post-tonica, posizione
Si definisce posizione post-tonica (o postonica), in particolare in una parola parossitona (➔ accento; ➔ parola italiana, struttura della), la posizione occupata da segmenti che seguono la sillaba in cui ricorre un accento primario (detta posizione tonica). È post-tonica, ad es., la posizione delle sillabe -me- e -ro nella parola numero, delle sillabe -bi- e -do in torbido, oppure di -so- e -no in possono. Tuttavia, mentre le sillabe -ro, -do e -no all’interno delle tre rispettive parole hanno posizione post-tonica finale, soggetta a vincoli morfologici che ne condizionano la presenza (e ne hanno in parte condizionato l’evoluzione), -me-, -bi- e -so-, dette post-toniche mediane o (talvolta, impropriamente) intertoniche, sono sede di distinti trattamenti (riguardo ai processi che interessano segmenti atoni finali in italiano in condizioni fonosintattiche, ➔ elisione; ➔ fonetica sintattica).
In ➔ fonologia lessicale osserviamo invece come, in diacronia e in diatopia, sottostando a processi generali di riduzione, le vocali atone finali, pur essendo sede di distinzioni di genere, numero e/o caso, siano talvolta soggette a cancellazione (➔ indebolimento).
Sebbene casi di apocope si siano verificati anche in varietà gallo-italiche e in italiano, che ha oggi città < civitāte o virtù < virtūte, questo processo si è presentato in modo sistematico nella formazione di varietà gallo-romanze, con la caduta della vocale e a volte dell’intera sillaba finale del latino, ed è particolarmente visibile in francese: char [ʃaːʀ] < carru, vert [vɛːʀ] < vĭr(ĭ)de, monde [mõːd] < mŭndu, temps [tɒ̃ː] < tĕmpus.
Tuttavia, oltre ai casi di cancellazione, è interessante accennare anche agli esiti del vocalismo atono finale che hanno portato alle desinenze nominali e verbali tipiche dell’italiano e delle altre lingue romanze che l’hanno conservato (ad es., -ō, -ū > -o, cfr. Mancarella 2001: 71-72; con esempi alterni in dove < ubi e avanti < ab ante, cfr. Castellani 1980; I, 177-188; Rohlfs 1966: §§ 141-147, e oscillazioni più recenti in esempi come domani ~ domane, stamani ~ stamane e, nel caso dei pronomi enclitici, dammi ~ dammelo; cfr. Migliorini 19613).
Processi d’indebolimento più generali sono presenti nel dominio italo-romanzo (si vedano i numerosi esempi in Rohlfs 1966: §§ 128-148) e in alcune forme d’italiano regionale. In bolognese (e numerose altre varietà) la distinzione di numero – in seguito alla caduta delle finali – è affidata al timbro delle vocali accentate: a fiòur «fiore» corrisponde fiur «fiori» (➔ metafonia; ➔ emiliano-romagnoli, dialetti; cfr. Tagliavini 1982: 399; Rohlfs 1966: § 74). Anche riguardo alle intertoniche i processi più notevoli sul piano diacronico sono senza dubbio quelli di cancellazione. Una ➔ sincope delle vocali brevi in proparossitoni originari (già presente in latino popolare, cfr. Tagliavini 1982: 242) si è generalizzata nel passaggio a numerose varietà romanze ed è presente in italiano in esempi come caldo < cal(ĭ)du, freddo < frĭg(ĭ)du, merlo < mer(ŭ)lu, nebbia < neb(ŭ)la, occhio < ŏc(ŭ)lu, ecc. (Rohlfs 1966: § 138). Tra questi troviamo anche gli esiti toscani (e centro-meridionali) di -ŭc(ŭ)lu/a e -ĭc(ŭ)lu/a che hanno dato in italiano -òcchio/a ed -écchio/a (ad es., finocchio < fenŭc(ŭ)lu, orecchia < aurĭc(ŭ)la, ecc.). La stessa sincope ha prodotto in spagnolo numerose forme con epentesi di -b-, come hambre < fam(ĭ)ne, hombre < hŏm(ĭ)ne, ecc.
