popolazione
Insieme delle persone viventi in una data regione geografica, considerate nel loro complesso e nell’estensione numerica. A seconda della stabilità del rapporto con il territorio, si distingue p. residente, presente e fluttuante. La prima (p. legale) è composta dagli individui iscritti nelle liste della circoscrizione amministrativa dove vivono abitualmente; all’atto del censimento (➔) può essere tuttavia censita come presente (p. di fatto) in un altro luogo ove si trova occasionalmente; si parla di p. fluttuante per quelle persone che d’abitudine si spostano per brevi periodi di tempo per motivi di lavoro, studio, turismo o altro. ● In statistica, p. è l’insieme completo, finito o infinito, dei valori di una variabile aleatoria (➔ popolazione statistica).
La p. umana mondiale ha raggiunto nel 2008 il tetto di 6.691.337.751 individui. Le aree più densamente popolate sono l’Asia tropicale, la Cina settentrionale e il Giappone, l’Europa, in particolare quella occidentale, e l’America del Nord, soprattutto la parte orientale. Mai la p. mondiale è cresciuta così intensamente e rapidamente come nel 20° secolo. Dalla comparsa dell’umanità fino all’alba del secolo scorso, la p. è passata da poche migliaia di individui a 1,65 miliardi, mentre nel solo 20° sec. ha superato i 6 miliardi. Secondo le proiezioni più accreditate, la p. mondiale dovrebbe diminuire l’intensità della sua crescita nel corso del 21° sec. e stabilizzarsi intorno al 2050 a poco più di 9 miliardi; dopo il 2050 potrebbe anche diminuire a causa della discesa della fecondità. Ciò sarà accompagnato da un fortissimo invecchiamento (➔) della popolazione.
L’aumento della p. influenza la crescita economica attraverso l’incremento della forza lavoro. Se quest’ultima cresce a un tasso n, lo stock di capitale deve aumentare nella stessa proporzione, quindi anche il prodotto totale. Sebbene il prodotto per lavoratore rimanga costante, il reddito totale aumenta. Paesi con elevati tassi di crescita della p. avranno necessariamente livelli di reddito pro capite inferiori.: le dinamiche demografiche possono quindi concorrere ad ampliare le differenze fra Paesi ricchi e Paesi poveri.
La struttura della p. può essere definita in base a tratti demografici, come il sesso e l’età, e sociali, come lo stato civile e la famiglia. Sulla base dell’età, la p. viene solitamente divisa in 3 gruppi: giovani, fino a 15 anni, adulti, tra i 16 e i 64 anni, e anziani, dai 65 in poi. Generalmente, la classe centrale costituisce il 60-70% del totale (in diversi Paesi dell’Africa, tuttavia, la p. al di sotto dei 15 anni si avvicina alla metà del totale). I governi spesso realizzano politiche demografiche (➔ demografia) per influenzare la struttura spontanea della p., facendola aumentare o riducendone la crescita. La p. attiva comprende gli occupati, i disoccupati e le persone in cerca di prima occupazione; la p. attiva in condizione professionale esclude dal computo le persone in cerca di prima occupazione.