BETTINI, Pompeo
- Nacque a Verona, di famiglia lombarda, il 1°maggio 1862, da Emanuele, impiegato delle ferrovie, repubblicano. Avviato agli studi tecnici, trasse un più vero alimento dalle varie letture cui dedicava il tempo nelle frequenti assenze da scuola per la malferma salute.
La fede tradizionale conserverà a lungo in lui un fascino mai del tutto smentito, anche se verrà gradatamente cedendo, peraltro senza gravi turbamenti, all'azione dovuta alle "idee rinnovatrici" dei tempo.
Le sue prime prove letterarie sono un'ode In occasione dei funerali di S. M. Vittorio Emanuele in Roma, stampata nel 1878 a Milano (dove il B. era scolaro dei terzo corso tecnico), alcune strofette dal titolo Il fanciullo delle grucce, un sonetto per un amico morto, e una traduzione dal tedesco di Lenau, che uscirono su giornali letterari milanesi nel corso del 1882. Per aiutare la madre e una sorella - il padre era morto prematuramente - trovò occupazione come correttore di bozze nello stabilimento tipografico Sonzogno. Qui, a contatto con l'ambiente operaio, e in un'esperienza di lavoro che lo impegnava seriamente' come attestano anche due sue conferenze d'indole professionale a una scuola tipografica, il B. venne maturando l'adesione al partito socialista, entrando in rapporto con uomini e ambienti culturali di sinistra, e particolarmente con F. Turati, il quale avrà per lui un'affettuosa stima sia come uomo sia come poeta, e del quale il B. condivise anche le esperienze politiche. Nel correggere le bozze della Biblioteca romantica tascabile Sonzogno, ne venne indotto a contribuirvi personalmente, e nel 1890 stampò in quella collana un suo romanzo d'appendice, La toga del diavolo, che, salvo la chiarezza del dettato e dell'intreccio, non offre agli studiosi motivi di particolare interesse.
Nel 1887, sempre a Milano, era venuto in luce per le edizioni Quadrio un suo volumetto dal titolo Versi ed acquerelli, di centrotrenta pagine, in ottavo piccolo, recante i nomi del B. e di A. Pusterla, un amico artista, autore dei fini acquerelli riprodotti in fatofficisione. La raccolta era chiusa da versi tramati sul gusto bettiniano da un atnico allora in Germania, G. Macchi. Quando poi il Macchi fece ritorno, e subito avviò un lavoro di organizzazione letteraria e culturale con la rivista Vita moderna (1892), chiamata poi Cronaca moderna, apolitica ma informata a un umanitarismo vagamente socialistico, accanto ad autori allora agli inizi, come il Butti, il Bertacchi, il Thovez, il Roccatagliata Ceccardi, il Malagodi, la Negri, e l'allora giovanissima Deledda, anche il B. inserì suoi scritti di ricordi, alcune liriche, delle traduzioni, delle note d'indole critica ed estetica, nonché i dueatti di un dramma sui Cairoli. Vi stampò anche un poemetto, Paolo (dal nome di un fratello scomparso in giovinezza).
Qui espresse giudizi particolarmente sensati su opinioni e libri del momento, cui non faceva mai velo l'eventuale consonanza d'opinioni politiche: come a proposito di Fatalità di Ada Negri o, in un commento duramente severo, riguardo all'Empedocle ealtri versi di Mario Rapisardi. Alcune sue prose raggiungono un livello d'arte (per es. Il cielo e le nubi).
Nello stesso tempo, quasi a ribadire Pideologia di fondo delle sue stesse,posizioni letterarie, il B. collaborava a Critica sociale del Turati e a Lotta di classe; su questa, a partire dal numero dei 17-18 settembre 1892, pubblicò in appendice la traduzione del Manifesto dei comunisti. In collaborazione con Ettore Albini, giornalista e critico teatrale, scrisse un dramma di ambiente postrisorgimentale, I vincitori, che uscirà postumo, nel '96, presso la tipografia Faverio, conprefazione dei Turati. Minato dalle malattie, il B. morì di meningite a Milano il 15 dic. 1896. Di lui il Turati scrisse nella sua rivista un commosso, eloquente necrologio.
