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ponte

Dizionario delle Scienze Fisiche (1996)
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ponte


pónte [Der. del lat. pons pontis] [LSF] Termine usato, con signif. derivante da quello proprio di manufatto di collegamento tra le due rive di un fiume, per indicare, in generale, un elemento di collegamento tra due o più altri elementi (per es., il p. di misura e il p. radio, per i quali v. oltre). ◆ [ELT] In una rete elettrica, elemento circuitale (a nella fig.) che collega due elementi circuitali (generic., impedenze) non consecutivi; la rete che così si viene a formare si chiama rete a p. o, meno bene, circuito a p. o anche p. di impedenze. Poiché il numero minimo per realizzare un p. è di 4 impedenze, la rete a p. fondamentale è costituita da un circuito di 4 impedenze disposte in quadrato; tale disposizione circuitale ha vari usi, il più importante dei quali è a scopo di misurazione: v. oltre: P. di misura. ◆ [MTR] P. a bilico: lo stesso che stadera (←) a ponte. ◆ [PRB] P. browniano: v. geometria differenziale stocastica: III 40 a. ◆ [MTR] [ELT] P. di capacità, di induttanza, di resistenza: nome specifico di p. di misura destinati alla misurazione, rispettiv., di sole capacità elettriche (per es., il p. di Sauty), sole induttanze (per es., il p. di Wien) e sole resistenze (per es., il p. di Wheatstone): v. oltre: P. di misura. ◆ [MTR] [ELT] P. di misura: dispositivo di misurazione elettrica, la cui parte essenziale è la rete a p., a 4 impedenze Zi, della fig. 1; è basato sul fatto che se vale la condizione di equilibrio Z₁:Z₂=Z₃:Z₄, i punti B e D (vertici di misura) sono allo stesso potenziale, indipendentemente dal valore V della tensione applicata ai punti A e C (vertici di alimentazione) e nell'elemento a di p. non scorre corrente; tale elemento può quindi essere costituito da un sensibile rivelatore per corrente continua oppure alternata a seconda della natura della tensione di alimentazione; il p. è in equilibrio quando questo rivelatore dà indicazione nulla e in tale condizione, noti che siano i valori di tre delle impedenze, risulta determinata in conseguenza la quarta impedenza; se quest'ultima è da misurare, per portare il p. in equilibrio si regola il valore noto di una o più delle altre tre impedenze; poiché l'impedenza è una grandezza complessa, la predetta condizione di equilibrio si traduce in due analoghe condizioni, una per le parti reali, cioè le resistenze, e l'altra per le parti immaginarie, cioè le reattanze, delle quattro impedenze; si devono quindi poter regolare, per l'equilibrio, le parti note resistive e reattive. Se si tratta di misurare una resistenza, per es. Rx≡Z₄, anche le altre tre impedenze possono essere dei resistori, l'alimentazione è fatta con una tensione continua e dalla precedente condizione d'equilibrio si ricava, appunto con il p. all'equilibrio (indicazione nulla), Rx=R₃(R₂/R₁); come si vede da tale relazione, ha rilevanza, per le operazioni, il valore di R₃ e il rapporto R₂/R₁; si semplifica la procedura se si usano per R₃ una cassetta di resistenza (per es., decadica di ohm in ohm, o in multipli e sottomultipli di ohm) e per R₂/R₁ pochi valori fissi (per es., 100/1, 10/1, 1/1, 1/10, 1/100), sempre mediante una cassetta di resistenza (p. resistivo di Wheatstone: fig. 2) oppure, inversamente, pochi valori per R₃ e un valore variabile con continuità per R₂/R₁, mediante un potenziometro, il p. assumendo la configurazione della fig. 3 (p. resistivo di Kirchhoff). Nel caso della misurazione di reattanze, l'alimentazione è fatta con tensione alternata di frequenza nota, per es. quella fornita da un generatore a frequenza acustica (solitamente a 1000 Hz), e come strumento indicatore si usa una cuffia telefonica o un voltmetro per tensioni alternate.La condizione di equilibrio si sdoppia in tal caso in due equazioni, R₁R₄-X₁X₄=R₂R₃-X₂X₃, R₁R₄+X₁X₄= R₂R₃+X₂X₃, che per l'equilibrio devono essere verificate contemporaneamente (Xi è la parte reattiva, Ri la parte resistiva delle impedenze costituenti il p.); essendo nota la frequenza della tensione di alimentazione, dal valore della reattanza si può passare al corrispondente valore di capacità o d'induttanza, per cui il p. può essere considerato nei due casi come capacimetro o come induttanzimetro. Come si vede dalle relazioni precedenti, per equilibrare il p. occorrono sia resistori variabili che condensatori e induttori variabili; peraltro, una notevole semplificazione deriva dal fatto che ciò riguarda soltanto l'elemento Z₃, dato che il rapporto Z₂/Z₁ può essere realizzato resistivamente (come detto sopra, con cassetta di resistenze o con un potenziometro); per es., nella fig. 4 è mostrato lo schema di un p. per misurare un'impedenza reattiva, di componente induttiva Lx e resistiva Rx (p. di Wien). È da osservare che i p. di misura costituiscono tuttora gli strumenti più accurati per misurare resistenze, capacità e induttanze. Il primo p. di misura fu il p. di Wheatstone ricordato sopra; da esso sono derivate molte versioni, le più importanti delle quali sono ricordate sotto il nome dell'ideatore (per es., → Thomson, William per il p. di Thomson, o di Kelvin). ◆ [FTC] [EMG] P. raddrizzatore: raddrizzatore a onda intera per corrente alternata, costituito, per un sistema monofase, da 4 rettificatori in un circuito a p.: v. elettronica di potenza: II 357 Fig. 2.2.3. ◆ [ELT] P. radio: collegamento radio nel quale le onde emesse da un punto trasmittente si dirigono in fascio ristretto verso un punto ricevente, formando per così dire un p. tra i due punti. ◆ [PRB] P. semiclassico: v. geometria differenziale stocastica: III 40 b. ◆ [MTR] [ELT] P. universale: p. di misura tale che, manovrando opportuni commutatori, sia possibile realizzare con i componenti circuitali di cui è dotato un certo numero dei tipi di p. adatti specific. a vari tipi di misurazione e descritti precedentemente (v. sopra: P. di misura).

