata e bassa; a oriente Rügen s'innalza invece sul mare fino a 160 m. nello Stubbenkammer, uno spuntone cretacico di gesso, abraso dalle onde. L'Oder non arriva col suo corso fino nel Golfo di Pomerania, ma si getta nel Dammscher See in comunicazione con lo Stettiner Haff (detto anche Oder Haff) che è una laguna o meglio un Bodden d'acqua dolce, dove già in epoca glaciale esisteva un lago che raccoglieva le acque durante i periodi di ritiro; ora esso è chiuso dalle isole di Usedom e Wollin, le quali constano di sedimenti recenti sovrapposti a terreni più antichi in parte sommersi; esistono tuttavia tre comunicazioni col Baltico: la più usata è quella centrale o di Swinemünde, mentre quella orientale (di Dievenow) è quasi insabbiata. L'isola Wollin è assai pittoresca, con tratti di costa alta e laghi circondati da boschi. Da questo punto ha inizio la costa della Pomerania orientale, unita, rettilinea, bassa, accompagnata da cordoni di dune; più oltre, essa è lambita da una serie di laghi costieri (il maggiore dei quali è quello di Leba, ampio 75,3 kmq.) che costituiscono i residui di lagune, chiuse poi da cordoni sabbiosi e in parte riempite.
La zona interna della Pomerania occidentale, che confina con il Meclemburgo e il Brandeburgo, è una contrada discretamente fertile, piuttosto monotona essendo pianeggiante, ravvivata da numerosi villaggi di benestanti agricoltori e da frequenti boschi di faggio, qua e là interrotta da sterminati coni di deiezione fluvioglaciali, espansi e poco rilevati. La Pomerania orientale è più pittoresca, formata com'è da una potente coltre di terreni morenici (150 metri di spessore), che si presenta come un dosso interrotto da corsi d'acqua ora a deflusso incerto, ora impetuosi (Peene, Persante, Stolpe), abbellito da numerosi laghi (30 dei quali hanno una superficie superiore al mezzo kmq.: il maggiore è il Dratzigsee, 18,6 kmq., 128 m. s. m., profondo 83 m.), coperto da boschi (tigli e querce secolari). È questa la cosiddetta Svizzera pomerana, una parte del Dosso baltico, enorme morena di fondo del ghiacciaio scandinavo, che continua ininterrotta per centinaia di km. fino in Estonia; la massima altezza è in Pomerania di 234 m.
La Pomerania, che è suddivisa nei due distretti di Stettino e di Köslin, contava nel giugno 1933 1.919.935 ab., con una densità di 63,4 ab. per kmq., pari a quella della Prussia orientale (63,1), ma notevolmente inferiore alla media della Germania (139,1). Nel 1871 gli abitanti erano già 1.432.766; l'aumento è stato di molto inferiore all'incremento naturale, data la forte emigrazione. I protestanti sono in grande prevalenza (solo 2% di cattolici). Non mancano tracce di popolazioni slave (circa 2000 Kasciubi al confine con la Polonia; frequenti villaggi rotondi). La popolazione è dedita soprattutto all'agricoltura, che tuttavia offre condizioni mediocremente favorevoli (terreni sabbiosi poco fertili, frequenza di paludi e torbiere, che coprono circa un decimo del territorio, clima piuttosto incostante). Le terre migliori si trovano nella Pomerania occidentale, nell'isola di Rügen, nei dintorni di Pyritz, lungo l'Oder e il Peene; oltre alla segala, all'orzo, alla patata, ai cavoli, nei terreni migliori si coltivano barbabietole e tabacco; condizioni peggiori si presentano nella zona collinosa dove più potente è la copertura morenica; ivi anche il manto forestale è stato in più luoghi distrutto, senza essere sostituito con colture. Ricordo della conquista germanica basata sull'organizzazione feudale (rafforzatasi durante l'occupazione svedese), la proprietà è per la massima parte nelle mani di grandi e medî latifondisti; il 55% dei terreni forma infatti dei possessi di oltre 100 ha. L'allevamento è rivolto sopra tutto agli ovini (800 mila capi, circa 1 ogni 2 abitanti) e alle oche, largamente esportate verso Berlino. È in atto un movimento sociale favorevole alla spartizione delle terre, che avrà la tendenza di diffondere maggiormente l'allevamento bovino e di creare nuovi prati artificiali. Trascurabili sono i depositi di minerali, in regresso la pesca, abbastanza fiorente la vita balneare. L'industria è quasi esclusivamente limitata a Stettino (cantieri, macchine, fabbriche di cemento, raffinerie di petrolio), posta presso l'ultimo passaggio dell'Oder; la città è tuttavia prevalentemente commerciale, come porto che fornisce a Berlino legno, ferro e carbone occorrenti alle industrie. Altri centri importanti sono Stralsund (43 mila ab.), di fronte a Rügen, e a SE. di questa Greifswald (29.500), città universitaria, Stargard (35.700) nella zona collinosa interna sulla sinistra dell'Oder e a oriente Kolberg (30 mila), Stolp (44 mila), e Koslin (33.800), la prima sul mare, le altre importanti mercati interni. (V. tavole CLXXXV e CLXXXVI).
