UGONIO (Ugoni), Pompeo
UGONIO (Ugoni), Pompeo. – Non risulta documentata la sua data di nascita, che in base alle prime notizie certe che lo riguardano è da porre, tuttavia, tra il 1545 e il 1550. Ugualmente sconosciuto è il luogo di nascita: è stata proposta per Ugonio un’origine bresciana, ma tale ipotesi non appare sufficientemente supportata da prove documentali. Più plausibile è, invece, che sia nato a Roma. Qui, in ogni caso, egli compì i suoi studi, per poi svolgervi interamente la propria carriera ecclesiastica e accademica.
Sacerdote, Ugonio si formò presso il seminario romano, istituito nel 1565 in attuazione ai decreti del Tridentino e affidato ai padri della Compagnia di Gesù. Nel 1569 vi ultimò il corso di studi in filosofia o arti, conseguendo un primo grado accademico. In quell’occasione fece stampare, presso gli eredi di Antonio Blado, il sommario delle proprie tesi o conclusioni, per la maggior parte concernenti la filosofia aristotelica. Era questa una prassi diffusa presso gli istituti di formazione gesuitici e aveva lo scopo di fornire un prospetto degli argomenti a partire dai quali si sarebbe sviluppata la difesa pubblica delle tesi stesse.
Ugonio proseguì gli studi presso il Collegio Romano, dove nel 1574 ottenne il baccellierato in teologia. Le consuetudini che, in quegli anni, regolavano gli studi al Collegio Romano suggeriscono che Ugonio abbia proseguito il proprio percorso per almeno un altro anno, sino a conseguire il dottorato. Ciò giustificherebbe il titolo di dottore in arti e teologia di cui fu solito fregiarsi, in particolare nelle intestazioni delle sue opere a stampa.
Sin dagli anni della formazione Ugonio fu legato al cardinale Giacomo Savelli, protettore del seminario romano, dal quale venne favorito nel ricevere alcuni benefici ecclesiastici. Il 12 settembre 1572 divenne canonico di S. Pietro in Vaticano, il 23 novembre 1573 rinunciò, tuttavia, a questa nomina per assumere, nella stessa basilica, un secondo e più vantaggioso canonicato.
Ugonio acquisì piena visibilità nel contesto culturale romano negli anni del pontificato di Sisto V Peretti (1585-90). Ciò, come traspare dai suoi scritti, avvenne attraverso una costante e insistita esaltazione del pontefice, soprattutto della sua azione nei confronti della città, del suo impianto urbano e dei suoi monumenti. Nel 1587, in particolare, Ugonio diede alle stampe i componimenti poetici in latino De sanctissima cruce in vertice obelisci Vaticani posita.
L’occasione per comporre questi carmi fu data dal trasporto e dall’innalzamento dell’obelisco del circo di Nerone al centro di piazza S. Pietro. L’impresa, realizzata nel 1586 sotto la direzione di Domenico Fontana, aveva suscitato ampia ammirazione, specialmente per gli accorgimenti tecnici di cui si era avvalsa. Ugonio, ignorando questi ultimi, rivolse il proprio interesse precipuamente al significato simbolico legato alla nuova messa in opera dell’obelisco, concentrandosi sulla croce che era stata posta alla sua sommità. Essa lo aveva reso un monumento pienamente cristiano, degno della nuova Roma che gli interventi urbanistici di Sisto V si impegnavano a connotare come città del papa e centro della Chiesa universale.
Il 4 novembre 1586 Ugonio iniziò la propria docenza presso l’Archiginnasio romano della Sapienza, assumendo la cattedra di retorica. In quell’occasione pronunciò la sua De lingua latina oratio, stampandone contemporaneamente il testo presso l’editore romano Giovanni Martinelli.
L’orazione volle essere un manifesto programmatico sul valore del latino, inteso non solo come mezzo retorico, ma anche come veicolo di un ben preciso messaggio. Ugonio sottolineava come il latino avesse accompagnato e favorito l’affermarsi di Roma antica e del suo impero. Poiché di tale grandezza era erede la Roma dei papi – in modo particolare quella di Sisto V – il latino continuava a profilarsi per Ugonio come la lingua più consona a Roma nell’assolvere al proprio ruolo di città centro e vertice della cristianità.
