ponte
pónte [Der. del lat. pons pontis] [LSF] Termine usato, con signif. derivante da quello proprio di manufatto di collegamento tra le due rive di un fiume, per indicare, in generale, un elemento di collegamento tra due o più altri elementi (per es., il p. di misura e il p. radio, per i quali v. oltre). ◆ [ELT] In una rete elettrica, elemento circuitale (a nella fig.) che collega due elementi circuitali (generic., impedenze) non consecutivi; la rete che così si viene a formare si chiama rete a p. o, meno bene, circuito a p. o anche p. di impedenze. Poiché il numero minimo per realizzare un p. è di 4 impedenze, la rete a p. fondamentale è costituita da un circuito di 4 impedenze disposte in quadrato; tale disposizione circuitale ha vari usi, il più importante dei quali è a scopo di misurazione: v. oltre: P. di misura. ◆ [MTR] P. a bilico: lo stesso che stadera (←) a ponte. ◆ [PRB] P. browniano: v. geometria differenziale stocastica: III 40 a. ◆ [MTR] [ELT] P. di capacità, di induttanza, di resistenza: nome specifico di p. di misura destinati alla misurazione, rispettiv., di sole capacità elettriche (per es., il p. di Sauty), sole induttanze (per es., il p. di Wien) e sole resistenze (per es., il p. di Wheatstone): v. oltre: P. di misura. ◆ [MTR] [ELT] P. di misura: dispositivo di misurazione elettrica, la cui parte essenziale è la rete a p., a 4 impedenze Zi, della fig. 1; è basato sul fatto che se vale la condizione di equilibrio Z₁:Z₂=Z₃:Z₄, i punti B e D (vertici di misura) sono allo stesso potenziale, indipendentemente dal valore V della tensione applicata ai punti A e C (vertici di alimentazione) e nell'elemento a di p. non scorre corrente; tale elemento può quindi essere costituito da un sensibile rivelatore per corrente continua oppure alternata a seconda della natura della tensione di alimentazione; il p. è in equilibrio quando questo rivelatore dà indicazione nulla e in tale condizione, noti che siano i valori di tre delle impedenze, risulta determinata in conseguenza la quarta impedenza; se quest'ultima è da misurare, per portare il p. in equilibrio si regola il valore noto di una o più delle altre tre impedenze; poiché l'impedenza è una grandezza complessa, la predetta condizione di equilibrio si traduce in due analoghe condizioni, una per le parti reali, cioè le resistenze, e l'altra per le parti immaginarie, cioè le reattanze, delle quattro impedenze; si devono quindi poter regolare, per l'equilibrio, le parti note resistive e reattive. Se si tratta di misurare una resistenza, per es. Rx≡Z₄, anche le altre tre impedenze possono essere dei resistori, l'alimentazione è fatta con una tensione continua e dalla precedente condizione d'equilibrio si ricava, appunto con il p. all'equilibrio (indicazione nulla), Rx=R₃(R₂/R₁); come si vede da tale relazione, ha rilevanza, per le operazioni, il valore di R₃ e il rapporto R₂/R₁; si semplifica la procedura se si usano per R₃ una cassetta di resistenza (per es., decadica di ohm in ohm, o in multipli e sottomultipli di ohm) e per R₂/R₁ pochi valori fissi (per es., 100/1, 10/1, 1/1, 1/10, 1/100), sempre mediante una cassetta di resistenza (p. resistivo di Wheatstone: fig. 2) oppure, inversamente, pochi valori per R₃ e un valore variabile con continuità per R₂/R₁, mediante un potenziometro, il p. assumendo la configurazione della fig. 3 (p. resistivo di Kirchhoff). Nel caso della misurazione di reattanze, l'alimentazione è fatta con tensione alternata di frequenza nota, per es. quella fornita da un generatore a frequenza acustica (solitamente a 1000 Hz), e come strumento indicatore si usa una cuffia telefonica o un voltmetro per tensioni alternate.La condizione di equilibrio si sdoppia in tal caso in due equazioni, R₁R₄-X₁X₄=R₂R₃-X₂X₃, R₁R₄+X₁X₄= R₂R₃+X₂X₃, che per l'equilibrio devono essere verificate contemporaneamente (Xi è la parte reattiva, Ri la parte resistiva delle impedenze costituenti il p.); essendo nota la frequenza della tensione di alimentazione, dal valore della reattanza si può passare al corrispondente valore di capacità o d'induttanza, per cui il p. può essere considerato nei due casi come capacimetro o come induttanzimetro. Come si vede dalle relazioni precedenti, per equilibrare il p. occorrono sia resistori variabili che condensatori e induttori variabili; peraltro, una notevole semplificazione deriva dal fatto che ciò riguarda soltanto l'elemento Z₃, dato che il rapporto Z₂/Z₁ può essere realizzato resistivamente (come detto sopra, con cassetta di resistenze o con un potenziometro); per es., nella fig. 4 è mostrato lo schema di un p. per misurare un'impedenza reattiva, di componente induttiva Lx e resistiva Rx (p. di Wien). È da osservare che i p. di misura costituiscono tuttora gli strumenti più accurati per misurare resistenze, capacità e induttanze. Il primo p. di misura fu il p. di Wheatstone ricordato sopra; da esso sono derivate molte versioni, le più importanti delle quali sono ricordate sotto il nome dell'ideatore (per es., → Thomson, William per il p. di Thomson, o di Kelvin). ◆ [FTC] [EMG] P. raddrizzatore: raddrizzatore a onda intera per corrente alternata, costituito, per un sistema monofase, da 4 rettificatori in un circuito a p.: v. elettronica di potenza: II 357 Fig. 2.2.3. ◆ [ELT] P. radio: collegamento radio nel quale le onde emesse da un punto trasmittente si dirigono in fascio ristretto verso un punto ricevente, formando per così dire un p. tra i due punti. ◆ [PRB] P. semiclassico: v. geometria differenziale stocastica: III 40 b. ◆ [MTR] [ELT] P. universale: p. di misura tale che, manovrando opportuni commutatori, sia possibile realizzare con i componenti circuitali di cui è dotato un certo numero dei tipi di p. adatti specific. a vari tipi di misurazione e descritti precedentemente (v. sopra: P. di misura).