post-renziano
agg. Successivo alla fase in cui Matteo Renzi ha esercitato un forte richiamo sulla scena politica italiana.
• I risultati arriveranno solo stanotte. Ma il dopo-primarie è già cominciato. E si sostanzia in un assalto alla diligenza. Pardon, al Palazzo Vecchio post-renziano. Perché stavolta la legge fa scattare la scure: il consiglio comunale di Firenze passerà da 46 a 36 (più il sindaco) eletti. (Massimo Vanni, Repubblica, 23 marzo 2014, Firenze, p. II) • In effetti, siamo in una fase politica strana. La definirei «post-renziana», se Matteo Renzi non fosse ancora in pista. Nonostante le dimissioni. Perché è evidente che non ha alcuna intenzione di ritirarsi. Eppure qualcosa è sicuramente cambiato, dopo le sue dimissioni da premier. E dopo la bocciatura del referendum. (Ilvo Diamanti, Repubblica, 4 febbraio 2017, p. 1, Prima pagina) • «Il Pd è irriconoscibile ‒ spiega un uomo ascoltato come Franco Monaco con riferimento ai casi Visco e Rosatellum ‒. Da partito della Costituzione a partito che destabilizza le istituzioni». Sono inviti impliciti a [Paolo] Gentiloni perché guadagni in autonomia e si tenga pronto ad una fase «post-renziana» del centrosinistra. (Marco Iasevoli, Avvenire, 28 ottobre 2017, p. 9, Attualità).
- Derivato dall’agg. renziano con l’aggiunta del prefisso post-.