Vedi anche
Riccardo Morandi Ingegnere italiano (Roma 1902 - ivi 1989). Laureatosi a Roma (1927), si è dedicato allo studio e alla sperimentazione del calcolo e della tecnologia dei materiali, in particolare delle strutture cementizie, passando progressivamente dalla progettazione di edifici civili e industriali a quella di grandi ... Santiago Calatrava Architetto spagnolo (n. Benimamet, Valencia, 1951), specializzato in ingegneria strutturale. È autore di un'architettura attenta alle forze che attraversano le costruzioni, talora cristallizzate in ardite soluzioni formali. Ha realizzato ponti, infrastrutture, centri congressuali ed espositivi. Tra le ... Alfredo Cottrau Cottrau ‹kotró›, Alfredo. - Ingegnere (Napoli 1839 - ivi 1898), figlio di Guillaume. Costruttore meccanico, si specializzò nella costruzione dei ponti metallici. Nel 1870 fondò un'impresa che costruì oltre un migliaio di ponti (tra cui quello di Sesto Calende, sul Ticino, quello sull'Olona, il ponte ... Robert Stephenson Ingegnere (Willington Quay, Newcastle, 1803 - Londra 1859), figlio di George, continuò l'attività del padre, avendo già collaborato alla costruzione della The Rocket e delle prime ferrovie; costruì impianti ferroviarî in numerosi paesi (Germania, Svizzera, Danimarca, Italia, Egitto, India, Canada) e ...
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Vocabolario
pónte
ponte pónte s. m. [lat. pōns pŏntis]. – 1. a. Manufatto di legno, di ferro, di muratura o di cemento armato che serve per assicurare la continuità del corpo stradale o ferroviario nell’attraversamento di un corso d’acqua, di un braccio...
no-Ponte
no-Ponte (No-ponte, No ponte), s. m. e agg. inv. Chi o che è contrario alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. ◆ I cinquemila in piazza alle 18 stavano già acclamando Francantonio Genovese tra le bandiere «No ponte» e quelle...
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