La tendenza a mantenere le vocali post-toniche è comune in italiano, ma prevede la riduzione del numero di timbri possibili: trovandosi in posizione non accentata, solo cinque dei sette fonemi vocalici del sistema vocalico standard (➔ vocali; ➔ pronuncia) sono attestati in questa posizione (/i/, /e/, /a/, /o/ e /u/) con rese fonetiche distinte ma predicibili (Canepari 1999: 58-59). Solo in alcuni casi la vocale intertonica è ancora soggetta a oscillazioni (come nel caso di cumulo / cumolo).
In molti dialetti e varietà regionali dell’Italia centro-meridionale sono invece numerose le forme verbali che alternano, ad es., a pàrlano o parlàvano, pronunce popolari di tipo pàrleno / pàrlono oppure parlàveno / parlàvono. Nella formazione di voci verbali con clitico (➔ clitici), le finali, già interessate da apocope, danno in modo sistematico esempi come volerlo, farsi, andarci, ecc., oppure, diventando intertoniche, sono soggette più accidentalmente a sincope, come per es. in tienti (per tieniti).
In italiano, oltre che più generalmente quando seguita da -r- (si pensi a vendere o camera), l’intertonica si è mantenuta nel membro di tradizione dotta di numerose coppie allotropiche (nitido ~ netto, frigido ~ freddo, solido ~ soldo, ecc.; cfr. Rohlfs 1966: §§ 138-139).
In posizione post-tonica si presentano anche fenomeni secondari che riguardano il consonantismo. Si ha, ad es., un allungamento consonantico postaccentuale (➔ raddoppiamento espressivo) nei dialetti e nelle varietà regionali dell’Italia del Nord (presente, ad es., in pronunce nelle quali si distingue male tra copia e coppia). Una geminazione spontanea si ritrova lessicalizzata in posizione post-tonica anche nello standard, in esempi come macchina (< machĭna), oppio (< opium) o cattedra (<cathĕdra; cfr. Romano 2008: 123), e in diversi dialetti centro-meridionali (come in romanesco che ha, ad es., anche nùmmero «numero»).
Alla cancellazione delle intertoniche, in italiano, fanno da controparte casi d’inserzione (per ➔ ipercorrettismo), come nel caso di prestiti adattati: tànica (< ingl. tank) o sciàbola (< pol. szabla).
In termini fonetici più generali, è infine interessante notare come fenomeni di riduzione, riguardanti soprattutto vocali alte, si presentino con maggiore frequenza all’allontanarsi della parola dalla parte finale dell’enunciato: ad es., in queste posizioni visita, ben distinto da vista in posizione prepausale, (ad es., in un’espressione come visita militare), può essere confuso con questo nel parlato trascurato (cfr. Romano 2008: 116).
Canepari, Luciano (1999), Manuale di pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli.
Castellani, Arrigo E. (1980), Saggi di linguistica e filologia italiana e romanza (1946-1976), Roma, Salerno Editrice, 3 voll.
Mancarella, Giovan Battista (2001), Linguistica romanza, Lecce, Del Grifo (1a ed. 1978).
Migliorini, Bruno (19613), Storia della lingua italiana, Firenze, Sansoni (1a ed. 1960).
Rohlfs, Gerhard (1966), Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, Torino, Einaudi, 1966-69, 3 voll., vol. 2° (Morfologia) (ed. orig. Historische Grammatik der italienischen Sprache und ihrer Mundarten, Bern, Francke, 1949-1954, 3 voll., vol. 1°, Lautlehre).
Romano, Antonio (2008), Inventarî sonori delle lingue: elementi descrittivi di sistemi e processi di variazione segmentali e sovrasegmentali, Alessandria, Dell’Orso.
Tagliavini, Carlo (1982), Le origini delle lingue neolatine, Bologna, Pàtron (1a ed. 1949).