post-noir
(post noir), s. m. e agg. inv. Genere letterario che va oltre gli schemi tradizionali del noir; relativo a tale genere.
• [tit.] Post-noir Un «non-genere» tutto da definire: i tre diversi esempi di Montanari, [Andrea] Fazioli e [Giuseppe] Genna / Il male indossa nuove maschere [testo] […] Raul Montanari ‒ e con lui Grazia Verasani e Gianni Biondillo ‒ ha messo le mani avanti, appioppandosi l’etichetta di narratore post-noir, neologismo comparso per la prima volta sul blog satisfiction@menstyle.it. (Sergio Pent, Stampa, 7 novembre 2009, Tuttolibri, p. 2) • Un romanzo [...] dai risvolti metanarrativi [...], che però fungono da fondale, interessando a [Raul] Montanari la dimensione interiore dei personaggi: quella loro tendenza all’introspezione che sola può condurre lontano narrativamente, quale tramatura di contrasti tesi alla esplosione. Che è poi la struttura di post noir teorizzata dallo stesso Montanari, (Ermanno Paccagnini, Corriere della sera, 8 maggio 2011, p. 37, Cultura) • «Sono cresciuto nei luoghi del mio ultimo romanzo «Il tempo dell’innocenza»: Niguarda e la testoriana Mac Mahon. Non potrei immaginare uno dei miei “post-noir”, thriller sulle vite normali senza commissari o serial killer, in Duomo o al Sempione. Racconto la Milano delle case popolari, il dignitoso squallore dei quartieri dimessi com’era l’Isola prima che diventasse di moda. Mi commuovono le persone che devono costruire il proprio destino da zero» (Raul Montanari riportato da Annarita Briganti, Repubblica, 9 dicembre 2012, Milano, p. XV).
- Derivato dal s. m. fr. noir con l’aggiunta del prefisso post-.