Storia. - Le più remote notizie storiche la dànno abitata dalla popolazione germanica dei Rugii (onde il nome della prossima isola di Rügen) e dei Turcilingi. Fra il sec. V-VI d. C. vi si insediarono le popolazioni slave dei Vendi, Liutizî e Ucri, le quali hanno dato il nome al paese (pomorze "litorale"). Al tempo di Carlomagno le stesse popolazioni appaiono sotto il nome di Pomerani; già allora nelle profondità delle baie e delle lagune, negli estuarî dei fiumi si costituiscono i primi centri commerciali, e la chiesa compie i primi, vani tentativi di conversione al cristianesimo. Si ha notizia sicura di principi della Pomerania verso la fine del secolo XI. Il fondatore della potenza dei principi di Pomerania sarebbe uno Svantibor morto nel 1107; i suoi eredi spezzarono la Pomerania in due parti: la Pomerania vera e propria e la Pomerania minore o Pomerellia (cioè la parte più orientale, oltre Stolp, fino alla Vistola, con Danzica). Al principio del sec. XII il vescovo di Bamberga Ottone, appoggiato dal duca di Polonia Boleslao III, riprese i tentativi di evangelizzazione; nel 1140 fondò il primo vescovado nella regione, a Julin, trasportato poi (1175) a Kammin. Col cristianesimo incominciò anche una lenta germanizzazione del paese, per opera di coloni provenienti specialmente dal Brunswick, dalla Vestfalia, dalla Frisia orientale. Casimiro e Boghislao, nipoti di Svantibor, presero nel 1170 il titolo di duchi di Pomerania. Nel 1181 Federico Barbarossa riconobbe loro tale dignità, assegnò a essi la Pomerania come feudo dell'impero, subordinandoli, come vassalli, al margravio di Brandeburgo. Al principio del sec. XIII i principi di Rügen cominciarono a estendersi sulla terraferma; nel 1227 il Ryck formò il confine fra i due territorî. Nel 1295 si estinse il ramo ducale della Pomerellia, con Mestwin II; il margravio di Brandeburgo fece valere i suoi diritti feudali, ma solo per rivenderli all'Ordine Teutonico. Sennonché anche il duca di Polonia avanzò pretese su quella eredità, per il fatto che Edvige, figlia di Mestwin, aveva sposato Vladislao Plwacz della famiglia dei Piasti, duca di Posnania e di Kalisz, e perciò il di lui nipote Przemysław, re di Polonia, portò anche il titolo di duca di Pomerania (1295-96) e così pure il suo successore Vladislao il Breve (1296-1333). Nello stesso anno 1295 anche la Pomerania vera e propria andò divisa fra i figli del duca Barnim I; si formarono in tal modo le linee di Pomerania-Wolgast e di Pomerania-Stettino, che si suddivisero ulteriormente in linee minori (di Stargard, di Stolp, di Trauburg, di Barth, di Gutzkow, di Triebsees, ecc.). Nel corso del sec. XIII il possesso dei duchi di Pomerania si venne estendendo per l'acquisto di altre terre: la Ukermark, una parte della Neumark e la terra di Stargard (la regione dell'odierno Meclemburgo-Strelitz). Il dominio sulla Pomerellia, nonostante la vendita all'Ordine Teutonico, rimase contestato fra questo, la Polonia, il Brandeburgo e la Pomerania fino al 1309, nel quale anno il Brandeburgo ne ebbe la parte occidentale, l'Ordine Teutonico quella orientale. Da allora in poi la Pomerellia, così divisa, seguì le sorti del Brandeburgo e dell'Ordine, passando con questo, insieme con la Prussia, sotto la sovranità polacca (1466) finché con la Prussia occidentale fu annessa al regno di Prussia, nel 1772. A risarcimento della Pomerellia, il duca di Pomerania Vratislao IV ebbe tutta l'eredità dei principi di Rügen (1326), essendo morto in quell'anno l'ultimo principe