POTOSÍ (A. T., 155-156)
Città della Bolivia, capoluogo di dipartimento e sede vescovile. È situata a 3970 m. s. m. (è una delle città più elevate del mondo) in una delle zone più squallide dell'altipiano boliviano, ai piedi del celebre Cerro de Potosí, dal quale fin dalla metà del sec. XVI si sono scavate immense quantità di argento. La città fu fondata nel 1545 e crebbe subito con impressionante rapidità grazie alle miniere che vi attirarono in folla gli Spagnoli, malgrado le disagiate condizioni di vita, per il suo clima freddo e variabile e per l'aria rarefatta a causa della grande altezza, per la desolazione dei suoi dintorni privi quasi affatto di vegetazione, per la scarsezza dell'acqua potabile, che costrinse alla costruzione di capaci serbatoi dove venivano e vengono tuttora raccolte le acque piovane e di disgelo. Col sec. XVIII cominciò la decadenza; nel sec. XX, iniziatosi lo sfruttamento di altre ricchezze minerarie, che abbondano nei dintormi (stagno soprattutto), si è verificata una ripresa, e la popolazione è di nuovo cresciuta; una valutazione per il 1934 dà 35.900 ab. (al 4° posto fra tutte le città boliviane).
Quanto alle miniere d'argento, la loro scoperta ebbe conseguenze grandissime per la produzione dei metalli preziosi e, quindi, per tutta la vita economica europea. La produzione dell'argento, nel mondo, che nel periodo 1521-1544 era stata in media di kg. 90.200 annui, balza di colpo, nel periodo 1545-1560, a 311.600 kg., per mantenersi sui 300.000 kg. fino al 1580 e salire oltre i 400.000 kg. sino al 1621: a questa produzione mondiale la regione di Potosí partecipa con ben 183.200 kg. annui (in media) per il periodo 1545-1560, con 151.800 kg. fino al 1580, con 254.000 kg. fino al 1600. Da sole, cioè, le miniere d'argento della regione di Potosí davano in quel periodo più della metà di tutta la produzione mondiale.
Potosí possiede alcuni edifici d'interesse storico e artistico, che risalgono al periodo coloniale: la Zecca, il Palazzo del governo, il Palazzo del municipio e varie chiese. Una ferrovia, che si spinge fino a Sucre, la collega a Río Mulato, sulla linea che va da La Paz a Uyuni, dove s'incontrano le ferrovie internazionali provenienti da Buenos Aires-Tucumán (Argentina) e da Antofagasta (Chile). Una strada la unisce poi a Tarjia.
Dipartimento di Potosí. - Comprende tutto l'angolo SO. della Bolivia, un lembo dell'altipiano boliviano arido e desolato, chiuso a O. dalla Cordigliera Occidentale e dominato dall'Oyahue (5870 m.) e dal Licancahur (5930 m.), occupato in parte da vasti salares, tra i quali quello di Uyuni. Esso confina a O. col Chile, a N. con i dipartimenti di Oruro e di Cochabamba, a E. con quelli di Chuquisaca e dì Tarjia, a S. con l'Argentina, ed ha una superficie di 116.662 kmq. e una popolazione (1932) di 567.000 ab. (4,8 per kmq.), la quale vive soprattutto dell'industria mineraria. Il dipartimento, infatti, è il più ricco di minerali di tutta la Bolivia: vi abbondano stagno (a Uncía, dov'è il maggiore giacimento della Repubblica, a Potosí, Colquechaca, Pulucayo, Ayoma, Huanchaca ecc.), argento (oltre che a Potosí, a Pulucayo e Huanchaca), tungsteno (ad Atocha), bismuto (tra Uyuni e il confine argentino), poi, in diverse parti, oro, rame e piombo. Notevole l'allevamento del bestiame. Caratteristica di Potosí è l'industria dei lavori in filigrana d'argento, e di Uyuni quella delle coperte di vigogna.
Il dipartimento è attraversato dalle linee ferroviarie internazionali Antofagasta-Uyuni-La Paz e Buenos Aires-Tucumȧn-Uyuni-La Paz, alle quali s'innestano le linee minori Río Mulato-Potosí-Sucre, Uyuni-Huanchaca e Machacamarca-Uncía.