PORTO SAID (Bōr Sa‛īd; A. T., 115)
SAID Città dell'Egitto posta su una spiaggia bassa e sabbiosa all'imbocco settentrionale del Canale di Suez, capoluogo della provincia che da questo prende il nome. La città è costruita in un paesaggio squallido, al margine stesso del deserto, all'estremità orientale di quella lingua di terra che separa dal Mediterraneo il lago el-Manzalah. Essa trae il suo nome da Sa‛īd; quarto figlio di Moḥammed ‛Alī, viceré d'Egitto dal 1854 al 1863, principe saggio, che sostenne con ogni possa la costruzione del canale, e sotto il cui governo la città fu fondata nel 1859. Al canale questa deve la sua origine e l'attuale floridezza. Porto Said, infatti, assai più che un porto di esportazione o d'importazione, come Alessandria, è un punto di appoggio e una stazione di rifornimento di combustibile per i piroscafi di passaggio. Ne risulta per essa un carattere cosmopolita, per l'importanza dei consolati e delle agenzie di navigazione, per il numero degli alberghi, per la ricchezza dei magazzini provvisti di merci d'ogni origine e provenienza, per il convergere di passeggeri, di commercianti, di marinai d'ogni paese dell'Europa, dell'Asia, dell'Africa, che si dànno convegno qui, al confine fra l'Oriente e l'Occidente, desiderosi di arricchire o di divertirsi. La città, estesa specialmente sul margine occidentale del canale, è costruita a scacchiera, con strade diritte, incrociantisi generalmente ad angolo retto, parallele od ortogonali alla banchina. Sullo stesso allineamento di questa a S., tra il bacino del commercio e quello dell'arsenale, il bel palazzo della Compagnia del Canale si specchia nelle acque del Bacino Ismā‛īl. Nelle vicinanze è anche la caserma inglese, costruita in origine dal principe Enrico dei Paesi Bassi, come magazzino per il commercio dell'Olanda. Il quartiere arabo e il cimitero, con le sue tombe in rialzo per evitare la falda freatica, che è qui pochissimo profonda, sono all'angolo SO., presso le sponde del lago el-Manzalah. Dal lato orientale del canale è sorto di recente Porto Fuad, e più oltre si estendono le saline. L'allineamento della banchina è continuato verso N. da una gettata, lunga 2250 m., destinata a proteggere il porto. All'inizio di questa si eleva il faro alto 53 m., con una portata di 20 miglia, e circa 300 m. a N. di esso sorge il gigantesco monumento in bronzo, eretto nel 1899 dalla Compagnia del Canale in onore di Ferdinando di Lesseps, che riuscì ad attuare i progetti dell'italiano Negrelli, costruendo il Canale di Suez. La statua, alta m. 6,80 su una base di m. 10,50, è opera dello scultore Frémiet. Una seconda gettata, orientale, lunga 1600 m., contribuisce alla protezione del porto; questo ha una superficie di 230 ettari e una profondità di 8 metri, faticosamente mantenuta a forza di dragaggi contro gl'insabbiamenti dovuti alle torbide del Nilo che la corrente litoranea spinge soprattutto in direzione di Porto Said. L'ingresso nel porto è agevolato da un sistema di segnali e boe luminose. L'imbarco e lo sbarco dei passeggeri e anche il carico delle merci e del carbone si fanno per mezzo di barche, i piroscafi non attraccando a banchina. Porto Said è congiunta a Suez per una linea ferroviaria (159 km.) che fiancheggia per lunghi tratti il canale, e dalla quale a Ismā‛īliyyah si dirama un tronco per il Cairo (234 km. da Porto Said). La città si è sviluppata specialmente negli ultimi 40 anni: nel 1883 contava ancora solo 17.000 ab., nel 1897 ne aveva 31.095, di cui 11.322 Europei, nell'ultimo censimento (1927) gli abitanti risultarono 108.592, di cui 13.000 Europei.
I battelli passati attraverso il canale salirono da 486 (1870) a 5085 nel 1913 e a 5977 con un tonnellaggio di 25 milioni e con 300.000 passeggeri (oltre a 104 navi da guerra) nel 1928. A questi sono da aggiungere 648 navi, che toccarono Porto Said senza attraversare il canale.