postraumatico da stress, disturbo
Sindrome psichica che si sviluppa in una persona esposta a eventi traumatici. Eziopatogenesi. Molte possono essere le esperienze traumatiche nelle quali le persone possono restare coinvolte nel corso della vita, tra queste furti, aggressioni, stupri, incidenti automobilistici gravi, lutti, ferite o perdita di proprietà, incidenti sul lavoro, shock da combattimento, catastrofi naturali, attentati terroristici, torture, ecc. La maggior parte delle persone coinvolte in eventi tragici presenta disturbi p. in forma passeggera. Una certa percentuale, che varia in funzione del tipo e dell’intensità del trauma subito, nonché per le caratteristiche temperamentali dell’individuo, la personalità, lo stile di attaccamento al quale è stato esposto, la vulnerabilità e la capacità di resistenza individuali, il supporto e il contenimento offerto dalla rete sociale e affettiva nella quale l’individuo è inserito, manifesta gravi disagi psicologici a distanza di mesi e, in molti casi, anche di anni dall’evento. Alcune persone sono più esposte a tragedie e stress traumatici per motivi di lavoro (vigili del fuoco, operatori della protezione civile, personale sanitario di primo soccorso, militari, forze dell’ordine, ecc.). Il disturbo p. d. s. complesso si osserva inoltre in persone con una storia di soggezione a un controllo totalitario per un periodo prolungato (da mesi ad anni): ostaggi, prigionieri di guerra, sopravvissuti a campi di concentramento e sopravvissuti ad alcuni tipi di culti religiosi; nonché chi è stato soggetto a sistemi totalitari nella vita sessuale e domestica: vittime della violenza domestica, dell’abuso fisico o sessuale nell’infanzia e dello sfruttamento sessuale organizzato.
La risposta della persona comprende paura intensa, sentimenti di impotenza o di orrore. Nei bambini questo può essere espresso con comportamento disorganizzato o agitato. Le manifestazioni psicologiche si possono manifestare come ricordi, pensieri o sogni; nei bambini piccoli si possono manifestare giochi ripetitivi in cui vengono espressi temi o aspetti riguardanti il trauma. Le azioni possono simulare che l’evento traumatico si stia ripresentando, nei bambini piccoli possono manifestarsi rappresentazioni ripetitive specifiche del trauma o di qualche aspetto dell’evento traumatico. Si evitano gli stimoli associati con il trauma e si affievolisce la reattività generale. Si evitano pensieri, sensazioni, azioni, luoghi o persone associati al trauma o che lo possano rievocare. Viene a mancare l’interesse per determinate attività e per le persone, l’affettività è ridotta. Solitamente esistono disturbi del sonno, che è breve e agitato; sono presenti ipervigilanza ed esagerate risposte di allarme.
Le strutture sanitarie di base e i loro operatori possono essere un primo filtro per la terapia del disturbo p. da s., se capaci di comprenderne alcune manifestazioni sintomatiche. La formazione di chi opera nelle strutture di primo soccorso può consentire di diminuirne l’incidenza e la cronicizzazione, con un intervento di prevenzione secondaria. Le terapie fondate sulla parola non riescono da sole a dissolvere ed elaborare il nucleo centrale del trauma, proprio perché, per molti aspetti, esso è legato a impressioni somatiche e sensoriali, impossibili da esprimere a parole. Per questo motivo, ogni tipo di psicoterapia si avvale di tecniche che si fondano principalmente sulle modalità sensoriali e visive: tra queste l’EMD (Eye Movement Desensitization and reprocessing), una forma di psicoterapia, appositamente sviluppatasi per risolvere disturbi psicologici p., che si basa sulla teoria che i movimenti oculari producono effetti neurologici e psicologici, influenzando la memoria traumatica in modo simile a una desensibilizzazione. Altre tecniche sono l’ipnosi, lo psicodramma classico, l’immaginazione attiva, il training autogeno, ecc. Ciò che caratterizza la psicoterapia del disturbo p. da s. è l’assimilazione dell’alieno, dell’inaccettabile, del terrificante e dell’incomprensibile. A differenza di quanto avviene per i comuni disturbi psicologici, la diagnosi del disturbo p. da s. viene accettata dalle vittime come una legittimazione e un riconoscimento del proprio malessere psichico.