PRAISOS (Πραισός, Praesus; od. Πρασσούς)
Località della Creta orientale, presso il golfo di Sitia, abitata dall'epoca tardo-minoica sino alla seconda metà del II sec. a. C. La città di P., capitale degli eteocretesi, estese il suo dominio nella regione e venne perciò alle armi con le città vicine: con Itano che ricorse all'aiuto di Tolomeo VI Filometore e con Ierapitna, dalla quale venne completamente distrutta intorno al 140 circa a. C.
Le rovine di P., non lontane dal villaggio veneziano di Πρασσούς erano note già ai viaggiatori del 16oo e 1700; la prima descrizione sistematica del luogo si deve allo Spratt ai primi del 1800; alla fine dello stesso secolo (1884-1894) le esplorazioni di Haibherr e le pubblicazioni del Comparetti richiamarono l'attenzione su questa località: seguirono immediatamente (1894-96) le esplorazioni di L. Mariani e dello Evans e infine nel 1901 iniziarono gli scavi, a cura dello Scuola Britannica di Atene.
Nella località di P. è documentato uno stanziamento miceneo con thòloi di forma circolare, ovoidale e quadrata, precedute da dròmoi; di questo periodo è anche la casa megalitica rinvenuta presso la chiesa di Haghios Constantinos. I resti della città di periodo classico occupano uno spazio compreso fra tre alture, su una delle quali è stato rinvenuto un ricco strato di bronzi e terrecotte e un altare, probabilmente di cenere, con un tèmenos, databile alla fine del Vinizio IV sec. a. C.; tra i trovamenti sono da ricordare le numerose ceramiche di periodo geometrico e le armature mimaturistiche in bronzo, della fine VII-inizio VI sec. circa; scarsissimi sono i frammenti architettonici. Le iscrizioni indicano che il santuario su questa altura era il luogo dove si conservavano gli atti dei trattati ufficiali e altri documenti pubblici. La divinità alla quale era dedicato questo luogo di culto e di sacrificio è ignota; il culto è attestato dall'VIII al V sec. a. C. Le iscrizioni rinvenute nella località sono un'interessantissima testimonianza dello stanziamento ivi degli eteocretesi, la popolazione indigena dell'isola. Ricordiamo tra i trovamenti più notevoli, da una tomba, il piatto di periodo orientalizzante con una figura maschile che cavalca un mostro marino e, dall'abitato ellenistico, un frammento di tridacna. Interessanti sono le figure e le placchette in terracotta che continuano dall'epoca arcaica sino in periodo ellenistico.
Bibl.: Per le descrizioni dei viaggiatori del XVI, XVIII e XIX sec. si veda la nota i dell'articolo di R. C. Bosanquet, in Ann. Br. School Athens, VIII, 1901-2, p. 231; L. Mariani, Antichità cretesi, in Mon. Ant., VI, 1895, p. 282 ss., con bibl. prec.; F. Halbherr, Report on the Researches at Praesos (Cretan Expedition XVI), in Amer. Journ. Arch., V, 1901, p. 371 ss.; E. S. Forster, Praesos, the Terra-cottas, in Ann. Br. School Athens, VIII, 1901-2, p. 271 ss.; R. C. Bosanquet, Excavations at Praesos, I, ibid., p. 231 ss.; P. Demargne, Antiquités de Praesos et de l'antre Dictéen, in Bull. Corr. Hell., XXVI, 1902, p. 571 ss.; J. H. Hopkinson, Note on the Fragment of a Painted Pinax from Praesos, in Ann. Br. School Athens, X, 1903-4, p. 148 ss.; E. S. Forster, Terracotta Plaques from Praesos, East Crete, ibid., XI, 1904-5, p. 243 ss.; F. H. Marshall, Tombs of Hellenic Date at Paesos, ibid., XII, 1905-6, p. 63 ss.; E. Pfuhl, Malerei und Zeichnung, I, Monaco 1923, p. 101 s.; R. J. H. Jenkins, Dedalica, Cambridge 1936; M. Guarducci, in Enc. It., 1935, p. 207, s. v. Preso; R. W. Hutchinson e altri, Unpublished Objects from Palaikastro and Praisos, II, in Ann. Br. School Athens, XL, 1939-40 (1943), p. 38 ss.; P. Demargne, La Crète dédalique, Parigi 1947, passim; Chr. Zervos, L'Art de la Crète, Parigi 1956, pp. 343; 417; Fasti Arch., XI, 1956, n. 2174; Bull. Corr. Hell., LXXXIII, 1959, pp. 731; id., ibid., LXXXIV, 1960, p. 822. Per le iscrizioni: R. S. Conway, The pre-hellenic Inscriptions from Praesos, in Ann. Br. School Athens, VIII, 1901-2, p. 125 ss.; R. C. Bosanquet, Inscritpions from Praesos, ibid., XVI, 1909-10, p. 281 ss.; P. Kretschmer, Die Inschriften von Prasos und die eteokretische Sprache, in Anz. Ak. Wien (Phil.-Inschriften von Prasos und die eteokretische Sprache, in Anz. Ak. Wien (Phil.-hist., Kl.), LXXXIII, 1946, p. 81 ss.; L. H. Jeffery, in Κρητικα Χρονικὰ, III, 1949, p. 143 ss.; S. Davis, The Phaistos Disk and the Eteocretan Inscriptions from Psychoro and Praisos, Lettura nella Witwatersrand University, novembre 1961.