BLANQUEFORT (Blanchefort), Ponce de
Di nobile famiglia provenzale, della quale non si hanno precise notizie, venne in Italia al seguito di Carlo I d'Angiò, che gli affidò varie alte cariche nell'amministrazione del Regno di Sicilia. Il B. infatti fu giustiziere di Calabria dal 1268 al 1269, giustiziere della Sicilia ulteriore nel 1271, giustiziere di Terra d'Otranto dal 1272 al 1274, giustiziere di Basilicata dal 1276 al 1278, giustiziere di Terra di Bari nel 1279, giustiziere di Abruzzo dal 1280 al 1282, e infine, dopo la rivolta del Vespro siciliano, giustiziere di Val di Crati e di Terra Giordano.
I documenti conservati non consentono di ricostruire nei particolari questa sua ampia attività amministrativa, che pare non andasse al di là della normale routine burocratica. Sappiamo che il B. nel 1270, quando già non tenevapiù il giustizierato di Calabria, fu incaricato dal re di riscuotere in Calabria certe tasse, la "pecunia foculariorum", con l'ordine di non costringereal pagamento il clero della diocesi di Squillace. Nel maggio dell'anno seguente ricevette l'ordine di eseguire, sempre in Calabria, un'inchiesta sulle violenze commesse dai funzionari angioini ai danni dei vassalli dell'arcivescovo di Reggio Calabria, che aveva protestato presso la corte.
Mentre copriva la carica di giustiziere di Basilicata il re, il 25 ag. 1277, gli mandò una copia delle costituzioni del Regno con l'ordine di farle pubblicare e osservare rigorosamente nella sua provincia.
Nel corso della guerra del Vespro siciliano, che lo privò dei suoi feudi più importanti, il castello di San Pietro sopra Patti e il castello di Calatajubi, concessioni confermategli l'8 luglio 1278, re Carlo mandò il B. con duecento uomini ad Amantea per la difesa della zona. Nello stesso tempo gli ordinò di procedere con tutti i mezzi contro i fuorusciti calabresi che tentavano di rientrare dalla Sicilia per incitare le popolazioni alla rivolta. Nel maggio del 1284 Carlo, principe di Salerno, vicario generale nel Regno durante l'assenza del padre, nel corso della mobilitazione generale delle forze armate angioine in vista dell'imminente contrattacco contro gli Aragonesi, gli conferì il comando delle truppe riunite in Calabria per l'assedio delle roccaforti aragonesi di Scalea e Larino.
Del B. non si hanno ulteriori notizie: dovette forse morire di lì a poco.
Aveva sposato tra il 1275 e il 1276 Margherita, sorella di Palmerio Abate, che fu più tardi uno dei principali esponenti della rivolta del Vespro.
Fonti e Bibl.: Saggio di cod. dipl….,a cura di C. Minieri Riccio, I, Napoli 1878, pp. 60, 192; Docc. delle relaz. tra Carlo I d'Angiò e la Toscana, a c. di S. Terlizzi, Firenze 1950, ad Indicem; I reg. della cancelleria angioina, a cura di R. Filangieri, II-III, Napoli 1950; V-XIV, ibid. 1955-1961; XVI-XX, ibid. 1962-1966, ad Indices; P. Durrieu, Les archives angevines de Naples, II, Paris 1887, p. 286; E. Pontieri, Un capitano della guerra del Vespro..., in Arch. stor. per la Calabria e la Lucania, I (1931), pp. 284 n., 298, 492, 493.