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PORTAMENTO

di Arnaldo Bonaventura - Enciclopedia Italiana (1935)
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PORTAMENTO

Arnaldo Bonaventura

. Secondo la definizione di G. B. Mancini nei suoi Pensieri e riflessioni sul canto figurato (Vienna 1774), il portamento non è altro che "un passare, legando la voce da una nota all'altra con perfetta proporzione tanto nel salire quanto nel discendere" e sarà tanto più bello "quanto meno interrotto dal pigliar fiato". Tale portamento deve venir eseguito, secondo il Metodo del Conservatorio di Parigi, per modo che i suoni siano articolati ugualmente e distintamente, senza che la gola faccia movimenti troppo marcati e dando nei passaggi di più note maggior forza a quelle ascendenti e meno a quelle discendenti. Vi sono inoltre altre specie di portamenti: quello strisciato, in cui si sfiorano leggermente tutti i suoni racchiusi fra i due intervalli e quello di anticipazione, in cui la nota cui si deve giungere viene cantata un poco prima del tempo prescritto. I portamenti si possono utilmente adoperare a scopi espressivi o coloristici: ma debbono essere usati con parsimonia e con buon gusto, se non si voglia cadere nel fiacco, nel monotono o nel volgare. Oltre che nel canto si possono usare negli strumenti ad arco e anche nel trombone a tiro.

Vocabolario
portaménto
portamento portaménto s. m. [der. di portare, portarsi]. – 1. a. Modo di atteggiare la persona, il corpo, soprattutto nel muoversi, nel camminare: un p. distinto, elegante, solenne, altero, o stanco, dimesso, curvo; avere un bel p., un...
portare
portare v. tr. [lat. pŏrtare, affine a porta «porta1» e a portŏs -us «porto3»] (io pòrto, ecc.). – 1. a. Reggere, sostenere su di sé un oggetto (o un peso qualsiasi), di solito mentre si compie un movimento, e quindi spostando o trasferendo...
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