PONZA (Πόντια, Pontia)
La maggiore delle Isole Pontine nel Mar Tirreno, a 6o km circa a S-O di Gaeta, abitata già nel periodo neolitico, come testimoniano alcuni trovamenti ceramici, e certo conosciuta (se non abitata) dai Greci che le dettero il nome di Πόντια, come l'isola più avanzata nel mare campano.
Identificata da qualcuno (ad esempio il Maiuri) con la patria di Circe, è spesso menzionata negli autori antichi (v. elenco completo delle fonti in F. Castaldi, art. cit. in bibl., p. 167 s.). Nel 313 a. C. l'isola, che pare fosse allora occupata dai Volsci, divenne colonia latina (Diod., xix, 101, 3; Liv., ix, 28, 7) e pochi anni dopo, nel 209, in occasione delle minacce sempre più gravi da parte di Annibale, P. si schierò in aiuto di Roma con navi e altri aiuti (Liv., xxvii, 9, 1-10 e xxxix, 15). Ma l'isola fu soprattutto famosa per esser stata durante il periodo romano luogo di villeggiatura ed esilio di parecchi imperatori o di congiunti di imperatori, che nell'isola possedevano una lussuosa villa. Tra gli esiliati si ricorderanno Nerone, figlio di Germanico, qui confinato per ordine di Tiberio (Suet., Tib., 54); per ordine di Caligola, invece, le due sorelle Agrippina e Giulia, che furono poi richiamate a Roma da Claudio (Dio Cas., Hist., Lxxxiv; Tac., Ann., xiv, 53); Orestilla, qui esiliata dal marito Caligola, vi morì (Suet., Cal., 23). Numerosi sono a P. i resti di epoca romana: ad una delle estremità dell'isola, sull'altura che chiude da S l'ingresso della rada, denominata Punta della Madonna, sul luogo ora occupato dal cimitero, sorgeva una grandiosa villa, disposta su terrazze di differente livello: possedeva un piccolo teatro (forse un odeon?) e una singolare piscina, indicata dai locali come "i bagni di Pilato", scavata nella roccia, del tipo che Columella (De re rust., viii, C. xvii) dice raro sulle coste d'Italia e definisce piscinae in petra excisae. Il complesso della villa è databile in periodo augusteo. Scarsi resti di un'altra villa (tra cui un solarium) sono presso l'attuale abitato di S. Maria.
Nell'isola, priva di sorgenti naturali, numerose sono le cisterne, scavate per lo più nella roccia, con pilastri che sostengono vòlte semicilindriche o ribassate, mentre le pareti si presentano ricoperte di uno spesso strato di opus signinum.
Di datazione ancora incerta (forse precedente al periodo augusteo) è la costruzione di un acquedotto sotterraneo di infiltrazione, che dalla punta N-E dell'isola conduceva, attraverso lo scosceso taglio delle rupi della Cala dell'Inferno, l'acqua all'abitato del porto, mentre le ville romane non potevano fruirne, essendo situate a livello superiore.
Resti di un'interessante necropoli sono sul fianco volto a S-S-O, al di sopra di una stretta insellatura detta Chiala di Luna: la necropoli consta di una serie di imponenti ipogei ricavati nella roccia superficiale del colle, costituita da un grosso banco di conglomerato. La datazione della necropoli si pone con sicurezza al I-II sec. d. C.; ma tipologicamente le tombe conservano inalterati precedenti schemi ellenistici: per lo più gli ipogei si compongono di un unico ambiente alquanto ampio, preceduto talvolta da uno di minori dimensioni, di forma rettangolare, con nicchie incavate per la deposizione di urne cinerarie o con loculi per le inumazioni.
Un'altra interessante opera di periodo romano è un traforo che congiunge i due opposti luoghi di approdo: il villaggio di S. Maria con la spiaggia di Chiaia di Luna. Il traforo, lungo 168 m e rischiarato da alcuni pozzi di luce, è forse databile in periodo augusteo, costruito probabilmente sul modello di quello che fece Cocceiano a Napoli (Campi Flegrei).
Recentemente è stato rinvenuto nel tratto di mare tra P. e il promontorio del Circeo un grosso frammento di cavallo in bronzo ora a Roma, al Museo Nazionale Romano.
Bibl.: A. Maiuri, Ricognizione archeologica nell'isola di P., in Boll. d'Arte, 1926, p. 244 ss.; L. Jacono, "Solarium" di villa romana, in Not. Scavi, 1926, p. 219 ss.; id., in Enc. Ital., XXVII, 1935 p. 907, s. v.; id., Una singolare piscina marittima a P., in Campania Romana (Ist. Studi Romani, I), Napoli 1938, p. 143 ss.; Fasti Arch., II, 1947, n. 2340; G. Buchner, Isole Ponziane - Campania, in Notiziario Riv. Scienze Preistoriche, IV, 1949, 1950, p. 225 ss.; A. M. Radmilli, Le Isole Pontine e il commercio dell'ossidiana nel continente durante il periodo neo-eneolitico, in Origines (Scritti per M. G. Baserga), Como 1954, p. 115 ss.; L. M. Dies, Ponza, Roma 1950; F. Castaldi, L'isola di P., in Ann. Ist. Sup. Sc. Lettere "S. Chiara", VIII, 1958, p. 167 ss.