PRASEODIMIO
. Elemento chimico di simbolo Pr; peso atomico 140,92; numero atomico 59. Fu scoperto, insieme col neodimio, da Auer von Welsbach nel 1885. Il metodo di separazione originario, che portò alla sua scoperta, è stato sostituito vantaggiosamente da altri che sono di più facile esecuzione: per esempio, quello fondato sulla differenza di solubilità dei nitrati doppî col magnesio o col manganese. Il metallo si ottiene, più facilmente che il neodimio, elettrolizzando il cloruro anidro fuso. Cristallizza nel sistema esagonale (c/a = 1,420): densità 6,765. Non ha isotopi. Fonde a 938°. È suscettibile di dare degli ossidi (Pr2O5; Pr6O11; PrO2) in cui manifesta una valenza superiore alla normale (tre): il più importante è il biossido (PrO2), per la sua analogia con CeO2. L'ossido superiore è nerastro: tutti gli altri sali del praseodimio sono verdi (onde il nome dal gr. πρασαῖος "verde"): il fosfato si usa per conferire questo colore agli smalti a fuoco per porcellane. Il paramagnetismo dell'ione Pr+++ è minore di quello del neodimio (3,60 magnetoni Bohr). Lo spettro di assorbimento delle soluzioni di sali di praseodimio è caratterizzato dalle bande: λ = 5964; 5882; 4813; 4683; 4442 (in Å)., che sono le più intense e persistenti.