POTIZl e PINARÇ
Ç Due famiglie patrizie alle quali era devoluto il culto di Ercole che si svolgeva presso l'Ara massima nel Foro Boario. I Potizî avevano la mansione principale che detennero fino al 312, quando il censore Appio Claudio aggregò questo culto a quelli di stato. La tradizione voleva che Evandro stesso avesse insegnato ai Potizî le cerimonie del culto (Liv., IX, 29) e che questi avendole empiamente vendute allo stato per 50 mila assi furono distrutti entro un mese (Festo, p. 237).
I Potizî e i Pinarî presentano il caso più evidente, ma non unico nella Roma antichissima, di un culto che pur essendo gentilizio (e dunque per sé privato), viene celebrato nell'interesse dello stato e assume quindi il valore di un culto pubblico: così alla gente Aurelia spettava il culto del Sole e alla gente Orazia quello di Giano ad tigillum sororium.