POVERI di LIONE
di LIONE Nome dato agli aderenti di Pietro Valdo (Waldo, Valdes), ricco commerciante di Lione, il quale verso il 1176 aveva abbracciato la povertà evangelica (Matteo, XIX, 21). Il nome appare la prima volta nel decreto di Lucio III nel sinodo di Verona (1184), che condannava "coloro che bugiardamente si nominano umiliati ovvero poveri di Lione". Non è chiaro, se quell'"ovvero" va inteso in senso disgiuntivo (Zanoni) oppure congiuntivo (Pierron). In quest'ultima ipotesi, gli umiliati, che nel 1201 tornarono alla Chiesa, sarebbero stati dei "poveri lombardi", ossia aderenti italiani di Valdo. Altri loro nomi sono: leonisti (da Lione), sabatati, insabatati (dai sandali di legno, in francese sabot, che essi portavano). Il loro nome ufficiale interno pare che fosse "poveri di spirito".
L'idea primitiva dei poveri di Lione è la povertà assoluta, poi la predicazione apostolica; ma ben presto altri punti di dottrina li misero in contrasto con la Chiesa cattolica. Il primo scoglio per l'ortodossia era la predicazione, che la Chiesa non affida ai laici. Valdo si rivolse al terzo concilio lateranense (1179), il quale, dietro esame, sembrava volerlo tollerare, purché né egli né i suoi seguaci predicassero. Non attenendosi essi a questo divieto, furono cacciati da Lione e seguì la condanna di Verona. Intanto si propagarono in Francia, Spagna, Germania meridionale e Lombardia. Dal ramo spagnolo si staccarono i "poveri cattolici" (Pamiers 1207) sotto Durando di Huesca (Osca), il quale abiurò l'eresia in mano di Innocenzo III (1208), e fu autorizzato a continuare con i suoi il suo modo di vivere (molte bolle di Innocenzo III sull'argomento sono in Patrol. Lat., CCXV-CCXVI). Essi spariscono verso la metà del sec. XIII. Dal ramo italiano si separarono i "poveri riconciliati" sotto Bernardo Primo (1210). Innocenzo III (in Patrol. Lat., CCXVI, coll. 289-293, 648-650, 668) permise anche a questi di continuare la loro organizzazione, che poco durò. L'ulteriore storia dei poveri di Lione si confonde con la storia dei valdesi.
Bibl.: Sull'origine e dottrina: A. Lecoy de la Marche, Anecdotes hist., légendes... tirés du Recueil inédit de l'Étienne de Bourbon, Parigi 1877, pp. 209-299; Chronicon anonymi Laudunensis (Laon), in Mon. Germ. Hist. Script., XXVI, 447 seg. Sulle trattative al terzo concilio lateranense: Walter Map, De nugis curialium, ed. Th. Wright, Londra 1850, p. 64 seg. e Mon. Germ. Hist., Script., XXVII, 66 seg. Il decreto di condanna: in D. Mansi, Collectio Conciliorum, XXII, col. 477. Sull'organizzazione: J. Döllinger, Beiträge zur Sektengeschichte des Mittelalters, II, Monaco 1890, pp. 92-97; L. Zanoni, Gli Umiliati, Milano 1911; J. B. Pierron, Die katholischen Armen, Friburgo in B. 1911.