POPOL VUH (in lingua quiché, popol "nazionale", vuh "libro")
Manoscritto in lingua quiché e lettere latine, di un libro detto pure "libro del consiglio", tramandato oralmente e forse in antichi caratteri maya, e poi trascritto in caratteri spagnoli, all'epoca della Conquista. Scoperto alla fine del sec. XVIII a Chichicastenango nel Guatemala, da Frapcesco Ximénez, curato di quella città, è perciò detto anche manoscritto di Chichicastenango, da non confondersi con altro manoscritto omonimo.
Nel 1854, C. Scherzer ritrovò il detto ms., lo copiò e lo pubblicò in traduzione poco fedele, tre anni dopo, a Vienna; così pure l'abate Ch.-E. Brasseur de Bourbourg pubblicò a Parigi nel 1861 testo e traduzione francese, con introduzione e note, non prive però di fantasia. Su questa vennero eseguite più traduzioni in questi ultimi anni; la più autorevole è quella di G. Raynaud, fatta però direttamente sul testo.
L'opera consta di un prologo, in cui si accenna alla cosmogonia, teogonia, astrologia, lotte fra gli dei tenebrosi e luminosi del Guatemala, con la vittoria di questi ultimi; e di quattro parti: la 1ª tratta della creazione e della venuta nel paese dei primi legislatori; la 2ª racconta il dramma di Huacahpu e di Xbalanqué, preceduto dalla storia dell'orgoglio punito di Wucub-Caquix; la 3ª parte narra l'origine, venuta e dispersione dei Votanidi o discendenti del mitico demiurgo Votan; la 4ª raccoglie in breve la cronaca dei re dei Quiché del Guatemala. Gli elementi predominanti del Popol vuh sono quelli storico-allegorici, in cui si mescolano elementi quiché con i nahua, insieme con canti antichissimi e interpolazioni cristiane posteriori di 10-12 anni alla conquista spagnola. Il tutto è pervaso da un profondo senso magico ed esoterico, in cui gran parte hanno il nagualismo (v.) e concetti totemici.
Questo libro, che viene detto pure la "Bibbia dei Maya", era venerato dagl'Indiani guatemaltechi, che lo tennero gelosamente nascosto sino alla scoperta di F. Ximénez; secondo il Brasseur de Bourbourg esso sarebbe il famoso Teo Amoxtli (libro divino") dei Toltechi. In tutti i modi, esso è senza dubbio la più importante fonte religiosa antica dell'America Centrale.
Bibl.: F. Ximénez, Las historias del origen de los Indios de esta provincia de Guatemala, a cura di C. Scherzer, Vienna 1857; Ch. É. Brasseur de Bourbourg, Popol Vuh. Le livre sacré et les mythes de l'antiquité américaine, ecc., Parigi 1861; D. Brinton, The name of the Gods i the Kiche Myths Central America, in Proceed. of the Americ. philos. Society, Filadelfia 1881; S. J. Barberena, Popol Vuh, libro sagrado de los antiguos Votánides, San Salvador 1905, voll. 3; L. Spence, The Popol Vuh (N. 16 of Popular Studies in Mithol. Roman and Folklore), Londra 1908; N. E. Pohocrilles, Das Popol Vuh, die mythische Geschichte des Kiče Volkes von Guatemala, Lipsia 1913; G. Raynaud, Les créations et les guerres des Dieux d'après une Bible centro-américaine (École pract. des haut. étud., Sect. des sciences religieuses. Annuaire 1913-19), Parigi 1918, pp. 1-43; id., Les dieux, les héros et les hommes de l'ancien Guatémala d'après "le livre du conseil", Parigi 1925; El Popol Vuh o libro sagrado de los antiguos Votánides, II, Mérida (Yuc.), 1933; Schuller, Der Verfasser des Popol Vuh, in Anthropos, XXVI (1931), pp. 929-935.