Ugonio tenne la cattedra di retorica anche presso il Collegio Salviati. In pieno accordo con la propria attività accademica, fu un apprezzato eulogista, pronunciando numerose orazioni sia nel ricorrere di occasioni festive, sia nelle esequie di alcuni pontefici e importanti esponenti della Curia. Solo una parte di queste fu però data alle stampe.
Nel 1588 il cardinale Ascanio Colonna designò Ugonio come curatore della propria biblioteca, in gran parte costituita grazie all’acquisto della biblioteca del defunto cardinale Guglielmo Sirleto. Durante il pontificato di Sisto V si colloca anche l’Historia delle stationi di Roma che si celebrano la Quadragesima, stampata nel 1588 presso l’editore Bartolomeo Bonfandino. Essa è una guida alle chiese di Roma che, a seconda del giorno, ospitavano le celebrazioni liturgiche durante la quaresima. Per ciascuna chiesa o ‘stazione’ Ugonio fornì notizie sul santo cui essa era intitolata, sulla storia e le vicende monumentali dell’edificio, sulle reliquie che vi erano conservate.
Già nell’estate del 1586 Ugonio aveva offerto in dono a Camilla Peretti, sorella di Sisto V, una versione manoscritta di questo lavoro, da identificare nel ms. 878 della Biblioteca Casanatense di Roma. Rispetto a questo antecedente, il testo a stampa fu ampliato, ma venne ugualmente dedicato a Camilla Peretti. Dal punto di vista tipologico e per l’attenzione verso gli aspetti storici e monumentali, l’Historia seguì il modello stabilito da Onofrio Panvinio con la sua guida alla visita delle sette chiese di Roma, pubblicata postuma nel 1570. Più in generale, l’Historia di Ugonio dovette risentire del clima religioso e culturale del tempo, assai attento a valorizzare i monumenti cristiani di Roma e a riportare in auge antiche pratiche cultuali, tra le quali appunto ricadeva la liturgia stazionale.
Quello verso le antichità cristiane di Roma fu per Ugonio un interesse tutt’altro che occasionale. Nella dedica dell’edizione a stampa dell’Historia affermava, infatti, come l’attenzione per le memorie cristiane della città lo avesse portato «insin dalla pueritia» ad affastellare ogni informazione utile, ricavandola sia dagli storici sia dall’osservazione diretta dei monumenti (Historia..., 1588, c. †4r). Quanto edito nell’Historia rappresentava solo parte di una più ampia messe documentale già raccolta da Ugonio e intorno alla quale egli avrebbe continuato a lavorare per tutta la vita. In particolare, tra i suoi manoscritti, il Barb. lat. 1994 della Biblioteca apostolica Vaticana e il ms. I.161 della Biblioteca comunale di Ferrara contengono i materiali per un’opera dal carattere sistematico sulla topografia e i monumenti di Roma: il Theatrum Urbis Romae. Tale lavoro rimase tuttavia incompiuto e privo di un qualsiasi esito editoriale. In tal senso esso condivise la sorte di progetti analoghi, intrapresi decenni prima da studiosi quali Pirro Ligorio e dallo stesso Panvinio.
Un aspetto rilevante dell’indagine antiquaria di Ugonio riguardò, oltre che le chiese di Roma, le catacombe del suburbio romano, che egli esplorò personalmente. In alcune di queste occasioni, non prive di rischi e solitamente effettuate in comitiva, Ugonio fu accompagnato da un giovane Antonio Bosio, suo allievo alla Sapienza e la cui Roma sotterrannea, pubblicata postuma nel 1634, avrebbe rappresentato la prima trattazione sistematica sugli antichi cimiteri cristiani di Roma.