La lirica del B. si pone fra le testimonianze più limpide, nella sua tenue finezza, dell'ultimo periodo ottocentesco appena più ìn qua dei decadentismo. E non perché egli sia inaccessibile alle sottili inquietudini delle nuove poetiche, ma perché quelle inquietezze e suggestioni equilibra in una sicura coscienza che non si lascia Mare da quel che di affatturato trovava nella moda corrente. Alieno dal fascino dannunziano e più ancora dai seguaci, tra cui annoverava anche il Lucini, quel che a suo giudizio vale è, semmai, "una sensazione, un brivido", una "nota" davvero genuina. E di brividi e di esigue sensazioni sono sparse le liriche, per lo più in versi brevi, com e quinari, settenari, ottonari, talvolta in martelliani.
Scritti, oltre quelli citati: Poesie,a cura di E. Albini, con una prefazione di G. Macchi, Milano 1897; Le poesie,a cura e con introduzione di B. Croce, Bari 1942 (e soprattutto al Croce si deve il rinnovato e più valido interesse per la poesia del Bettini); ristampa dei Vincitori, Milano-Roma 1957, e dell'opuscolo Il correttore nella tipografia moderna (già uscito a Milano s.d., ma 1891, presso la Tipografia degli Operai), Milano 1961. Esistono invece soltanto nell'edizione originaria: L'unità ortografica nella tipografia italiana, Milano, Tipografia degli Operai, s.d. (ma 1891); Il viaggiatore poliglotto, vocabolario per la pronuncia dei principali nomi geografici, premiato al concorso ministeriale 1893, edizione conforme all'originale dell'autore, con prefazione di L. Corio, Milano, Tipografia U. Allegretti, 1899.
Bibl.: F. Turati, necrologio in Critica sociale, VI (1896), n. 24, pp. 371-4; B. Croce, in Critica, IX (1911), pp. 161-173 (ristampatoin La letteratura della nuova Italia, II, Bari 1940, pp. 247-260); Id., Intorno alla vita e agli scritti di P. B., prefaz. a Le poesie, Bari 1942, pp. 5-24 (ristampato in Varietà di storia letter. e civile, II, Bari 1940, pp. 272-291); P. Pancrazi, Il "caso" P. B., in Scrittori d'oggi, II, Bari 1946, pp. 197-204; C. Muscetta, Un social. idillico, P. B., in Primato, 15 ag. 1952 (ristampato in Letter. militante, Firenze 1953, pp. 59-67); F. Ulivi -G. Petrocchi, in Antol. della lirica ital. dell'Ottocento, Roma 1947, pp. 428 ss.; F. Ulivi, P. B. e la poesia della fine del secolo, in Fiera letter., 15 nov. 1947; F. Antonicelli, in Piccolo libro di lettura, Torino 1957, pp. 69 s.; I. Baldacci, in Poeti minori dell'Ottocento, I, Milano-Napoli 1958, pp. 1009-1011 ss.; F. Ulivi, in Poeti minori dell'Ottocento italiano, Milano 1963, pp. 743-745 ss. Su I vincitori: F. Ulivi, B. commediografo socialista, in Il Cittadino, Roma, 2 maggio 1949; G. Ferrata, in Avanti!, 13 apr. 1957; G. Petronio, ibid., 18 sett. 1957; Id., Problemi della cultura, in Ant. di "Critica soc ", I, Milano 1959, p. CXLI; M. Guglielminetti, P. B. poeta inattuale della società umbertina,in Struttura e sintassi del romanzo italiano nel primo novecento, Milano 1964, pp. 155-170.