di quell'isola Witzlaw III. Nei secoli successivi l'azione politica dei duchi di P. fu diretta a questi obiettivi: sottrarsi alla sovranità feudale del Brandeburgo; estendere il dominio diretto, di fatto, sulle città della costa, specialmente su Stralsunda, affiliata alla Hansa; incorporare il vescovado di Kammin, il cui titolare fin dal sec. XIII risiedeva a Colberg. Alternarono, per il raggiungimento di questi fini, la guerra alle lunghe trattative diplomatiche e ai patti di famiglia e di eredità. Col decadere del potere politico e commerciale della Hansa, le città dovettero piegarsi; dopo che, nel 1536, Barnim XI duca di Pomerania-Stettino e Filippo I di Pomerania-Wolgast introdussero nelle loro terre la riforma, il vescovado di Kammin cadde, di fatto, sotto la potestà dei duchi di Stettino, che da allora in poi lo amministrarono per mezzo di membri della famiglia ducale. Riguardo al Brandeburgo, il primo accomodamento per sciogliersi dalla dipendenza feudale risale al 1338: il Brandeburgo rinunziò alla sovranità, ma si assicurò il diritto di successione nel caso che la casa ducale di P. si fosse estinta. Infatti, nel 1464, la linea di Stettino si spense e i duchi di Pomerania-Wolgast riunirono nelle loro mani tutta la Pomerania. Il Brandeburgo accampò diritti; e nel 1472, col trattato di Prenzlau, Alberto Achille di Brandeburgo si fece riconoscere di nuovo la sovranità sulla Pomerania e cedere l'ultima parte della Ukermark che era ancora rimasta alla Pomerania. Boghislao X, col trattato di Pyritz (1493), riuscì a riguadagnare i diritti acquisiti nel 1338; ma i suoi successori li riperdettero nel 1529 (accordi di Grimnitz) almeno in parte, poiché, pur ottenendo di dipendere direttamente dall'impero, dovettero riconoscere al Brandeburgo i diritti di successione, nel caso di estinzione. Provvisoriamente nel 1532, poi definitivamente nel 1541, la Pomerania andò di nuovo divisa fra le due linee di Stettino e di Wolgast: per il territorio della prima prevalse nell'uso il nome di Pomerania orientale (Hinterpommern), per quello della seconda il nome di Pomerania occidentale (Vorpommern). Le due linee ebbero appena un secolo di vita: la linea di Wolgast si spense nel 1625 col duca Filippo Giulio; quella di Stettino nel 1637, col duca Boghislao XIV. Secondo i ripetuti accordi tutta la Pomerania sarebbe dovuta cadere sotto il Brandeburgo; ma in questo tempo, durante la guerra dei Trent'anni, gli Svedesi si erano accampati da padroni nel paese; per cui la pace di Vestfalia (1648) riconobbe a essi tutta la Pomerania occidentale, con Rügen, e inoltre Stettino con la zona delle foci dell'Oder, mentre il Brandeburgo dovette accontentarsi della Pomerania orientale (senza la città di Stettino), ma ingrandita col vescovado di Kammin secolarizzato. La pace di Stoccolma (1720) portò al regno di Prussia, erede dei diritti brandeburghesi, la foce dell'Oder, Stettino, le isole di Usedom e di Wollin; dopo le guerre napoleoniche anche l'ultimo tratto della Pomerania anteriore svedese passò definitivamente alla Prussia. Non direttamente, tuttavia: la Svezia cedette la Pomerania alla Danimarca in cambio della Norvegia riunita alla Svezia; e la Danimarca, a sua volta, cedette la Pomerania svedese alla Prussia in cambio del ducato di Lauenburg, e di una forte indennità in danaro (trattato del 4 giugno 1815).
Bibl.: M. Wehrmann, Geschichte von Pommern, Gotha 1904-06; H. Zunker, Pommersche Kirchengeschichte, 1909; H. Schreiber, Die Reformation in Pommern, Berlino 1880.