Popoli e culture dell'Italia preromana. I Bretti
Popolazioni italiche (gr. Βρέττιοι; lat. Bruttii) che nel IV e III sec. a.C. formarono nella Calabria settentrionale e centrale una confederazione più volte ostile ai Romani e da questi annientata alla fine della seconda guerra punica. La successiva riorganizzazione romana del territorio affermò per l’intera regione una concezione geografica unitaria, con la denominazione Bruttii (usata sempre al plurale); limite settentrionale fu considerato il corso del fiume Lao, verso il Tirreno, e quelli del Sybaris (Coscile) e del Crati, verso lo Ionio (così in Plinio). Precedenti denominazioni usate dai Greci riguardarono ambiti territoriali più ristretti (l’Italìa di Antioco e poi di Timeo) oppure più ampi (Oinotria, MegaleHellàs) di quello dei Bruttii, che fu aggregato alla Lucania nella terza regione augustea. Con la riforma dioclezianea il corrector Lucaniae et Bruttiorum (o Brittiorum) ebbe sede a Reggio. In età bizantina, la creazione del thema di Calabria estese tale denominazione (riservata in antico alla Penisola Salentina) alla regione in questione, soppiantando definitivamente quella di Bruttii. Il termine Bruzio (al singolare) è di formazione umanistica e di uso solo moderno.
Il popolamento è attestato nel territorio fin dal Paleolitico inferiore e documentato nel corso del Neolitico, dell’Eneolitico e dell’età del Bronzo. L’età del Ferro vide un notevole numero di insediamenti, generalmente in posizione dominante sulle alture che sovrastano le fasce costiere e di dimensioni consistenti a giudicare dalle necropoli, che forniscono la maggior parte della documentazione finora acquisita (ad es., fino a Torre Mordillo, Francavilla Marittima, Castiglione di Paludi, Torre Galli, Canale-Janchina, Sant’Onofrio di Roccella). La connotazione guerriera dei corredi maschili e l’abbondanza dei reperti di bronzo (ornamenti personali e armi, accanto alle quali si fanno via via più frequenti le armi di ferro) caratterizzano importanti aspetti della società e dell’economia. La ripresa dei contatti fra le comunità indigene e i navigatori giunti dall’Egeo e dal Mediterraneo orientale (coppa fenicia di Francavilla, skyphos mediogeometrico, scarabei a Torre Galli, a Crichi, a Francavilla, vasi di derivazione euboica e d’importazione attica a Canale-Janchina) prelude all’arrivo di consistenti gruppi di coloni greci che s’insediarono stabilmente lungo le coste dello Ionio. Sibari e Crotone, Reggio e probabilmente anche Locri Epizefirii sorsero nell’ultimo terzo dell’VIII sec. a.C.
Dalla seconda metà del V sec. a.C. la Calabria settentrionale e centrale vide la penetrazione, che sembra graduale e non traumatica, di nuove popolazioni italiche che parlavano osco e vennero dapprima definite lucane; nel 356 a.C. si formò la confederazione dei Bretti (nelle fonti greche e nelle legende delle proprie monete, in alfabeto greco) o dei Bruzi (secondo i Romani), che ebbe centro a Cosenza. Nelle aree interne il popolamento fu molto più intenso e diffuso che in precedenza; intorno alla Sila sorsero numerosi centri difesi da potenti cinte murarie (ad es., Castiglione di Paludi). I Lucani e i Bretti esercitarono una notevole pressione sulle città greche, conquistarono Laos, Terina e, per qualche tempo, Hipponion. Almeno in qualche caso i centri degli Italici presentano impianti urbanistici regolari, come a Laos e probabilmente anche a Mella di Oppido Mamertina, nella Calabria meridionale.
Molti aspetti della cultura materiale dei Bretti sono così profondamente ellenizzati da risultare pressoché indistinguibili da quelli delle poleis greche; differiscono invece i rituali funerari con la frequente presenza di armi nelle tombe maschili, che indica la voluta caratterizzazione militare dei ceti dominanti. Le complesse vicende militari e politiche del III sec. a.C., con l’affermarsi della dominazione romana in tutta la regione, avviarono una crisi che divenne gravissima con la seconda guerra punica e la successiva punizione dei Bretti alleati di Annibale: la maggior parte dei loro insediamenti cessò bruscamente di vivere e anche in città greche come Crotone e Locri vasti quartieri di abitato vennero abbandonati.
Oltre ai rapporti annuali sulle attività di scavo in CMGr I-XLIII (1961-2003) e alle voci relative ai singoli siti in BTCGI, si veda in generale:
P.G. Guzzo, Le città scomparse della Magna Grecia, Roma 1982.
G. Pugliese Carratelli (ed.), Megale Hellàs. Storia e civiltà della Magna Grecia, Milano 1983.
G. Pugliese Carratelli (ed.), Magna Grecia, I-IV, Milano 1985-90.
S. Settis (ed.), Storia della Calabria antica, I-II, Roma - Reggio Calabria 1987-94.
E. Greco, Archeologia della Magna Grecia, Roma - Bari 1992.
Sui Bretti:
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D. Musti, Sanniti, Lucani e Brettii nella “Geografia” di Strabone, in Gewgrafia. Atti del II Convegno maceratese su geografia e cartografia antica (Macerata, 16- 17 aprile 1985), Roma 1988, pp. 121-60.
P. Poccetti (ed.), Per una identità culturale dei Brettii, Napoli 1988.
E.A. Arslan, Monetazione aurea ed argentea dei Brettii, Milano 1989.
P.G. Guzzo, I Brettii. Storia e archeologia della Calabria preromana, Milano 1989.
M. Lombardo, I Brettii, in Italia omnium terrarum parens, Milano 1989, pp. 249-300.
N.F. Parise, Monetazione dei Brettii, ibid., pp. 187-96.
R. Peroni, Enotri, Ausoni e altre popolazioni dell’estremo sud dell’Italia, ibid., pp. 113-92.
P. Poccetti, Nuova laminetta plumbea osca dal Bruzio, in Crotone e la sua storia tra IV e III secolo a.C. Atti del Seminario Internazionale (Napoli, 13-14 febbraio 1987), Napoli 1993, pp. 213-32.
M. Taliercio Mensitieri, Problemi monetari d’Hipponion e delle città della Brettia tra IV e III secolo a.C., ibid., pp. 131-86.
P.G. Guzzo, L’archeologia dei Brettii tra evidenza e tradizione letteraria, in S. Settis (ed.), Storia della Calabria antica. Età italica e romana, Roma 1994, pp. 195-218.
A. Mele, Rites d’initiation des jeunes et processus de libération, Le cas des Brettii, in Religion et anthropologie de l’esclavage et des formes de dépendance. Actes du XXème Colloque du Groupe International de Recherches sur l’Esclavage dans l’Antiquité (Besançon, 4-6 novembre 1993), Paris 1994, pp. 37-58.
I Brettii, 1. Cultura, lingua e documentazione storico-archeologica. Atti del I Corso Seminariale (Rossano, 20-26 Febbraio 1992), Soveria Mannelli 1995.
M. Intrieri - A. Zumbo (edd.), I Bretti, 2. Fonti letterarie ed epigrafiche, Soveria Mannelli 1995.
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F. Verga, Il Bruzio in età ellenistica. Flussi e contatti commerciali, in ArchStorCal, 65 (1998), pp. 5-15.
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A. Taliano Grasso, Riflessioni sull’etnonimo dei Brettii, in Aitna, 3 (1999), pp. 181-90.
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