POPLIFUGIO (Poplifugium)
Festa statale romana celebrantesi il 5 luglio, parallela al regifugio (v.), celebrantesi il 24 febbraio. Elemento essenziale della cerimonia era la fuga del popolo dopo compiuto un sacrifizio nel comizio: pare che in questa fuga rumorosa valesse l'uso di chiamarsi l'un l'altro con i soli prenomi (Gaio, Marco, ecc.).
Il significato di questa cerimonia è assai oscuro, come è oscuro il significato del regifugio. Di recente è stato proposto (G. Devoto) di interpretare la festa come una cerimonia che commemorasse la cacciata degli Etruschi da Roma, intendendo derivato -fugium da fugare (mettere in fuga) e non da fugere (fuggire) e pensando che la parola di origine etrusca populus voglia qui significare appunto la gente etrusca. Questa teoria non sembra molto verosimile, perché non spiega anche la cerimonia parallela della fuga del re nel regifugio, mentre è evidente che si deve dare un'interpretazione comune per le due feste. In linea generale si può dire che il poplifugio era certo una cerimonia di carattere magico, parallela ad altre cerimonie in cui la fuga è elemento costitutivo dell'atto religioso; ma il significato preciso di questa fuga è ignoto.
Bibl.: G. De Sanctis, Storia dei Romani, I, Torino 1907, p. 400; G. Wissowa, REligion und Kultus der Römer, 2ª ed., Monaco 1912, p. 116; G. Devoto, Poplifugia, in Atti Istituto Veneto, X, (1930-31, p. 1075 segg.), su cui cfr. A. Momigliano, in Rivista filol. class., LX (1932), p. 280; W. Warde Fowler, Roman Festivals of the Period of the Republic, Londra 1925, p. 174 segg.