PORFIRIONE (Πορϕυρίων)
Re dei giganti (Pind., Pith., viii, 12-17), prese parte alla guerra contro gli dèi e fu ucciso dal fulmine di Zeus e dalle frecce di Apollo. Sia nella tradizione letteraria che nell'arte figurata è costantemente rappresentato come il principale avversario del re dell'Olimpo.
Sulla kölix a figure rosse Berlino n. 2531, firmata da Aristophanes ed Erginos, con scena di gigantomachia, P. (sicuramente identificabile per l'iscrizione del nome), barbato, nudo, armato di elmo e scudo che reca un serpente come sèma, è raffigurato nel momento in cui si volge a lanciare una grossa pietra contro Zeus, che già impugna il fulmine. Molto simile è lo schema del gruppo di combattenti su di un cratere a figure rosse, recentemente venuto alla luce negli scavi di Spina; in questo caso, però, P. (restano solo le prime tre lettere del nome), già colpito una prima volta, è caduto in ginocchio, portandosi una mano alla spalla ferita. Anche nel fregio della gigantomachia del grande altare di Pergamo, benché manchi ogni indicazione del nome non c'è dubbio che si debba riconoscere P. nella possente figura del gigante anguipede, che occupa l'estrema destra del gruppo di Zeus.
Monumenti considerati. - Kölix di Aristophanes: J. C. Hoppin, Red-fig., i, p. 51, i. Cratere di Spina: S. Aurigemma, La necropoli di Spina in Valle Trebba, 1960, p. 98 s., tav. 114 b, 115 b, 116 a. Fregio di Pergamo: E. M. Schmidt, Der grosse Altar zu Pergamon, Lipsia 1961, tav. 7-8.
Bibl.: J. Ilberg, in Roscher, III, 2, 1902-909, c. 2778 s., s. v.; M. Mayer, Giganten und Titanen, Berlino 1888, p. 184; Treidler, in Pauly-Wissowa, XXII, i, 1954, col. 272 ss., s. v., n. i.
(S. De Marinis)