Vedi POTAISSA dell'anno: 1965 - 1973
POTAISSA (v. vol. vi, p. 410 s.)
Per l'impossibilità di scavi sistematici di lunga durata - la città moderna di Turda sorgendo proprio sul sito dell'antica P. - il materiale scultoreo venuto in luce è relativamente poco numeroso. Esso è tuttavia del più alto interesse per la vita culturale di P. e, in generale, della Dacia carpatica e si può distribuire tra la seconda metà del II sec. d. C. e la prima metà del III - cioè nel periodo che corrisponde allo stanziamento a P. della V Legione Macedonica (che ha affrettato il processo di urbanizzazione del vecchio vicus Patavissensium) e al suo rapido passaggio al rango di municipio e colonia per volontà di Settimio Severo.
Tra i monumenti votivi ricordiamo una testa colossale di Mithra - un unicum nel pur ricco materiale mitriaco della Dacia - e la serie dei rilievi del tipo caratteristico per i paesi danubiani, con la tauroctonia nel centro e, tutt'intorno, scene della mitologia mitriaca; sono degni di nota anche alcuni rilievi dionisiaci come la tavoletta dedicata da Aurelius Victor, librarius della Legione V Macedonica, ancora fedele a lontani prototipi ellenistici.
I monumenti funerarî comprendono statue femminili a tutto tondo con un drappeggio tipo Grande Ercolanese, sarcofagi con tetto a due spioventi, frontoni e grandi acroterî, nonché le serie più correnti nella Dacia Superior quali edicole, medaglioni isolati e, soprattutto, stele. Il tema preferito dell'arte funeraria è quello del banchetto, cui partecipano numerosi personaggi, serrati in uno spazio minimo. Ma non mancano le rappresentazioni di busti, nel rigido linguaggio stilistico degli artigiani locali. Si può cogliere tuttavia anche la presenza di artigiani venuti da altre province, forse la Retia.
Le statuette bronzee sono di accurata fattura, verosimilmente importate da province vicine (Pannonia?) come ad esempio una Venere pudica diademata, che sembra appartenere all'età flavia. La produzione fittile invece è certo opera di coroplasti locali.
Molto interessante è la recente scoperta, alle pendici di una collina detta Dealu Zânelor, delle vestigia di una bottega di marmorari e di un'officina di ceramisti.
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