postmetropoli
(post-metropoli), s. f. inv. Metropoli postmoderna.
• Una «totalità sparpagliata» secondo Jean-Luc Nancy, una «distesa senza fondo e senza bordo», un arcipelago di frammenti abitati ‒ senza una sua propria «forma» o un centro d’equilibrio ‒ dentro cui è possibile solo navigare a vista seguendo la rotta indicata dagli isolati fari di «meraviglie» architettoniche, tanto più attraenti quanto più insolite rispetto ai riferimenti tradizionali. Una «post-metropoli», insomma, secondo [Vittorio] Gregotti, la cui «morfologia si costruisce come unica forma possibile del flusso con un radicale ribaltamento dei principi costitutivi dei luoghi di relazione della vita urbana» e di cui tuttavia bisogna mettere in discussione «il teorema della fluidità in continua mutazione, che propone l’impero dei tempi sugli spazi». (Fulvio Irace, Sole 24 Ore, 31 luglio 2011, p. 30, Architettura) • Si tratta di ingombranti provvisorietà che purtroppo diverranno molto al di là della loro intenzionalità (le opere di architettura, si sa, sono molto costose) soprattutto testimonianze dell’anticittà dei nostri anni, della negazione di ogni disegno urbano, rovine di una dimenticata competizione di offerte mercantili delle postmetropoli e delle loro architetture. (Vittorio Gregotti, Corriere della sera, 24 agosto 2011, p. 39, Cultura) • L’urbanizzazione del pianeta procede e avanza a ritmo incessante. [...] Il fenomeno va avanti da qualche decennio. Ma faticano le sistemazioni teoriche e, soprattutto, è incerto come si possa fronteggiare un processo che genera affanno, spreco, alimenta individualismi e solitudine. Insorge l’espressione post-metropoli, coniata dal geografo Edward Soja, scomparso nel 2015. Un analista coinvolto su questo fronte d’indagine è il sociologo Neil Brenner, docente ad Harvard, fra i più innovativi e anche radicali analisti delle trasformazioni urbane, alle quali oppone l’idea che «un’altra urbanizzazione è possibile, alternativa a quella imposta dall’ideologia neoliberista». (Francesco Erbani, Repubblica, 7 marzo 2017, p. 46, Cultura).
- Derivato dal s. f. inv. metropoli con l’aggiunta del prefisso post-.
- Già attestato nella Stampa del 27 dicembre 1996, p. 9, Estero (Gad Lerner).