possente
Con valore di aggettivo, nel senso di " gagliardo ", " capace ", " che possiede qualità sufficienti e adeguate a raggiungere uno scopo ", detto degli occhi di D. che non... eran possenti (Pd XXIII 87), capaci di sostenere la luce di Cristo; e in contesto figurato, detto della capacità di percezione dell'intelletto umano e angelico, in Pd XIX 55 Dunque vostra veduta, che convene / essere alcun de' raggi de la mente / di che tutte le cose son ripiene, / non pò da sua natura esser possente / tanto, che suo principio non discerna / molto di là da quel che l'è parvente. Con significato morale, in If II 11 Poeta che mi guidi, / guarda la mia virtù s'ell'è possente; in Pd XXXIII 70 fa la lingua mia tanto possente, / ch'una favilla sol de la tua gloria / possa lasciare a la futura gente; Vn XXXVIII 9 7 è la sua vertù tanto possente, / ch'altro penser non lascia star con nui; Cv IV III 10 ragionare intendo quanto l'una e l'altra di queste ragioni aiutatrice e possente è, e Rime XLVII 13 nulla cosa gli è incontro possente, / volendo prender om con lui battaglia.
In Rime CIV 6, Amore lo quale è in segnoria de la ... vita del poeta è detto possente segnore.
Detto di un uomo fisicamente " valido ", " robusto ", in Fiore CX 2 Ancor sì non comanda la scrittura / che possent'uom di corpo cheggia pane, e CXV 5 ed è forte e possente e ha grosse gote. Il sintagma ‛ esser p. di ' per " potere ", " essere capace di ", in Cv III Amor che ne la mente 7 Oh me lassa! ch'io non son possente / di dir quel ch'odo de la donna mia (ripreso in III 14); e ‛ fare p. ' per " rendere atto, abile ", in Pd XXIII 47 tu hai vedute cose, che possente / se' fatto a sostener lo riso mio.
Il termine è sostantivato, con valore intensivo, riferito a Cristo, per indicare un'assoluta potenza: If IV 53 Io era nuovo in questo stato, / quando ci vidi venire un possente, / con segno di vittoria coronato. In Cv IV XXVII 13 Ahi malestrui e malnati, che disertate vedove e pupilli, / che rapite a li men possenti, che furate e occupate l'altrui ragioni, è invece riferito ai miseri, che sono " più poveri ".
Il superlativo ‛ potentissimo ', sempre con valore fortemente intensivo e traslato, riferito a persuasione (Cv II VI 6), argomento (VIII 16), cagione (IV II 5) che hanno gran forza.