PORTAMENTO
. Secondo la definizione di G. B. Mancini nei suoi Pensieri e riflessioni sul canto figurato (Vienna 1774), il portamento non è altro che "un passare, legando la voce da una nota all'altra con perfetta proporzione tanto nel salire quanto nel discendere" e sarà tanto più bello "quanto meno interrotto dal pigliar fiato". Tale portamento deve venir eseguito, secondo il Metodo del Conservatorio di Parigi, per modo che i suoni siano articolati ugualmente e distintamente, senza che la gola faccia movimenti troppo marcati e dando nei passaggi di più note maggior forza a quelle ascendenti e meno a quelle discendenti. Vi sono inoltre altre specie di portamenti: quello strisciato, in cui si sfiorano leggermente tutti i suoni racchiusi fra i due intervalli e quello di anticipazione, in cui la nota cui si deve giungere viene cantata un poco prima del tempo prescritto. I portamenti si possono utilmente adoperare a scopi espressivi o coloristici: ma debbono essere usati con parsimonia e con buon gusto, se non si voglia cadere nel fiacco, nel monotono o nel volgare. Oltre che nel canto si possono usare negli strumenti ad arco e anche nel trombone a tiro.