Ugonio, grazie all’attenzione rivolta ai monumenti cristiani dell’Urbe, contribuì in prima persona ai nascenti studi di archeologia cristiana. Ciò è stato presentato come una conseguenza diretta dell’influsso esercitato da Filippo Neri, del quale Ugonio sarebbe stato penitente e dal quale sarebbe stato addirittura esortato a scrivere l’Historia delle stationi di Roma. In realtà, non esistono elementi sufficienti per ricondurre gli studi di antiquaria di Ugonio al patrocinio e all’ispirazione diretta del sacerdote fiorentino. Non è possibile, invece, escludere che l’opera di Ugonio abbia risentito di un clima spirituale profondamente segnato dalla figura e dall’esempio di Neri, frequentatore assiduo delle catacombe e promotore della visita alle sette chiese.
In aggiunta ai suoi già molti impegni, nel 1603 Ugonio divenne correttore e segretario presso la Tipografia Vaticana, succedendo in tale incarico al defunto Pierre Morin. Negli ultimi anni di vita Ugonio operò sotto il patronato del cardinale Pietro Aldobrandini, del quale fu anche bibliotecario.
Morì a Roma il 28 aprile 1614. In quanto canonico beneficiato del capitolo di S. Pietro in Vaticano, fu sepolto nella sagrestia della basilica, in quegli anni ancora ospitata nell’antica rotonda di S. Andrea.
Opere. Theses ex Divina Philosophia, Physica, Mathematica, et Logicae depromptae, Romae, apud Haeredes Antonii Bladii Impressores Camerales, 1569; De lingua latina oratio. Habita pridie Non. Novemb. MDLXXXVI. Quo die publice docendi munus suscepit, Romae, apud Ioannem Martinellum, 1586; De sanctissima cruce [...] oratio. In die festo eius inventionis..., Romae, ex Typographia Vincentii Accolti, 1587; De sanctissima cruce in vertice obelisci Vaticani posita et consecrata [...] poemata..., Romae, ex Typographia Vincentii Accolti, 1587; Oratio in anniversariis exequiis Leonis X Pont. Max. Romani Gymnasii fundatoris..., Excudebat Vincentius Accoltus, 1587; Adversus barbaros Latini candoris hostes oratio..., Romae, ex Typographia Vincentij Accolti, 1588; Historia delle stationi di Roma che si celebrano la Quadragesima..., In Roma, appresso Bartolomeo Bonfadino, 1588; In funere anniversario Leonis X Pont. Max. Romani Gymnasii fundatoris oratio secunda..., Romae, Typis Vincentii Accolti, 1588; Oratio de laudibus literarum..., Romae, apud Iacobum Ruffinellum, 1588; Oratio habita in Gymnasio Romano pridie nonas Novemb. Anno MDLXXXVII..., Romae, ex Typographia Vincentii Accolti, 1588; Oratio in funere Iacobi Sabelli cardinalis..., Romae, apud Vincentiium Accoltum, [1588]; Oratio in funere Urbani VII Pont. Opt. Max..., Romae, ex Officina Iacobi Tornerii, 1590 (riedita nel 1591 presso la tipografia romana di V. Accolti); Ad Clementem VIII Pont. Opt. Max [...] oratio habita Romae in Templo S. Sabinae feria quarta Cinerum anno MDXCII, Romae, apud Aloysium Zannettum, Impensis Octaviani Gabrielli, 1592; De Deo Uno et Trino ad Clementem VIII Pont. Opt. Max [...] oratio..., Romae, apud Aloysium Zannettum, 1593; De beata Francisca Romana oratio..., Romae, apud Stephanum Paulinum, 1601; Oratio habita in funere Sereniss. Principis Andreae S.R.E. card. ab Austria..., Romae, apud Stephanum Paulinum, 1601; In funere amplissimi cardinalis Antonii Mariae Salviati. Oratio ad sacrum senatum..., Romae, apud Aloysium Zannettum, 1603; Oratio ad S.D.N. Paulum P.M. nomine Serenissimi et Potentissimi Poloniae Suetiaeque regis Sigismundi Tertii..., Romae, apud Bartholomaeum Zannettum, 1613. Per i suoi manoscritti, oltre a quelli indicati nel testo, si vedano Laureys, 2000, pp. 151-153, e Heid, 2012, p. 1257.
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