postura
L’atteggiamento abituale di una persona, determinato dalla contrazione di gruppi di muscoli scheletrici che si oppongono alla gravità e dal modo con il quale l’individuo comunica con l’ambiente esterno. La p. è l’adattamento personalizzato di ogni individuo all’ambiente fisico, psichico ed emozionale.
L’attività posturale di un muscolo è dipendente dal suo tono ed è regolata, oltre che da centri superiori del sistema nervoso, anche dal midollo spinale. Riflessi di p. sono particolari riflessi, il cui scopo è di assicurare la statica di ciascuno dei segmenti del corpo (riflessi di p. locali), e del corpo nel suo complesso (riflessi di atteggiamento). Mentre i primi hanno come punto di partenza gli apparati di ricezione sensitiva posti nelle articolazioni e nei muscoli, i secondi hanno origine in sensazioni spaziali più generali. Il riflesso tonico di p. consiste nella contrazione involontaria che si stabilisce quando il segmento di un arto è portato passivamente in una data posizione. L’engramma motorio rappresenta l’insieme delle esperienze motorie memorizzate dall’individuo, ed è un condizionamento per la sua postura.
Molti sono i rapporti tra alterazioni del la p . e determinate patologie dolorose: var i re cettori del corpo, se squilibrati, possono causare posizioni corporee scorrette e dolori; patologie di altri apparati corporei lontani dal distretto in disfunzione possono attivare recettori posturali: i più importanti sono situati nella pelle, nell’occhio, nell’orecchio e nel vestibolo, nel piede, in alcune cicatrici, e nella mandibola; possono intervenire anche vari fattori emotivi e psicologici. Da questi partono riflessi che, se perpetuati nel tempo e consolidati nell’engramma dell’individuo, provocano errori posturali che, con il passare del tempo, sono in grado di causare prima disagi e poi patologie: sovraccarichi con conseguente degenerazione articolare (artrosi, meniscopatie ecc.), irrigidimenti e degenerazioni dei tessuti elastici (tendinopatie, miopatie ecc.), intrappolamento dei nervi, disturbi digestivi, cattiva circolazione, problemi di equilibrio, disagi psichici. Grande sviluppo ha avuto, dagli ultimi anni del 20° sec., lo studio delle alterazioni di p. correlate alle patologie dentarie e spec. a quelle dell’occlusione delle due arcare mandibolari: dolori al rachide, mialgie diffuse, cefalea possono essere sintomi di arcate che non combaciano perfettamente ed entrano in conflitto con l’articolazione temporo-mandibolare, così i gruppi muscolari dell’apparato masticatorio si trovano in una condizione di squilibrio e si può avere una p. scorretta, che a lungo andare squilibra anche i muscoli antigravitari (quelli cioè che si oppongono alla forza di gravità impedendo al corpo di cadere).