postproduzione
postproduzióne s. f. – Processo digitale di elaborazione delle immagini tramite appropriati software. Con l’affermarsi della fotografia digitale ha sostituito il ritocco fotografico tradizionale, riproponendo la versione digitale delle tecniche analogiche, ampliandone la scelta e, soprattutto, semplificando e velocizzando la lavorazione. Attraverso l’utilizzo di algoritmi si interviene sui singoli pixel dell’immagine con comandi e operazioni che possono essere completamente automatici o gestiti dall’utente. Gli interventi principali riguardano il controllo dell’esposizione (luminosità/contrasto), del colore (tonalità/contrasto/bilanciamento del bianco) oppure modifiche/correzioni attraverso strumenti che permettono di intervenire su un’area specifica dell’immagine. Il programma di elaborazione digitale più diffuso è Adobe photoshop (prodotto dalla Adobe systems incorporated), in grado di offrire numerosi strumenti (tools) per ritocchi di tipo professionale e dotato dell’importante funzione dei 'livelli', che consente di gestire separatamente le diverse immagini di cui è composta l’immagine principale, anche in fasi successive al salvataggio in formato PSD. Il software è espandibile attraverso l’uso dei plug-in (programma non autonomo che interagisce con un altro programma per ampliarne le funzioni) tra cui Adobe camera raw, che consente la lavorazione dei file raw (file non elaborato) prodotti da numerose macchine fotografiche digitali. Dalla prima versione, presentata nel 1990, si è giunti nel maggio 2012 a quella denominata CS6. L’avvento di Photoshop, e di tutti i software simili, ha riaperto la questione etica sulla rappresentazione della realtà, in particolar modo nell’ambito del fotogiornalismo. Manipolare le immagini è una pratica sempre più semplice da eseguire, con notevoli conseguenze sull’impatto emotivo degli osservatori e sul significato evocato. Tra i casi più clamorosi si ricordano l’esclusione del fotografo danese Klavs Bo Christensen dal premio nazionale Picture of the year (Presse Fotograf Forbundet) per un eccesso di contrasto in alcune delle immagini presentate (2009); la restituzione del premio Internacional de fotografìa humanitaria Luis Valtueña da parte del fotogiornalista italiano Francesco Cocco per aver ricreato una processione di donne in burqa (Afghanistan) mai esistita ma ricavata da quattro singoli scatti (2010); la squalifica del fotografo Stepan Rudik, dopo aver vinto il 3° premio nella sezione Sport del World press photo, per avere rimosso digitalmente un piede dall'immagine (2010). Il limite sottile tra ottimizzazione e manipolazione ha certamente irrigidito i regolamenti dei concorsi fotografici e i codici etici delle agenzie fotogiornalistiche, risolvendo tuttavia la questione solo in parte, visto che ciò che è ammesso o ciò che non lo è lascia ancora un ampio margine all’interpretazione. Eccessi di manipolazione in Photoshop riguardano anche il settore della fotografia pubblicitaria, dando vita a immagini ingannevoli, ritenute eticamente scorrette. I due casi che hanno coinvolto i noti marchi di L’Oréal (per visi irrealmente perfetti) e Reebook (per la pubblicità di prodotti che forniscono i risultati descritti) rimettono in discussione gli schemi comunicativi accettati fino ad ora, lasciando intravedere un utilizzo del mezzo più consono anche in questo settore strategico della comunicazione aziendale.