Poeta e scrittore mistico spagnolo (Belmonte, Cuenca, 1527 - Madrigal de las Altas Torres, Ávila, 1591). Ripensò la dottrina mistica e fu poeta delle solitudini e dei silenzi, ricercando nelle sue Poesie (postume, 1631) la presenza di Dio in ogni cosa. Scrisse in prosa De los nombres de Christo (1583) e l'opera di edificazione etico-religiosa La perfecta casada (1583).
Fece professione religiosa nel 1544 a Salamanca, nella cui università ottenne nel 1561 la cattedra di teologia; nel 1572 fu tratto davanti all'Inquisizione, per cui rimase in prigione sino al 1576. Tenne l'insegnamento di filosofia morale e, dal 1579 sino alla morte, quello di esegesi biblica.
Alle sue interpretazioni dei libri sacri (Exposición del libro de Job del 1565, pubbl. nel 1779) vanno affiancate le pregevoli traduzioni di testi biblici (Cantico dei cantici) e dei classici (Orazio). Ripensò la dottrina mistica con originale senso di poesia. Il primo lavoro originale De los nombres de Christo (ideato in carcere e pubbl. nel 1583; 2a ed. ampl., 1585), celebra l'umanità di Cristo in una prosa limpida nella quale confluiscono tutti i motivi della sua lirica. Fra le opere di edificazione etico-religiosa è rimasta classica La perfecta casada (1583), dedicata alle giovani spose. Come poeta lirico, P. de L. ha inserito nella tradizione di Garcilaso de la Vega la sua ispirazione mistico-platonica: poeta delle solitudini e dei silenzi, egli ricerca e ascolta le armonie celesti, le musiche dell'infinito, i misteri dell'anima. A Felipe Ruiz, Noche serena, A Salinas, La morada del cielo, A la Ascensión de Señor sono tra le odi più intensamente liriche e insieme più perfette dal punto di vista formale. Le liriche furono pubblicate nel 1631 da Francisco de Quevedo.