POMPEIANO (Tiberius Claudius Pompeianus)
Magistrato e generale romano nato ad Antiochia, da padre cavaliere romano.
Governò nel 167, forse già come consolare, la Pannonia Inferiore. Partecipò alle guerre contro i Germani nel 166-169, e nel 169 sposò la vedova di Lucio Vero, Lucilla Augusta, secondo il desiderio di Faustina e della stessa Lucilla, ma il matrimonio non si rivelò poi felice. Nel 173 fu console per la seconda volta con Gneo Claudio Severo, altro genero di Marco Aurelio. Partecipò alle guerre contro Marcomanni, Quadi e Sarmati nel 171-175 e poi nel 178-180, sempre a fianco di Marco Aurelio, che lo tenne in grande considerazione. Durante il regno di Commodo, sebbene l'imperatore lo stimasse, si tenne in disparte adducendo l'età e disturbi agli occhi; sotto Pertinace riapparve in Roma, partecipando anche alle sedute del Senato, e fu fatto oggetto di molto rispetto da parte dell'imperatore. Alla morte di Pertinace nel 193 si allontanò definitivamente da Roma, ritirandosi nei dintorni di Terracina, nonostante gli inviti di Didio Giuliano, e non sappiamo quando morì. Giuliano l'Apostata rimprovererà a Marco Aurelio di aver lasciato l'Impero a Commodo invece che al saggio P., che lo avrebbe amministrato molto meglio.
La posizione preminente occupata accanto a Marco Aurelio nella guerra rendono più che verisimile il trovarlo raffigurato vicino all'imperatore nella colonna coclide che mustra quelle res gestae, e già il Petersen lo riconobbe nella figura a fianco di Marco Aurelio in molte scene del fregio, identificazione che è stata generalmente accettata, mentre è da scartare quella proposta dallo Stuart Jones e seguita dalla Strong e dalla Caprino, con il prefetto del pretorio Basseo Rufo. Le mani diverse di scultori che operano nella colonna, danno interpretazioni differenti del ritratto di P., ma, meglio che in questo fregio, possiamo conoscere i suoi tratti sui rilievi rettangolari, riadoperati nell'attico dell'Arco di Costantino, e provenienti da un arco sconosciuto in onore di Marco Aurelio, strettamente vicino come stile e come cronologia alla colonna coclide. Anche in questi rilievi accanto a Marco Aurelio compare infatti la figura di P. e per le maggiori dimensioni e per l'accuratezza del modellato, la testa assume il valore di un preciso ritratto. P. si riconosce nelle scene di profectio, dietro al profilo dell'imperatore, di sacrificio dietro al vessillifero, dei prigionieri, dell'Adlocutio, della sottomissione di barbari, del Rex datus, sempre sul suggesto immediatamente alle spalle di Marco Aurelio. Non sembrerebbe invece da riconoscere nella scena della Liberalitas. Il tipo appare con tratti che rivelano la sua origine semitica, come il forte naso arcuato; il cranio è alto tondeggiante, la fronte spaziosa solcata da rughe, con leggera stempiatura, i capelli sono corti, fitti, la barba è corta e le occhiaie sono infossate. Questa forte caratterizzazione sui rilievi si attenua nei ritratti sul fregio della colonna, dove più sicuramente si riconosce nella scena xx visto di tre quarti, nella scena xxxii, e nella xxxviii, sempre con l'alta fronte rugosa e l'espressione accigliata, mentre le somiglianze si attenuano nel volto di prospetto nell'importante scena lv dell'adiocutio finale della prima campagna, dove dobbiamo aspettarci P. e dove forse è stato ritratto da uno scultore meno efficace. Non si conoscono finora statue di questo personaggio.
Bibl.: E. Petersen, Markussäule, Berlino 1896, p. 43; Groag, in Pauly-Wissowa, III, 1899, c. 2843, s. v. Claudius, n. 282; H. S. Jones, in Papers British School Rome, III, 1906, p. 265; E. Strong, Scultura Romana, Firenze 1923-1925, p. 266; A. Hekler, in Oesterr. Jahreshefte, XXI-XXII, 1922-24, p. 182; W. Zwikker, Studien zur Markussäule, Amsterdam 1941, p. 151 ss., e p. 228; K. Caprino, in La Colonna di Marco Aurelio illustrata a cura del Comune di Roma, Roma 1955, p. 82; G. Becatti, La colonna coclide istoriata, Roma 1960, pp. 50, 58, 59, 62, 66, 70, 72, 76, 78, 231.